Splendente

di Wally_01
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PROLOGO
 
San Bartolomeo, 2010
18 novembre, h. 8.30
Quella mattina Alma si svegliò con uno strano presentimento.
Scese in cucina e fece colazione poi, come ogni giorno, si diresse verso il salone per guardare la TV.
Appena mise piede nella stanza, capì immediatamente che qualcosa non andava. Suo marito era disteso a terra, e tutto intorno a lui una macchia enorme di sangue aveva impregnato il sofisticato tappeto di Persia.
<> Si avvicinò al corpo, che ormai non dava più alcun segno di vita. Con il terrore che la pervadeva ogni secondo di più, Alma si precipitò verso il telefono e chiamò la Polizia.
 
Dopo pochi minuti, il commissario Olivieri varcò la soglia di casa Sartori.
La padrona di casa lo accolse tremante, ancora sporca di sangue e sotto shock.
Olivieri si avvicinò al corpo dell’uomo, ormai senza vita. L’ispettore Valenti lo informò sulle poche informazioni che erano riusciti ad ottenere: la vittima si chiamava Tancredi Sartori, aveva 71 anni ed era uno psichiatra, ormai in pensione. La moglie, Alma, 70 anni, lo aveva trovato quella mattina steso sul tappeto del salotto e circondato di sangue; durante la notte non aveva sentito nulla di strano e la sera precedente non aveva notato niente di anomalo nel comportamento del marito. La causa del decesso erano le 18 coltellate che l’assassino aveva inferto su tutto il corpo, ma l’arma del delitto non era ancora stata rivenuta, né identificata. Il medico legale comunicò che avrebbe effettuato l’autopsia non appena fosse arrivato in ospedale.
 
La moglie venne portata in commissariato, dove fu interrogata; fu rilasciata nel giro di qualche ora. Non sapeva nulla.
 
 
h. 10.00
Una giovane ragazza entrò nel commissariato di San Bartolomeo.
Era alta, con lunghi capelli corvini che le cadevano in grandi e morbide onde fino all’altezza dei gomiti, occhi di un azzurro quasi trasparente e incarnato chiaro; i vestiti, le mani e il volto erano coperti di sangue.
Era in evidente stato di shock.
Disse solo poche parole: “L’ho ucciso io”.
 




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