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di avalon9
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# Padre

Il papā?

Perché mi chiedi di papā?

Mi piace il mio papā! Mi porta a giocare a baseball al parco il pomeriggio; e alla domenica mi compra le patatine e anche il gelato! Anche se la mamma non vuole, quando andiamo al cinema papā mi compra i pop-corn. Quelli nel secchiello grande grande! E poi li mangia assieme a me, cosė se lo scopre la mamma deve sgridare tutti e due.

Quando mamma č impegnata viene lui a scuola a prendermi e facciamo i compiti assieme. Anche se i suoi compiti sono sempre pių belli dei miei. Ha sempre tante carte, quando facciamo i compiti e ogni tanto me le lascia guardare. Mi piace farlo! Sono strane e a volte provo a capire cosa possano essere. Papā dice che sono troppo difficili per me, ma io ho capito che sono per il suo lavoro. E che sono cose segrete. Per questo non lo dico mai alla mamma. Č il nostro segreto. Mio e del mio papā!

No? Ho sbagliato? E perché?

Ah, tu vuoi sapere dell’altro. Dell’altro mio papā.

Non lo conosco, il mio altro papā.

Il mio altro papā non č mai stato con me. Mamma dice che se n’č andato prima che io nascessi. E dice anche che mi voleva bene. Tanto bene. E che se n’č andato proprio perché mi amava tanto.

E io ci credo, che il mio altro papā mi voleva tanto bene. Ma tanto tanto.

Il mio altro papā era intelligente. Tanto tanto intelligente. E ha salvato la mamma; e anche me. Anche se io non c’ero ancora. Io dovevo ancora nascere. Ma ci ha salvati!

Per questo penso che il mio altro papā sia una brava persona. Una brava persona che mi vuole tantissimo bene.

Perché se vuoi bene ad una persona resti con lei. Giusto? Io voglio bene alla mamma e sto sempre con lei. E anche con il mio papā.

Il mio altro papā non č pių con me, ma la mamma dice che io gli assomiglio molto. E mi piace quando lo dice. Mi piace assomigliare al mio altro papā.

A volte lo dice anche lo zio Linc. Quando mi prende sulle spalle e mi fa fare l’aeroplano. Dice che rido come rideva il mio altro papā, quando era piccolo. E dice anche che ho i suoi occhi.

Una volta li ho visti, gli occhi del mio altro papā.

Era alla Tv. Parlava alla mamma. E allo zio Linc. E sembrava triste. E anche contento. Perché sorrideva. E a me piace il sorriso dell’altro mio papā. Sembra il sorriso di un papā buono.

Se chiedo alla mamma com’era, il mio altro papā, lei dice che era come una tempesta. Una di quelle tempeste forti forti che portano via tutto. E quando se ne vanno lasciano tutto diverso, tutto nuovo.

Io non ho paura delle tempeste. Mi piacciono molto le tempeste.

Perché ci sono le nuvole tutte scure scure e poi. Poi arriva un lampo e diventa tutto bianco. E poi. Poi c’č la pioggia, e la pioggia mi piace tanto tanto.

Per questo. Per questo vorrei che questo mio altro papā. Vorrei che lui tornasse. Come fanno le tempeste. E vorrei che mi prendesse in braccio e giocasse con me.

E se il mio altro papā era come una tempesta, allora credo che mi sarebbe piaciuto.

E gli avrei voluto bene. Pių bene di quanto gliene voglio ora. Anche se non l’ho mai conosciuto, il mio altro papā.

 

 

 

Bonus - # Padre – prima versione

# Padre

Il papā?

Perché mi chiedi di papā?

Mi piace il mio papā! Mi porta a giocare a baseball al parco il pomeriggio; e alla domenica mi compra le patatine e anche il gelato! Anche se la mamma non vuole, quando andiamo al cinema papā mi compra i pop-corn. Quelli nel secchiello grande grande! E poi li mangia assieme a me, cosė se lo scopre la mamma deve sgridare tutti e due.

Quando mamma č impegnata viene lui a scuola a prendermi e facciamo i compiti assieme. Anche se i suoi compiti sono sempre pių belli dei miei. Ha sempre tante carte, quando facciamo i compiti e ogni tanto me le lascia guardare. Mi piace farlo! Sono strane e a volte provo a capire cosa possano essere. Papā dice che sono troppo difficili per me, ma io ho capito che sono per il suo lavoro. E che sono cose segrete. Per questo non lo dico mai alla mamma. Č il nostro segreto. Mio e del mio papā!

No? Ho sbagliato? E perché?

Ah, tu vuoi sapere dell’altro. Dell’altro mio papā.

Non lo ricordo bene, il mio altro papā. Non lo conosco.

Il mio altro papā non č mai stato con me. Mamma dice che se n’č andato prima che io nascessi. E dice anche che mi voleva bene. Tanto bene. E che se n’č andato proprio perché mi amava tanto.

Io non lo so. Non lo capisco.

Se vuoi bene ad una persona resti con lei. Giusto? Io voglio bene alla mamma e sto sempre con lei. E anche con il mio papā.

Una volta l’ho visto alla Tv, il mio altro papā. Parlava alla mamma. E allo zio Linc. Sembrava triste. Non lo so. E la mamma piangeva, mentre lo guardava. Ma se la fa piangere, perché lo guarda ancora? Io non lo capisco. Abbiamo il papā con noi; il mio papā non ci lascia mai soli.

Non come l’altro papā. Quello della Tv.

Lui se ne č andato.

Mamma dice che gli somiglio. Ma io non ci credo.

Io voglio assomigliare al mio papā! O allo zio Linc! O a L.J., mio cugino.

Io non voglio assomigliare all’altro papā, quello della Tv. Perché lui sembra tanto triste, e non sorride molto. E parla piano piano. E ha delle mani grandi grandi e secche secche. Come le mani dei vecchi. Come le mani della signora Finn, quella che abita nella casa accanto. Č gentile, ma ha delle mani secche secche come quelle dell’altro mio papā. E io ho sempre paura che si rompano, quando mi ridā la palla.

Le mani del mio papā non sono cosė. Le mani del mio papā sono grandi e forti. E possiamo giocare a baseball, con le sue mani. Credo che la pallina le romperebbe, le mani dell’altro mio papā.

Se chiedo alla mamma com’era, il mio altro papā, lei dice che era come una tempesta. Una di quelle tempeste forti forti che portano via tutto. E quando se ne vanno lasciano tutto diverso, tutto nuovo.

Io ho paura delle tempeste. Ho paura dei tuoni e dei fulmini.

Quando c’č una tempesta mi nascondo sotto le coperte. Oppure vado da mamma e papā. E papā ride sempre, perché dice che gli ometti non dovrebbero avere paura della pioggia.

Ma io ho paura, uffa! Perché le tempeste urlano, e a me piace quando il mio papā ride.

E se il mio altro papā era come una tempesta, allora non credo che mi sarebbe piaciuto.

Se lo vorrei incontrare? Non lo so.

Se incontrassi l’altro mio papā, il mio papā sarebbe triste. Perché penserebbe che non gli voglio pių bene. Ma io gliene voglio! E tanto! Non come all’altro papā. A lui non voglio bene.

Perché non l’ho mai incontrato.

 

 

 

 

 

 

 

 


E dopo la madre, il figlio.

E questa č stata davvero un parto complesso. Gemellare. Perché l’avevo scritta prima. Prima di vedere la nuova serie e di scoprire esattamente cosa Micky pensasse di suo padre. Come se lo immaginasse. E io, da buona amante dello zucchero, mi ero immaginata un rapporto angst. Ma proprio proprio angst.

Del tipo: non ho mai visto il mio papā; mi ha abbandonato; lo odio.

Dell’odio che possono avere i bambini (anche quelli intelligenti, anche quelli amati) verso una figura che non hanno mai incontrato. E che potrebbero odiare di sentirsi sbattere in faccia.

Forse pių che odio sarebbe indifferenza. Perché i bambini non si affezionano a quello che non conoscono. E quindi non lo rimpiangono.

La prima versione di # Figlio era cosė.

Un non rapporto fra Micky e suo padre.

Poi. Poi ho visto la prima puntata. Poi ho visto le altre puntate. L’amore di Michael per quel figlio mai conosciuto; per quel figlio mai abbracciato. L’amore per quella vita che si era visto strappare quando non credeva possibile avere.

E allora ho detto no: ho detto che proprio non potevo snaturare cosė questo bambino. Anche perché vederlo con indosso la maglietta di calcio e il nome Scofield sulla schiena, portato come un’armatura, come una copertina di Linus che da tutto difende era insieme troppo tenero e troppo importante. Come le parole di Sara, come la descrizione di Sara dell’adorazione di Micky per quel padre mitizzato.

Mi dispiace solo che non abbiamo mostrato un vero momento padre-figlio, un momento di quiete in cui potessero confrontarsi.

Ecco allora questa flash doppia, con la prima versione in calce, perché č comunque l’idea che avevo io a scatola chiusa. Banale. Ok. Ma ci ero affezionata.

Inoltre. Inoltre nulla mi toglierā dalla testa il fatto che per Micky le figure paterne sono due. Il padre biologico e il padre putativo. Perché anche se Jacob č il cattivo della situazione, forse di un sadismo estremamente raffinato e deviato, a quel bambino vuole bene. O almeno gli fa credere di volergli bene. Quasi facendolo rivoltare contro il suo vero padre, contro quello stesso padre che Micky idolatra.

Quindi sė: Micky a quest’etā (prima dei sette anni) ha due padri. Ed entrambi sono importanti per lui.

Fatemi sapere cosa ne pensate!





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