Dedicata alla mia stupenda Elisa per il suo compleanno. Ti amo, cara
(LL)!
Il titolo è riferito a un’altra trama che poi ho
modificato in fase di stesura. Però resta
ch’è una fidata XDXD!
*
SPOILER! Dialoghi e riferimenti agli episodi 20 e 24.
(Traduzione abbastanza libera di scambi di battute.)
Frutto immaturo.
~
Aveva costruito i suoi ultimi anni intorno a quel giorno.
Raramente aveva pensato al futuro, lo sguardo puntato a
quell’orizzonte tinto di sangue sbiadito che presto sarebbe
stato lavato via dalla notte.
E adesso, in quella penombra interrotta dal volo di lugubri corvi, non
sa come avrebbe desiderato morire.
Forse in battaglia, una disattenzione di Sebastian ed una rivalsa
incompiuta. - Una scusa in più per tornare. -
Forse scivolare lentamente fra le eterne braccia di Morfeo, circondato
da quelli che spera ancora di poter considerare amici. - Una
scusa in più per andarsene. Troppo melenso. -
« Farà male? » - Vuoi saperlo?
-
{«
Sono stanco della mia vita precedente, dove conoscevo solo il cibo.
»}
Sospira, si porta una mano al viso. La chiusura del contratto gli
provoca un leggerissimo bruciore, sembra quasi che un paio
d’ali sbatta troppo velocemente vicino alla palpebra aperta.
Un sorriso contrito sul volto del demone, la mano immobile contro il
fianco.
« Sì, un poco. Lo farò il
più gentilmente possibile. »
Le labbra del conte si contraggono
« No. »
Quasi non si accorge di quanto, ormai, le parole anima
e dolore siano in lui legate, strette da un vincolo
indissolubile, fuse. Genitori d’una vita tormentata,
d’un gioco di vizi e virtù.
{«
Voglio solo il mio giovane maestro. Non voglio altro che non sia lui.
»}
« Fa’ sia il più doloroso possibile.
»
Olio cremisi che scivola sulla pelle, calda carezza che lambisce collo
e fianchi, peso sul petto che gli impedisce di respirare, cortina sulle
pupille insensibili alla luce.
Lo sguardo del protettore s’illumina - viene
contaminato - dal piccolo ghigno che piega il viso affilato.
« Yes, my Lord. »
{«
Questo dolore è la migliore spezia... »}
Le dita sfiorano la pelle e una scossa di gelo raggiunge le mani, la
schiena, i polpacci, i capelli, in un tutto confuso, inafferrabile.
Un supplizio il fiato contro il mento, e il collo, che poi risale per
seguire la linea della mascella.
Un brivido quelle parole nell’orecchio, leggere come vento
sulla nuca.
Un sospiro la distanza dei denti dalla giovanissima pelle.
{«
Il sangue è una ricca salsa... »}
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