Empty eyes

di conniefontanaaa
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Quando la vidi per poco non me ne accorsi.
Sorrisi, feci finta di nulla, l’abbracciai.
Lei sorrideva, gli enormi occhiali neri a nascondere i suoi occhi.
Occhi azzurri come il mare, freddi come il ghiaccio, vuoti come il buio.
Quando la vidi, così piccola ed indifesa, per poco non me ne accorsi.
Camminammo, parlammo inseguendo quel tramonto, rincorrendo la sua speranza.
Parlammo di nulla, parole che si susseguivano una dopo l’altra senza che nessuno le ascoltasse.
Ogni volta che mi giravo a guardarla mi incantavo nei suoi occhi spenti.
Mi chiedevo in quanti si fossero accorti della luce ormai inesistente dei suoi occhi.
Cosa li avesse uccisi, cosa avesse provocato tutte quelle cicatrici.
Cicatrici che intravedevo sui suoi polsi, coperti distrattamente da una miriade di bracciali.
Il tramonto sempre più lontano, le nostre dita intrecciate, i nostri piedi su un immaginario precipizio.
Un immaginario precipizio da cui si buttò.
Quella ragazza così piccola mi ricordò una bambina, ma una bambina quando piange non ha i lampi negli occhi e i tuoni nel petto.
Una bambina non ha occhi spenti come i suoi.
La prima volta che la vidi ignorai il messaggio che mi stava inviando.
La prima volta che la vidi, fu anche l’ultima.
La prima volta che la vidi da quel precipizio si lanciò senza timore e senza rimorsi.
Un unico ricordo, un’unica frase, oramai indelebile sulla mia pelle.
La prima volta che la vidi quasi non me ne accorsi.




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