Entro dentro un apparente bar, dove non si respira altro che odore di bruciato e liquore.
Mi siedo al bancone, dove uno sgabello è rimasto miracolosamente in piedi.
Davanti a me, dietro la parete di bottiglie rotte c'è uno specchio crepato.
Il mio riflesso mi spaventa a tal punto che quasi cado sul pavimento in legno.
All'esterno non c'è alcun rumore.
All'interno del locale invece, il battito accellerato del mio cuore sembra riempire l'intera stanza, partendo direttamente dalla mia gola. Come un nodo troppo stretto o come quando non riesci a deglutire.
Continua a battere. Ormai lo sento nelle orecchie. Sempre più forte, come se volesse farsi sentire anche da chi ormai non c'è più.
Intanto il mio riflesso continua a fissarmi, come se non mi riconoscesse.
Sento il nodo in gola stringersi lentamente.
Non capisco. Inclino leggermente la testa e quell'uomo allo specchio segue il mio movimento.
Ho le vertigini.
Mi aggrappo al bancone, che si sgretola sotto la mia presa.
Ormai il cuore batte talmente forte che mi sembra di non riuscire più a sentire altro.
Il sangue mi pulsa dolorosamente nella tempia.
Continuo a fissare il mio riflesso nello specchio scheggiato.
Ha qualcosa di strano, qualcosa che non va.
Non mi piace.
Il mio riflesso mi osserva di rimando.
Esatto, ho detto che mi osserva.
Sento la terra sotto i piedi farsi più molle e la lingua sembra essersi seccata. Mi viene da vomitare e il cuore continua a battere sempre più forte, ormai è l'unico suono che ricordo di aver mai sentito.
Faccio scorrere lo sguardo lungo le file di bottiglie di alcolici sprecati, cercando di distrarmi.
Butto un ultimo sguardo allo specchio.
Mi sembra che mi abbiano fatto una doccia gelata.
Sento la forza abbandonarmi.
Non ho più peso.
Non mi reggo più in piedi e cado a terra.
Guardo per un attimo il soffitto con gli occhi pieni di terrore.
Io non ho fatto l'occhiolino.
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