CAPITOLO II
Akio appoggio la schiena alla parete della palestra, era
particolarmente stanco della situazione, dopotutto finito il lavoro
part-time era tornato a casa dove i genitori di Sayaka,
l’aveva rimproverato per l’incidente sul tetto
della scuola, un'altra litigata inutile che il ragazzo preferiva
cancellare dalla propria memoria.
“Non solo il vecchio mi ha messo in punizione come un
moccioso. Anche gli zii devono avere la loro parte”
pensò facendo un lungo e profondo sospiro per poi spostare
gli occhi sul suo orologio… Dieci minuti alla mezzanotte.
«Nonno!» esclamò Sayaka mentre
completava il cerchio di evocazione, bagnando ogni tanto un pennello in
una ciotola «Non è un cerchio così
complicato. Sicuro che andrà bene?».
Il vecchio preside con l’inseparabile pipa elettronica,
osservava il disegno, i suoi occhi da magus analizzavano ogni linea
«Si. L’evocazione di un servant è
gestita a grandi linee dal Graal. Il Master ha il semplice compito di
chiamare a se lo spirito eroico e tenerlo legato al nostro
mondo.» spiegò con fare filosofico, Akio lo
comparava sempre di più al famoso Albus Silente.
«Molto bene io ho finito» la ragazza con fare fiero
poso la ciotola e guardo Akio che si stava annoiando sempre di
più, nonostante avresse voluto dare una mano, gli era stato
ordinato di aspettare con calma in un angolo e non disturbare.
“Il cerchio è fatto col mercurio… Il
conduttore magico per eccellenza” pensò il ragazzo
alzandosi per poi spolverarsi il fondoschiena.
Sayaka si avvicino a lui con un sorriso «Bene tocca a
te» due forti pacche sulla spalla per incoraggiamento.
Akio fece una smorfia, non gli andava per nulla ma non voleva ritirarsi
dalla Guerra del Santo Graal, gli era stata data la
possibilità di partecipare e non gli sarebbe sfuggita
facilmente.
All’inizio per i Nakamura alla guerra avrebbe dovuto
partecipare Sayaka, ma per chi sa quale motivo il Graal non aveva
scelto lei ma Akio.
«Bene Akio fai coincidere l’evocazione con la
mezzanotte. Non è che cambi molto l’ora in cui
viene evocato il servant ma puoi contare la cosa come
simbolica.» Akio guardo il vecchio e poi Sayaka che rispose
al suo sguardo alzando le spalle con fare noncurante.
Il ragazzo guardo l’orologio ancora pochi minuti, dalla
scatola di legno che aveva portato il vecchio, tiro fuori il
catalizzatore e dopo essersi fatto un piccolo taglietto con un
coltellino riempi di sangue le rientranze nel metallo che formavano le
antiche rune.
Posiziono il catalizzatore al centro del cerchio, si porto al suo bordo
per poi protrarre la mano con gli incantesimi di comando inattivi in
avanti.
Solo dopo un profondo respiro, che gli sembro infinito nel svuotare i
polmoni inizio a recitare:
In principio
l’argento e il ferro.
Come fondamento la pietra, e l’arciduca dei contratti.
Come antenato il mio Grande Maestro Schweinorg.
Il cerchio inizio ad
illuminarsi. Akio manteneva lo sguardo fisso in avanti osservava il
penombra.
Che i cancelli delle
quattro direzioni si chiudano
E che dalla corona discenda fino al regno,
Circolando lungo il percorso triforme.
Gli incantesimi di
comando sul dorso della mano incominciarono a comparire con
più chiarezza.
Colmati, colmati,
colmati, colmati, colmati.
Cinque volte per ogni ripetizione.
Basta che distruggi il circolo, una volta che è colmo
Seth!
Sayaka spalanco gli occhi
ogni qualvolta che Akio pronunciava quelle parole, il cerchio fatto di
mercurio che ormai brillava di luce propria aveva iniziato a pulsare.
Lo dichiaro.
Che il tuo corpo venga posto ai miei comandi.
Che il mio destino sia affidato alla tua spada
Obbedisci alla chiamata del Santo Graal, e se intendi obbedire
Il vecchio preside che
nonostante l’età, stava osservando per la prima
volta un evocazione simile, completamente immobile analizzando la
situazione in modo attento, stava andando tutto bene.
A ogni mio ordine,
rispondi.
Compio qui un giuramento.
Diventerò il bene dell’immutabile
aldilà
Dominerò il male dell’immutabile aldilà
Nonostante porte e
finestre erano chiuse, nella palestra si alzo un forte vento come se
una tempesta si fosse all’improvviso scatenata
all’interno. Sayaka si portò un braccio
all’altezza del volto.
Tu sei i sette cieli,
avvolti dalle tre sacre parole.
Giungi a me dal circolo che ti vincola…
Protettore dell’equilibrio!
Dal cerchio si propago una forte luce e dei fulmini rossastri, la
follata di vento fu così forte che fu impossibile per i
presenti avere gli occhi aperti, ad Akio si piegarono le ginocchia per
lo sforzo e ben presto il suo corpo fu invaso da una forte stanchezza.
«Ci sono… Riuscito» si guardò
il dorso della mano dove tre cerchi concentrici formavano in modo
nitido i suoi incantesimi di comando.
La nuvola di polvere inizio a diradarsi, mentre Sayaka accorreva verso
il ragazzo, una voce femminile fece una domanda molto semplice e a cui
tutti i presenti tranne il servant sapeva rispondere «Sei tuo
il mio Master?».
Akio con il sostegno della ragazza dai capelli argentei si alzo,
spalanco gli occhi non credendo alla propria vista, il suo servant era
una ragazza dai capelli color paglia legati con un nastro nero e occhi
verdi come due smeraldi. Il suo vestito era un misto tra un abito da
sera e un armatura medievale.
«Si, sono io» rispose il ragazzo con guardo fiero
mostrando il dorso della mano «Mentre tu sei il mio servant
giusto?».
La ragazza annui, il vestito bianco che portava la donava molto
«Servant Saber dà questo momento la mia spada
sarà al tuo servizio e ai tuoi ordini».
«Saber…» Sayaka lasciò
l’amico che sembrava ormai ripresosi leggermente
«Secondo alcune voci… Saber sarebbe trai servanti
più forti in assoluto».
Il vecchio preside annui con fare saggio inizio un piccolo discorso
«Dai albori del tempo Saber è stato il servant
più ambito dai magus ma ricordiamoci che cantar vittoria
così presto può portare alla nostra
sconfitta» Akio fece una smorfia così evidente che
a Saber scappò una risatina.
«Kirito sarà contento la smetterà di
rompere» disse Akio in un certo senso contento della propria
evocazione «Master come devo chiamarti?»
domandò improvvisamente Saber osservando il ragazzo che
aveva nascosto le mani in tasca.
«Il mio nome è Akio… Tsukumo Akio per
essere precisi» il ragazzo incrocio lo sguardo della Servant
«Invece… So che posso chiamarti semplicemente con
la tua classe ma hai anche un vero nome giusto?».
Saber annui anche questa volta avvicinandosi al proprio Master, la sua
armatura era sparita lasciando spazio a un vestito candido come la
neve, le calze nere e le scarpette a tacco basso, le davano
più l’aspetto da principessa che da spirito
eroico.
«Posso rivelare il mio nome solo al mio Master»
disse la ragazza cercando dare alla propria voce la massima
solennità ma non ci riuscì in particolar modo.
Akio si porto una mano al mento, era logica come decisione, il vero
nome di uno spirito eroico era forse l’informazione
più preziosa di cui un master poteva disporre. Sapendo il
vero nome si aveva accesso ai punti deboli del servant.
«Va bene me lo dirai una volta tornati a casa» Akio
non sembrava particolarmente interessato al vero nome del proprio
spirito eroico ma ne aveva bisogno per poter sapere se aveva qualche
possibilità di vittoria.
Il Servant osservò il proprio Master, capelli biondi, occhi
scarlatti come rubini, di corporatura snella e alto. Per Saber, Akio
aveva un bell’aspetto e la forza che percepiva da lui era
buona.
«Ora… Che si fa?» domandò
Sayaka osservando sia l’amico che la ragazza dai capelli
biondi.
«Dovrei andare dal prete rimbambito ma non ne ho
voglia» Akio si porto le mani dietro la testa intrecciando le
dita, ovviamente Sayaka stava partendo in quarta per rimproverarlo ma
il preside la fermo.
«Il supervisore vorrà parlarti Akio e ti chiedo
gentilmente di andarci ora.» il vecchio preside aveva usato
un tono di voce in cui non rientrava alcun rifiuto.
Il biondo fece un profondo sospiro e alzo le mani in segno di resa
«Va bene» si avvio verso la porta
«Vuoi che ti accompagni?» Sayaka si stava facendo
pesante.
«No ci vado da solo» l’aria scocciata e
di perenne malumore era tornata dopo quello che sembrava una felicita
smisurata «Saber seguimi in forma spirituale»
Saber fece un cenno col capo e spari mentre Akio con intorno una
sciarpa nera, si avviava verso la diocesi di Sapporo, dove aveva la sua
“base” Kirito Kotomine il supervisore della guerra.
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