Not a sound

di FunnyYoungMe
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perdono

Perdono...



Il giorno prima dell’uscita


Kyuhyun era seduto sulla sedia, le dita appoggiate sopra i tasti del piano. Stava pensando e un’ombra di tristezza oscurò i suoi lineamenti, portandolo ad allontanare la mano che reggeva il quaderno di disegni di Jongwoon. Il suo sguardo era fisso su uno in particolare, uno che ritraeva lui.

Bello, vero Kyu-ah?” Domandò Ryeowook in piedi alle spalle del minore.

Sì”, rispose il castano prima di girare sulla sedia e guardare in viso l’amico. “Mi stavo chiedendo Wookie se questo indicasse che piaccio a Jongwoon almeno un po’.”

Non posso rispondere a questa domanda. Credo tu lo sappia meglio di me, ma devi prima abbandonare le tue insicurezze e vedere il vero Yesung. Voglio dire, non penso disegnerebbe il tuo viso così tante volte se ti odiasse.”

Non lo so, anche se mi piacerebbe saperlo”, ribatté piano.

Lo scoprirai. Avete appena ricominciato come amici.”

Ha! Amici...” Disse sarcastico e amareggiato il castano.

Cosa c’è Kyuhyun? Che problema c’è adesso?” Domandò il maggiore, preoccupato per Kyuhyun.

Sono preoccupato che non mi perdoni mai per quello che gli ho fatto, o peggio ancora, che riesca a perdonarmi ma che non si fidi più di me. Continua a ricordarmi tutti i miei sbagli e il mio cattivo comportamento contro di lui mi si sta ritorcendo contro come un boomerang. Il peggio è che non posso ribattere nulla a quello che mi dice perché ha tutto il diritto di comportarsi così e di non fidarsi delle mie parole.” 

"Dagli tempo Kyu. Devi capirlo, è ferito ora e la sua reazione è normale.”

“Lo so, ma non significa che le sue parole mi facciano meno male”, mormorò il minore triste e amareggiato, ma quando sollevò il capo, Ryeowook vide nei suoi occhi pura determinazione.

“Comunque mi tratterrò e farò il necessario per sanare e creare un legame indissolubile.”

“Ti conosco da tanto tempo e ho sempre saputo, o almeno sperato, che un giorno saresti tornato ad essere il Kyuhyun che conosco. Sei una brava persona dal cuore d’oro che si è smarrita per un po’ e forse è per questo che volevi scusarti con Jongwoon; hai una coscienza e dopo che hai scoperto cosa stava accadendo nella sua vita, sei subito tornato ad essere il vero te stesso. Posso vederlo nei tuoi occhi che hai una sola intenzione: aiutare e sostenere Jongwoon.”

Kyuhyun annuì e accennò all’altro di continuare; sapeva che c’era un “ma” da aggiungere.

“Ma c’è qualcosa che mi sto domandando da un po’. Perché insisti ad aiutarlo? Escludendo quello che ho appena accennato, cioè che hai una natura compassionevole pronta ad aiutare chi ne ha bisogno. Voglio dire, sei Cho Kyuhyun, orgoglioso e quant’altro, che non ammette mai di essere sbagliato e se hai lasciato da parte il tuo orgoglio per qualcun altro, significa che quella persona è molto importante.”

“Se chiedergli scusa perché ho fatto qualcosa di sbagliato, se volerlo aiutare, se volere essere suo amico e stargli sempre accanto significa che lui è importante per me, allora hai ragione, lo è. Non farei mai nulla di simile per qualcun altro, per qualcuno di cui non m’importa nulla. Lui p entrato nella mia vita e io voglio che ci rimanga per sempre non perché mi ha aiutato a capire quant’è importante essere sé stessi e fregarsene di quello che gli altri vogliono che tu sia, ma perché mi sembra di non essere capace di andare avanti senza lui al mio fianco.

Ho questo bisogno di vederlo almeno una volta al giorno, altrimenti starei tutto il giorno preoccupato; voglio sentire la sua voce per sapere che lui è qui; mi piace bisticciare con lui perché è divertente; mi diverto a giocare coi videogames con lui, anche se mi fa arrabbiare quando devo continuare a ripetere le stesse cose; è bello dargli da mangiare contro la sua volontà e vederlo condividere il cibo con me; mi basta anche stare insieme a fare nulla.”

Anche mentre parlava di cose semplici, i suoi occhi brillavano in modo particolare. Ryeowook avrebbe voluto ridacchiare perché non aveva mai sentito quel tono delicato e gentile e non aveva mai visto il suo amico comportarsi in modo così dolce. Era perfino sicuro che Kyuhyun non si fosse nemmeno reso conto dell’aura che emetteva quando parlava di Jongwoon.

“Non mi piaceva come sono finite le cose in quel giorno che ho umiliato Jongwoon, ma ho permesso al mio maledetto orgoglio di guidare le mie azioni. Mi sentivo in colpa e schifato dalle mie stesse azioni contro di lui anche se non volevo ammetterlo a me stesso, preferendo relegare quei sentimenti in un angolino della mi coscienza, ricordando a me stesso che avevo fatto solo quello che lui si era andato a cercare. Non avevo mai capito la sua indifferenza e mi sentivo ferito nell’orgoglio all’inizio e dopo nei miei sentimenti ogni volta che faceva come se io non esistessi.

Se non mi avessi detto la verità, sarei ancora qui ad auto convincermi che era tutta colpa sua e che prima o poi mi sarei dimenticato di lui. Volevo vendere la casa e andarmene perché abitare vicino a lui mi stava facendo impazzire.

È stato difficile da ammettere, ma quando ho rovinato ogni legame che si era creato, quando l’ho buttato fuori dalla mia vita, mi sono sentito addolorato e vuoto, come se qualcosa mancasse. Era lui che mancava.”

“Come devo interpretare tutto questo, Kyu-ah?” Domandò Ryeowook con il desiderio che capisse cosa significassero le sue parole.

“Per rispondere alla tua domanda… Voglio aiutarlo perché glielo devo. Lui è la luce che illumina la mia vita e che mi guida verso l’auto accettazione e la calma. Voglio essere la sua luce perché voglio che sia felice. È questo che mi importa, la sua felicità. Per la prima volta nella mia vita posso dire e capire l’espressione ‘se lui è felice, lo sono anche io’.”

Ryeowook sospirò, pensando che l’amico a volte poteva essere molto ottuso, per cui qualcuno doveva aprirgli gli occhi.

“Capisco. Cho Kyuhyun si è finalmente innamorato.”

“Taci, non è vero”, replicò Kyuhyun, abbracciando inconsciamente l’album da disegno di Yesung.

“Non ti biasimo se non hai capito di provare dei sentimenti per un’altra persona, ma presenti tutti i sintomi di un uomo innamorato.”

“Per ora, tutto quello che so, è che voglio che Jongwoon stia bene, che speri in una vita migliore.”

“Possibilmente con te.”

“Non possibilmente ma sicuramente. Comunque, dimmi una cosa… Chi è l’artista preferito di Yesung?”

Ryeowook alzò gli occhi al cielo e rispose alla domanda del minore.


Nel giardino di Yesung


Yesung era seduto sull’erba mentre scriveva sul suo quaderno quando notò dalla coda dell’occhio che due figure si erano fermate davanti a lui prima di sedersi di fronte a lui. Heechul ne approfittò per prendere tra le mani il coniglio.

“Cosa stai facendo con lui?” Domandò Sungmin, guardando sospettoso suo fratello maggiore.

“Voglio lanciarlo per attirare l’attenzione di Yesung.”

“Fallo e dopo vedrai il tuo gatto volare dal quarto piano...”

“E poi tu seguirai il tuo coniglio.”

“E tu farai la mia stessa fine.”

“Avete finito?” Domandò Yesung prima che Heechul potesse aggiungere altro.

“Buon pomeriggio, fratellino”, disse ironico Heechul.

“Cosa volete? Voglio dire, ci deve essere una ragione per cui siate qui...”

“Ah vedi, ero stanco di aspettare che tu venissi da me e mi raccontassi cosa c’è tra te e quel ragazzino viziato, soprattutto visto che me l’avevi promesso.”

“No, non l’ho mai fatto.”

“Sì l’hai fatto. Ti ho detto ‘vieni dopo e mi racconti tutto’ ed è stato deciso così.”

“Sappiamo che l’hai perdonato, ma… perché?” Sungmin interruppe la loro inutile discussione.

“Be’, non so come rispondere; l’ho solo fatto.” Yesung scrollò le spalle.

Non mi meraviglio”, commentò Heechul. “Ye… Scusa, Jongwoon… Sei sempre stato una persona gentile e anche se ora ti comporti come un principe dal cuore di ghiaccio, non puoi scappare da te stesso. Sei ingenuo, clemente e pietoso. Ma dopo quello che ti ha fatto, dopo che ha insultato il tuo prezioso Jongsung, pensavo avresti cambiato e lo avresti mandato al diavolo. Per me, non si merita di essere perdonato. E ora vi state anche comportando da buoni amici.”

“È la prima volta che concordo con Heenim.”

“Come se avessi bisogno delle vostre opinioni”, replicò Yesung leggermente irritato.

Odiava essere criticato per le sue decisioni, specialmente per quelle che nemmeno lui era certo, soprattutto quella scelta.

“Be’, se avessi prestato ascolto a noi dall’inizio, non dovresti avere a che fare con quell’idiota e non ti addormenteresti piangendo come una ragazza.”

“Yah Heechul, smettila. Eravamo venuti per fargli domande, non per giudicarlo.” Sungmin diede una lieve sberla sulla testa del maggiore. “Vogliamo solo comprenderti”, aggiunse dolcemente rivolto a Yesung.

Sembrava sincero. Dopo un po’ di tempo è venuto da me e mi ha chiesto perdono nonostante avrebbe potuto non farlo. Lo vedevo nei suoi occhi, nella sua espressione che era spaventato per quello che avrei potuto dire e quando mi ha parlato, le sue parole erano piene di disperazione.”

“Come fai a s...” Cominciò a dire Heechul ma il fratello minore lo interruppe picchiandolo più forte di prima.

“Quando mi ha chiesto perdono non potevo dirgli di no. Volevo davvero che fossero vere quelle parole e volevo dargli una seconda possibilità per provarmi di essere degno del mio perdono e della mia amicizia, ma...” Gli occhi di Yesung si intristirono. “In questo momento sto lottando molto con me stesso e non posso evitare di ricordare che mi ha ferito profondamente e continuo a ricordarglielo. È una specie di vendetta che all’inizio mi ha dato un certo senso di soddisfazione, ma ora mi sento male, anche se non riesco a fermarmi. Questo non è l’unico problema… Non gli credo.”

Non ti biasimo e vendicarti è la cosa giusta da fare, ma sei una buona anima e ti senti male per quello. Inoltre, ho notato la sfiducia che hai in lui. Ricordo quando è venuto a prenderti per andare a passeggiare e non sei andato con lui, o quando ti sei portato dietro Sungmin. È comprensibile e hai tutto il diritto di sentirti così”, disse Heechul.

“Ma non è giusto. Se hai deciso di dargli un’opportunità e l’hai perdonato, allora non dovresti comportarti così perché è come se stessi aspettando che lui commetta un altro errore e in questo caso, secondo me, sarebbe tutto inutile dato che in realtà non l’hai davvero perdonato”, aggiunse Sungmin.

E se stesse giocando con me di nuovo?! Devo stare attento.”

Anche se sai che stava giocando con te all’inizio, ti ha preso comunque in giro e ti ha ferito lo stesso. Inoltre sai quello che dicono: ‘se mi imbrogli due volte, la colpa è mia’.”

“Ehi, smettila Heechul, non essere negativo e Jongwoon, se hai questo tipo di pensieri, allora non avresti dovuto dargli una seconda possibilità perché in quel caso, sei tu che sta giocando con lui.”

Yesung spalancò gli occhi, colpito dalle parole del suo fratello minore. Non aveva mai pensato in quel modo, ma ora che Sungmin si era espresso così, gli sembrava vero.

“Woonie, non voglio farti sentire male, ma credi davvero che stia di nuovo giocando con te?”

Yesung scosse il capo. “No, ma… Può succedere di tutto.”

“Facendo così, non riuscirai a risanare o creare un legame migliore.” Sungmin cercava disperatamente di aiutare Yesung a chiarirsi con loro, ma soprattutto con se stesso.

“È buono con me. Viene ogni mattina in camera per portarmi la colazione, sopportando il mio umore mattutino, e sapete quanto sono insopportabile. Sta in silenzio quando mi perdo nei miei pensieri e ora raramente si arrabbia con me quando lo ‘ignoro’. Ascolta i miei discorsi sui pittori, sulle tartarughe, su qualunque cosa stupida che mi viene in mente, anche se lui mi annoia con le sue curiosità matematiche. Abbiamo passato delle notti insieme e lo lascio abbracciarsi a me e mi piace pure. Si preoccupa del mio benessere e anche senza sapere cosa c’è di sbagliato con me, insiste a volermi aiutare ad affrontare il mondo. Cioè, perché dovrebbe fare tutto questo quando non ne ricava nulla? Perché il suo viso dovrebbe esprimere emozioni oneste se volesse solo giocare di nuovo con me?”

Questo lo rende ancora più sospettoso. Non è come prima, quindi perché ora?” Heechul continuava ad essere scettico.

“Lui era così prima. Si preoccupava per me alla sua maniera, ma era confuso...”

“Ti voleva fregare.”

“Lo pensavo anche io, ma ricordo che c’erano volte in cui si era onesto con me. Le sue preoccupazioni, i suoi tentativi di aiutarmi… Non c’era motivo per cui passeggiasse con me, per cui stesse con me tutta la notte quando nostro padre non c’era, per cui mi accompagnasse in cartoleria e mi comprasse la pittura. Non aveva bisogno della mia fiducia, non per fare quello che ha fatto quella notte.”

Il tono di Yesung aumentava ad ogni parola pronunciata, finalmente realizzando cosa voleva. Sungmin era contento che Yesung stesse cominciando a capire il loro vicino.

Secondo la tua logica Heechul, perché avrebbe dovuto sprecare il suo tempo con me, quando aveva già ottenuto quello che voleva? Perché avrebbe dovuto raccontare la verità ai suoi cosiddetti amici, rovinando la sua immagine, quella per cui aveva lottato così tanto? Perché avrebbe dovuto ingoiare il suo orgoglio per venire a chiedermi scusa? Non ha senso, vero? L’unica ragione per cui starebbe facendo tutto questo per ferirmi nuovamente, sarebbe perché lui è una persona cattiva, uno psicopatico che gode della miseria altrui. Quello che ho visto nel suo viso non è nemmeno vicino a quello che si vede nel volto di un bastardo indifferente. Mi dà l’idea di un ragazzo dal cuore gentile che vuole aiutare e che sta facendo di tutto per dimostrare le sue intenzioni e per stare al mio fianco.”

Jongwoon si alzò e guardò serio i suoi fratelli, vulnerabile ma allo stesso tempo confidente.

Almeno questo è quello che mi dico ogni volta che dubito di lui. Questo mi spinge a credere in lui.”

Heechul guardò Yesung, che in quel momento gli sembrava fragile. Mentre parlava sembrava che volesse convincere più se stesso che loro.

“Ma perché?” Chiese nuovamente il maggiore. “Perché devi riprenderlo nella tua vita? Va bene perdonarlo, ma lui può andare avanti con la sua così come te con la tua.

Yesung guardò perplesso Heechul, non avendo mai pensato quelle cose. Ma per lui stare senza Kyuhyun non era un’opzione, era impossibile.

“Io… Io devo. Non riesco a pensare ora ad un giorno in cui Kyuhyun non è con me. È impensabile. È come una legge naturale per Kyuhyun stare con Yesung. Non so quando e come è successo, ma la sua presenza è una certezza.

Guarda cosa mi ha fatto; penso alla vita come qualcosa di normale. Con i suoi bisticci, il suo comportamento, il suo bisogno disperato di essere notato da me, è diventato parte della mia vita e io mi sono abituata ad ogni cosa che facciamo insieme. Mi sono abituato alle nostre mattine, ai nostri litigi infantili, ai nostri commenti intelligenti, ai nostri pomeriggi passati a giocare coi videogames. Se non ho tutto questo, non ho nulla. Non credo di poter immaginare come sarebbe una giornata se mi svegliassi e stessi da solo tutto il giorno. Ma non è solo un bisogno della mia vita quotidiana; gli sono anche grato per quello che ha fatto, per avermi riportato in vita. Mi ha salvato e non lo sa nemmeno.”

“Com’è possibile?” Domandò Heechul.

“Non lo so.” Sungmin ridacchiò. “Jongwoon hyung è sempre stato così, da quando eravamo giovani.”

“Lui sceglieva una persona e diventava suo amico. Quando andavamo a scuola, un giorno è venuto con un ragazzino dicendo che era il suo migliore amico e quando mamma gli domandò il perché, lui rispose dicendo che gli piaceva, che aveva un’aura bianca attorno che lo rendeva buono, mentre quelli che l’avevano grigia erano cattivi.”

“Sì, lo ricordo. Ho dovuto picchiare qualcuno perché continuavi ad urlare alle persone sulle loro aure colorate e alcuni ragazzini avevano cominciato a prenderti in giro. Eri… No, sei strano.”

“Senti chi parla”, mormorò Jongwoon.

“Il punto è che… ti piace”, strillò Sungmin.

“Voglio solo che non mi deluda.”

“E se lo fa?” Lo interrogò Heechul. “Questa volta posso davvero ucciderlo e tu non puoi dire nulla… Posso spacciarlo per un suicidio.”

Yesung scosse semplicemente il capo e con un gesto della mano, li lasciò lì fuori.

“Gli piace. Ma davvero tanto”, disse Sungmin. È

“Tu dici?! Sono sicuro che non se n’è nemmeno accorto, ma ha detto ‘per Kyuhyun stare con Yesung’ e lui, fino a poco fa, non voleva nemmeno menzionare quel nome, ma l’ha appena fatto. Inoltre, non l’ha mai chiamato Kyuhyun, ma solo ragazzino e cose così...”

“È proprio cotto”, aggiunse il minore canticchiando.

“E cosa c’è di buono, scusa?”

“Heenim, non preoccuparti. Ci siamo noi con lui, okay?”

“Hai mai provato la carne di coniglio?” Domandò all’improvviso Heechul. Sungmin gli rispose con un calcio.







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