La scienza della deduzione

di Rain_K
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Qualche giorno dopo aver giocato con la sua stessa vita e con quella delle persone a lui care durante la visita di sua sorella Eurus, Sherlock in una particolare a occasione si è trovato in una situazione davvero difficile. Eurus gli aveva posto un indovinello, non proprio di buon gusto, mostrando una bara con una frase sopra incisa: ti amo. Sherlock era riuscito ad arrivare alla risposta: Molly, Molly Hooper, la ragazza che l’aiutava nel suo lavoro, che lui considerava come un’amica mentre lei invece ne era innamorata, a lei era destinata. Il < gioco > consisteva nel far ripetere a Molly quelle stesse parole senza svelare dove si trovasse e che fosse in pericolo. Lei si sentiva confusa, umiliata e affranta per quello che Sherlock stesse cercando di farle pronunciare e così ormai stanca delle suppliche di Sherlock, Molly rivolge a lui la domanda: Tu mi ami? Dimmelo!.
Il signor Holmes si trovò costretto a ripeterle per salvarle la vita ma che a lui erano così difficili perché se amare era considerato naturale non lo era per Sherlock. Lui si considerava spostato col il suo lavoro, niente amore nella sua vita, pochi amici e quello bastava, ma non sapeva che prima o poi anche l’uomo più indifferente all’amore cede come un ramo seppur robusto può piegarsi ad un forte vento.
 




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