Droghetto o Scherzetto

di Arya Tata Montrose
(/viewuser.php?uid=451626)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.




Droghetto o Scherzetto


 
Fu nel momento esatto in cui Levy gli propinò quel volantino che Gajeel comprese l’insistenza con cui, esattamente due mesi prima, la ragazza l’aveva indotto a seguire, inconsapevole, il suo piano.
Così ora Gajeel si trovava a due passi dal palchetto che i suoi amici avevano allestito con un paio di cavalletti ed una tavola di legno, mentre dirigeva occhiatacce alla più bassa e sorridente figura accanto a lui. 
«Come diavolo hai fatto a convincermi?» le borbottò.
Una cascata di capelli color della neve vorticò come lei si girò verso di lui. «Se non fossi venuto, Natsu e Gray ti avrebbero portato di peso con un costume da coniglio che avevano ordinato apposta.»
In risposta, ottenne solo un grugnito.
«Oh, su, ammetterai che ci fai decisamente una figura migliore, vestito così»
Altro grugnito, 'sta volta interpretabile come un assenso. Levy sorrise, prima che la squillante voce di Erza, vestita da Vedova Nera, li annunciasse su quello che avevano il fegato di chiamare palco. Le restanti nove persone presenti nella stanza si voltarono a guardare il siparietto che «dovrà obbligatoriamente essere presentato alla festa», come recitava il messaggio che Gajeel aveva scoperto esistere solo una settimana prima.
Guardò Levy e pensò che dei, per quella ragazza avrebbe fatto di tutto – ma un po’ di contegno doveva pur mantenerlo, quindi si limitò a ghignare e ad alzare gli occhi al cielo, prima di cominciare.
Levy mise il suo miglior viso stupito e riuscì persino a farsi brillare gli occhi. «Drogo, my love!» singhiozzò. «How are you still alive?»
Con la voce roca e lo sguardo solo per lei, Gajeel s’impegnò per far uscire al meglio la sua battuta, come se lui fosse Jason Momoa stesso. Quindi, serio come la morte, disse: «I killed Death in front of its own children»
Si sentì un lieve applauso e, girandosi, i due videro Lucy, Jet e Droy in lacrime e Gray che bisbigliava un rassegnato “Era così che doveva andare”. 


 
Angolino autrice
Massalve! Erano tipo ere geologiche che non mi trovavo a scrivere su questi due, ma la Nana mi da i prompt belli e io non posso non farci nulla! Per il prompt, tra l'altro, devo citare questo video, da cui l'idea è presa. E niente, l'ho buttata giù in cinque minuti netti e questi sono i risultati. Chiedo venia e spero vi abbia regalato almeno un sorriso. 
Grazie alla Nana che beta sempre e grazie a tutti voi, che ancora state qui a darmi corda!
Baci, 
Tata

P.S.: coi titoli sono impedita, chiedo venia




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3717022