Nell'oscurità della notte

di Lachesi Elope
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« Tu vieni con noi, siediti!» mi intimò uno dei due omoni.

« Ma, ma… Cosa volete? Soldi? Prendete tutto quello che volete, ne nascondo alcuni nel cassetto dei calzini, prendeteli pure!» balbettai in tono supplichevole.

« Tu vieni con noi» ripeté anche l’altro rapitore avvicinandosi minaccioso e brandendo un coltello nella mano destra.

A quel punto tentarono di bendarmi ma io cercai di non darmi per vinto e in un disperato tentativo di sfuggire alla loro cattura mi alzai di scatto cercando di correre verso la finestra aperta ma mi ferì accidentalmente il braccio con il coltello di uno dei miei aggressori e sentii la carne lacerarsi sotto il tocco di quella lama affilata. Non ebbi neanche il tempo di girarmi verso la ferita che mi ritrovai nuovamente sulla sedia. I miei aggressori iniziarono a parlare fittamente tra di loro ma riuscì ad origliare qualche parola: « Maledizione!» , « portarlo vivo» , « ucciderà» . Cosa cazzo stava succedendo?? Una cosa era sicura, non ero mai stato tanto terrorizzato in vita mia e non avrei più tentato di scappare, ormai ero in preda al terrore.

« Hai delle bende?» mi chiese l’omone che mi aveva ferito con il coltello.

« S-sì» balbettai

« Dove?»

« In bagno, sotto il lavandino»

« Tienilo d’occhio» disse all’altro rapitore mentre si allontanò e si diresse verso il bagno.

A cosa gli servivano delle bende? Volevano cercare di curare la mia ferita o volevano forse legarmi? Quali erano le loro intenzioni? Ma soprattutto come faceva ad essersi diretto subito dell’esatta direzione del bagno?





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