Lady Oscar
Angolo Autrice:
Che dire? Finalmente, dopo aver preso il coraggio a due mani, sono riuscita a scrivere qualcosa anche su Lady Oscar.
Questa storia è nata dopo aver rivisto per la centesima volta
l'episodio "Cuore di donna". Non ci hanno mai fatto vedere la reazione
completa di André e ho deciso di provare ad immaginare quale
possa essere stata!
Essendo la prima volta che provo a scrivere su di loro ho il timore di
aver fatto un disastro, quindi vi prego di essere clementi con me! Mi
scuso in anticipo per gli eventuali errori che potrebbero essermi
sfuggiti.
Spero davvero che questa storia vi piaccia e vi invito a farmi sapere cosa ne pensate con un commento.
Alla prossima (spero),
Blyth
p.s. spero che il titolo sia
corretto, ho usato tutte le mie reminiscenze di francese ^^'' (non mi
prende l'accento sulla prima "é" perdonatemi)
E pouvantail en robe de soirée
André poteva distintamente sentire Oscar lamentarsi contro sua
nonna nelle sue stanze, mentre l'anziana più eccitata che mai
l'acconciava come una vera dama.
La cosa era stata improvvisa, dopo una cavalcata in solitaria Oscar era
tornata alla villa chiedendo di poter aver un abito femminile, sua
nonna era subito corsa a prendere un abito che André le aveva
visto cucire quasi cinque o sei anni prima con tanta dedizione nella
speranza di vederglielo un giorno addosso.
E quel giorno sembrava essere arrivato.
Andrè poteva assicurare di aver visto sua nonna ringiovanire di
dieci anni per la gioia mentre si muoveva concitata per la villa alla
ricerca di ciò che le occorreva per acconciare la sua "bambina",
prendendo degli spilloni e altri elementi decorativi per capelli dalle
stanze della signora Jarjayes e delle altre figlie della famiglia.
Lui si era solo limitato a rimanere di sasso di fornte a quella
notizia. In un primo momento era stato doloroso, sapeva bene per chi si
stava tanto sfornzando la sua amata Oscar. Ora che Fersen sembrava aver
mutato i suoi sentimenti per la Regina le si era apertà una
possibilità per il cuore del loro amico, e Oscar da brava
spadaccina la stava prendendo.
Non le dava torto André, anche lui avrebbe fatto lo stesso,
dopotutto non era quello che aveva cercato di fare in quei sette anni
di lontanaza del bel conte?
Scacciò quei pensieri da stolto, Oscar non lo avrebbe mai
guardato in quel modo e lo sapeva bene, lui era un servo e lei una
nobile non c'era speranza per un amore come il suo.
Per non pensare al suo male si mise a provare ad immaginarsi Oscar vestita da donna...immpossibile!
Per quanto la natura l'avesse dotata di un volto da dea, capelli d'oro
e modi eleganti non riusciva ad immaginarsi il suo altero colonnello in
abiti da damigella. Con gli anni si era sempre più convinto che
Oscar fosse nata davvero per portare divise e abiti maschili, negli
anni la sua bellezza in quegli abiti da ufficiale era solo aumentata.
Oscar era una rosa avvolta da un rovo di spine, bellissima proprio
perchè osteggiata dalla vinta in cui era stata costretta.
André ricordava ancora la notte in cui aveva partecipato ad uno
dei tanti balli di corte in alta uniforme. Era rimasto senza fiato al
pari delle donne di Versailles nel vederla avvolta da quegli abiti
bianchi adornati da ricami d'argento splendenti. La sua Oscar era
bellissima in divisa ma in abito da dama?
Come avrebbe potuto un abito femminile donare ad un corpo allenato per duellare e ad un animo nato per comandare?
-Oscar in abito da sera? Non riesco proprio ad immaginarla,
sembrerà uno spaventapasseri con l'abito che le pende da tutte
le parti!- disse tra se e sè Andrè quando sua nonna lo
chiamò dal piano di sopra per fargli vedere la sua creazione.
André percorse una rampa delle scale a testa bassa per essere
poi richiamato di nuovo dalla nonna, alzò lo sguardo e la vide.
Era una visione tanto bella da lasciarlo senza fiato.
Una visione tanto bella da fermargli il cuore.
L'abito azzurrino le cadeva sulla vita resa fine dal corsetto in una
cascata di stoffa vaporosa e svolazzante. Le spalline gonfie riuscivano
a farle risaltare le braccia toniche ma fini, così come le belle
spalle bianche.
I suoi occhi indigiarono per un secondo sullo scollo quadrato, che
mostrava appena la forma del seno, catturando l'attenzione in quel
punto con un piccolo gioiello cucito sulla stoffa.
Il collo bianco di Oscar, un collo lungo e sinuoso che raramente
risaltava in divisa, era scoperto. La nonna le aveva raccolto i capelli
in un'acconciatura alta lasciando delle ciocche libere ma domate con la
spazzola ad incornicarle il viso.
Un viso tanto bello da farlo innamorare ancora di più.
Il velo di trucco le aveva allungato le ciglia già folte
rendendo gli occhi due gioielli brillanti sotto le luci dei lampadari
di cristallo.
Oscar sembrava brillare di luce propria su quella scalinata su cui
molti anni prima aveva gettato di fronte agli occhi del padre un abito
femminile per far onore alla sua divisa.
Era davvero. Oscar quella? Poteva davvero essere diventata ancora più bella?
André, ammutolito e rimasto imbambolato su quella scala di granito, non riusciva a capacitarsene.
-Allora? André come ti sembro?- chiese Oscar leggermente titubante.
Andrè sorrise nel vederla così spaesata in quell'abito lungo.
-Vi dona molto Oscar.- si limitò a dire porgendole una mano per
aiutarla a scendere le scale nonostante l'ingombro della gonna.
Avrebbe fatto innamorare ogni uomo quella sera, e forse anche Fersen.
Quella consapevolezza lo destò dall'incanto.
Ed ecco di nuovo l'amara consapevolezza di poter solo essere il suo
fiero attendente, di poterla solo ammirare da lontano proteggendola e
standole accanto. A nulla sarebbe mai valso l'amore incodizionato con
cui la guardava, non avrebbe mai potuto chiederle di non andare a quel
ballo per rimanere con lui, per non condividere con il mondo quella
bellezza. No, lui su di lei non aveva alcun diritto. Non poteva nemmeno
dirle quanto la trovasse splendida in quell'abito azzurro così
simile ai suoi occhi.
Srebbe stato sconvenente, fuori luogo, potevano essere amici di
infanzia, poteva avere il suo rispetto ma Andrè sapeva bene di
esserle inferiore.
L'accompagnò alla reggia, premurandosi di non farla annunciare
con nome e titolo come lei gli aveva chiesto sulla strada, fede il suo
dovere in silenzio per poi tornare alla carrozza mentre lei entrava in
quel salone festante.
Dopotutto a lui quella rosa era solo stato concesso di vegliarla, non di coglierla.
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