La corona medioevale

di Seiyako
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Alexander


Un rumoroso tonfo si udì al centro della boscaglia, un baldo giovane si era appena tuffato seminudo da una roccia e nuotava a grandi bracciate nel lago. Si immergeva nella fredda acqua e riemergeva nel giro di pochi minuti. Tutto era calmo e tacito attorno a sé. Sembrava facesse il bagno per rinfrescarsi le idee e calmare i suoi pensieri. Il lago lo tranquillizzava, era il suo luogo preferito. Se l’acqua avesse potuto parlare, sarebbe rimasto ore e ore a chiacchierare con lei. Solamente quel posto aveva un ricordo particolare per il ragazzo. Chiuse gli occhi, ritornò indietro nel tempo aiutato dalla sua mente e rivisse quel momento. Vicino alle sponde del lago, aveva salvato una sua coetanea da un branco di lupi famelici. Si batté coraggiosamente e riuscì a far fuggire le belve feroci a gambe levate. La fanciulla era visibilmente spaventata, ma lui la tranquillizzò prontamente aiutandola ad alzarsi e rassicurandola che tutto era finito. C’era qualcosa in quella ragazza che lo affascinava. Era vestita con abiti nobili, la sua chioma era fulva e i suoi occhi verdi come due gemme. Rimase incantato dalla sua bellezza. Anche lei rimase interdetta dal fascino del bel giovane, alto, biondo e gli occhi azzurri come il mare. Si sorrisero reciprocamente ed entrambi aprirono la bocca per parlare, ma furono subito interrotti dalle grida di uomo autorevole in groppa al suo destriero. Indossava un mantello rosso porpora e sulla sua testa giaceva una tiara. Il ragazzo riconobbe in lui il re Thomas e si inchinò sporcandosi le brache di terra. –Isabella- urlò il re infuriato –Quante volte devo dirti che non devi varcare da sola questi luoghi e con degli sconosciuti?-  -Ma Padre- rispose lei supplichevole –questo cavaliere mi ha appena salvato la vita-  -Un cavaliere? Uno squattrinato vorrai dire- disse il re con voce ironica. L’uomo afferrò bruscamente la figlia per un braccio e la sellò sul cavallo facendole molto male, gesto che fece irritare il giovane. Ma chi si credeva di essere quell’antipatico monarca? Prima di ripartire al galoppo, il re lo guardò e gli intimò a denti stretti –Se ti avvicinerai di nuovo a lei, ti taglierò la testa- il ragazzo rialzò subito il viso e con una forte determinazione gridò a gran voce –Mi chiamo Alexander, milady- la fanciulla ebbe il tempo di sentirlo e gli sorrise da lontano. Da quel giorno, Isabella sgattaiolava dal castello e andava tutti i giorni al lago. Entrambi strinsero una forte amicizia che ben presto si trasformò in amore. Purtroppo quel periodo felice non durò a lungo. Una guardia reale li seguì di nascosto e riferì tutto al sovrano in cambio di un’alta carica. Il re, venutone a conoscenza si infuriò. Rinchiuse Isabella nelle sue stanze e ordinò che Alexander fosse giustiziato. Fortunatamente, Magdalen, una delle dame di compagnia, riuscì a fargli cambiare idea rammentandogli che se non fosse stato per quell’intrepido cavaliere, Isabella sarebbe stata divorata dai lupi. Placata di poco la sua ira, il sovrano si fece promettere dalla figlia che non avrebbe più rivisto Alexander, in caso contrario non se la sarebbe cavata nuovamente con una ammonizione, ma avrebbe affidato il giovane nelle mani del boia. Pur di non vedere il suo amato appeso ad una forca, la ragazza acconsentì a mantenere la promessa. Passarono cinque anni da quando Isabella e Alexander si videro per l’ultima volta. Il ragazzo riaprì gli occhi, il suo corpo era intorbidito e avvertiva il bisogno di uscire. Aveva perso la cognizione del tempo e un forte brivido gli percorse il petto quando uscì dal lago. Si asciugò in tutta fretta frizionandosi i riccioli biondi con un panno, si rivestì e slegò il suo cavallo che fino a poco prima stava brucando i teneri steli del prato. Fece per andar via, ma il suono lontano di una tromba attirò la sua attenzione. 




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