La triade

di ejirella
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Si pulì le mani sporche di terra. Più che pulirle non fece altro che spostare il terriccio sui pantaloni che tanto di pulito ormai avevano ben poco.
La posizione assunta fino a quel momento non era delle più comode, malgrado ciò non si era mosso di un millimetro per una buona mezz'ora.
Solo ora che si rialzava per avvicinare il lume si sentiva tutto rigido e contratto.

Si tirò su piano. Prima distese le gambe e poi sollevò il busto. Oramai aveva una certa età doveva ammetterlo. Il suo corpo non reagiva più come quando era giovane.
Anche la vista era calata. Le lenti degli occhiali avevano uno strato spesso di polvere. Cercò di levarlo con le dita, ma non fece altro che peggiorare la situazione.
“Non è più come vent'anni fa!” Disse con una voce roca che non gli apparteneva.
Il baluginare fioco di una pietra catturò la sua attenzione. Cercò di mettere a fuoco socchiudendo gli occhi.
Protese una mano callosa per spostare la terra. Più si avvicinava, più il suo battito cardiaco aumentava.
La luminescenza proveniva da un cristallo nero incastonato al centro della pietra stessa.
Pochi centimetri lo separavano dall'oggetto del desiderio: poteva distinguere i solchi che tanto aveva bramato di poter vedere dal vivo una volta nella vita.
Soffiò dolcemente per spostare gli ultimi pulviscoli di polvere, quasi avesse paura si potesse frantumare.
I suoi occhi stavano brillando, un tenue sorriso ricoprì il suo volto.
L'espressione racchiudeva gli scherni dei colleghi che lo ritenevano un pazzo per essersi buttato con impeto in quell'impresa ritenuta impossibile, le numerose volte che aveva visto la delusione dipinta sul viso del figlio.
Sommava gli sforzi fatti per essere arrivato lì, nonostante tutti e tutto. Ma sopratutto rappresentava la realizzazione di tutta la sua vita.

Pochi uomini possono affermare di aver raggiunto i propri scopi.
Theodore ora poteva dichiarare a gran voce di essere membro di quella ristretta cerchia.

Finalmente l’aveva trovata.
L’aveva studiata a lungo e non riusciva a capacitarsi che stesse accadendo sul serio.
Rovistò nelle tasche alla ricerca di una lente d’ingrandimento. Con quella riuscì a distinguere le venature arancio che aveva imparato a conoscere dai numerosi libri letti.
Fece un profondo respiro per gustarsi il momento.
Avvicinò lentamente la mano ancora una volta. Vide le dita attorcigliarsi bramose attorno alla pietra.
Una strana luce irrompette e Theodore ne fu completamente travolto.




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