Perdono

di jarmione
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Versi lacrime di dolore ogni giorno.

Osservi la tua vita e ti rendi conto che non hai concluso Niente nonostante la tua giovane età.

La disgrazia è sempre in agguato.

Stronza.

Bastarda.

Ma non capisci che questi appellativi sono riferiti a te e non alla vita che si ritorce contro?

Ti asciughi gli occhi, cerchi di vedere.

Ma non riesci.

Scrivi quelle poche righe su un foglio che lascerai in cucina, ben sapendo che verrà stracciato o ignorato.

 

Non ho concluso niente

Non ho salvato nessuno

Il male subito mi ha reso consapevole di questo

Ti ringrazio per avermi fatto del male

Per avermi fatto sentire diversa

Per aver alzato le mani e avermi umiliata

Chiedo perdono per averti amato

 

Lo lasci lì, scritto in stampatello e aperto.

Se lo pieghi non hai certezza che venga aperto.

Vuoi solo poter dimostrare che la testa ancora funzionava prima di uscire di scena.

Prendi il bicchiere che hai preparato poco prima.

Ne bevi il contenuto e appoggi la testa sul tavolo.

Sai che non si dovrebbe fare, ma sai anche che non ti importa niente.

Seti un forte senso di nausea.

Lo stomaco inizia a contorcersi.

Pensi che lo rigetterai a starai ancora lì.

Ma per tua fortuna non accade.

Cadi a terra.

Il tuo corpo scosso da spasmi.

Senti i tuoi organi interni sciogliersi.

Riesci comunque ad emettere un sorriso.

Pensi a colui che leggerà il biglietto, se lo leggerà, alla bottiglia di acqua e acido muriatico vicino al bicchiere.

Lentamente chiudi gli occhi, con la consapevolezza di non risvegliarti più.

Sapendo che, finalmente, la tua condanna si è conclusa





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