Through Memories
Lei amava riportare in vita i ricordi. Quelli belli
ovviamente.
Ripensare alle emozioni passate e cercare di riviverle,
rivedere il momento e cercarne di ricordare gli odori, sensazioni...
Per poi riemergere ed accorgersi che involontariamente un
dolce sorriso si è formato sulle labbra.
A volte cercava di facilitarsi il lavoro: ascoltava canzoni.
Se erano le sue o di altri artisti non importava, quello che contava era
l’emozione.
A volte le scriveva, le canzoni: sapeva che a distanza di anni
avrebbe distrattamente aperto un cassetto e trovato un foglio con un testo, per
poi rileggerlo e sorridere di nuovo.
Considerava le sue canzoni un diario segreto; i sentimenti
erano espressi lo stesso chiaramente, se non maggiormente.
Si ricordava ancora di quando durante il trasloco aveva
ritrovato il suo diario segreto che aveva scritto durante i suoi sei-otto anni.
Era stato emozionante: rileggere i suoi sogni, ormai
realizzati, le sue angosce, ora superate, e i suoi primi abbozzi di musica.
A quei tempi aveva una cottarella per il loro vicino di
casa, Andrew.
Ma un giorno lo scoprì dare un bacio sulla guancia a Tiffany
Levenes. Era corsa a casa e si era rinchiusa in camera: era molto delusa.
A pensarci, fin da piccola aveva problemi con i ragazzi.
Non che non ne aveva avuto nessuno: da semplici studenti a
rockstar, ma non era quello il problema.
Aveva la tendenza a dare completa fiducia al prossimo e in
una relazione dava tutta se stessa.
All’inizio si doveva sempre adattare; ogni partner era
diverso.
Ma le sembrava destino ormai. Ogni volta che le cose
iniziavano ad andare per il verso giusto, si rovinava qualcosa. E lei dalle
delusioni rimaneva il più delle volte bruciata.
E, un’altra volta, la musica era la sua valvola di sfogo.
Certo, cercava di contenersi.
Ne aveva scritte molte di canzoni sui ragazzi, doveva
ammetterlo.
Era strano, perché non era mai stata a scuola la ragazza
carismatica e piena di fascino.
Nel gruppo, se diceva ‘Ora vado al bar’ nessuno la seguiva.
E con i ragazzi che le interessavano il più delle volte era
troppo timida.
Poi, non sapeva dire il periodo preciso, le cose cambiarono.
I ragazzi si voltavano a guardarla, le facevano complimenti
– a volte anche sgraditi – e insomma, si accorse di piacere.
Anche se sapeva riconoscere le persone che c’erano sempre
state, quelle che le volevano bene sul serio.
La sua migliore amica era ovviamente tra queste.
Appena aveva visto Abigail in classe aveva subito capito che
qualcosa di forte sarebbe nato tra di loro.
La ascoltava finché non aveva finito esaurito le parole o le
si era seccata la gola – una delle due cose accadeva prima o poi, anche se non
sapeva dire quale per prima – e lei faceva lo stesso con lei. Bastava uno
sguardo per far capire all’altra se si aveva bisogno di un abbraccio.
Era incredibile come una persona sa essere al tuo fianco in
maniera così costante.
Ed era presente anche durante la sua conquista del successo.
Per il mio primo album era alle stelle; aveva così tante
canzoni da cantare e storie da raccontare con esse.
E no, non si aspettava di certo un così enorme successo. Non
si sarebbe mai immaginata che un giorno avrebbe avuto il potere di far gridare
ad una folla di ragazzi il suo nome.
L’eccitazione prima dei concerti, la gioia dei premi, vedere
il tuo album nei negozi affianco a quello dei tuoi idoli.
Era pura euforia, eppure cercava di non volare troppo alto,
di rimanere sempre la stessa. E nonostante tutto, credeva di starci riuscendo.
Una chiamata. Prendo il cellulare in mano e guardo il
display.
‘Lucas’
Oh, credo proprio che questo rientrerà nella categoria dei
dolci ricordi.
“Pronto?”