Hogwarts

di Stella cadente
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23.

 

L’aveva vista.
Aveva visto quel getto gelido che era scaturito dalle sue candide mani con una potenza terribile; aveva visto il lampo di luce azzurra che aveva attraversato l’aria e colpito Eris in pieno petto, lasciando inquietanti rami di gelo sparsi su tutto il suo corpo.
Aveva visto il volto innocente di Elsa Arendelle trasfigurato in una maschera di rabbia.
Tu non sai niente di me.
Quell’unica volta in cui si erano visti – in cui si erano trovati nella Stanza delle Necessità – aveva detto quella frase come a farne un’arma, come se le parole in essa contenute potessero difenderla. Hans aveva immaginato che fosse un tentativo di difesa; non avrebbe mai detto che avrebbe pensato, con un po’ di preoccupazione, a quanto fosse vero. Non sapeva niente di Elsa, del potere oscuro che si portava dentro, e con lui probabilmente tutta la scuola. Ed era evidente che lei fosse in qualche modo pericolosa.
Il Serpeverde lasciò che il suo sguardo si perdesse tra le fiamme scoppiettanti del camino nella Sala Comune, assaporando la solitudine che sembrava accompagnare tutti i suoi pensieri.
Non aveva intenzione di nascondere a se stesso che quella volta, quando le aveva chiesto lezioni di erbologia, lo avesse fatto per capire cosa avesse da nascondere quella misteriosa e chiusa ragazza. L’aveva trovata incredibilmente, inconsapevolmente affascinante. Quel viso adulto, dolce e puro al tempo stesso, lo aveva attratto a lei come una falena alla lanterna.
Ma adesso, se prima aveva una semplice curiosità, i piani erano decisamente cambiati. Da sempre i suoi familiari aspettavano che lui facesse qualcosa che fosse all’altezza; e quello era il momento di dimostrarlo.
Elsa era il suo strumento, e lui non avrebbe esitato ad usarla come gli sarebbe stato indicato. Sorrise, sollevando un angolo della bocca; lo aveva già fatto, praticamente. E adesso che aveva capito tutto, neanche la sua gemella gli serviva più.
Anna non gli era mai interessata, per dire la verità. Si era, anzi, meravigliato di come fosse stato così facile fare in modo che lei si innamorasse di lui. Ma comunque, lo aveva previsto; quella ragazza era così disgustosamente bisognosa di amore da essere un bersaglio troppo semplice. Dopo solo pochi secondi, stava pendendo dalle sue labbra come niente. Si era veramente annoiato a stare con lei, che dispensava baci affettuosi continuamente, abbracci e gesti che aveva giudicato seriamente imbarazzanti.
Ma la Grifondoro in fin dei conti era solo una pedina, e ben presto lo avrebbe capito brutalmente.
Anche Elsa lo è, in realtà.
Non avrebbe mai dimenticato la sua espressione quando aveva ucciso Eris Goddess. Le labbra serrate dalla rabbia, gli occhi incorniciati dalle sopracciglia scure aggrottate, e quell’espressione piena di rancore che lo perseguitava come una maledizione.
Stava andando tutto per il meglio.
Hans sollevò una mano mantenendo il palmo verso l’alto, e quando frammenti di ghiaccio si sollevarono dalla sua pelle prendendo la forma di un fiocco di neve, si ritrovò a pensare che quello stesso ghiaccio così elegante e temibile fosse proprio come lei.

 
 

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Ciao a tutti!
Ennesimo dei miei capitoli brevi, scusate :’) Avevo in mente di fare un capitolo interamente introspettivo, che mettesse in luce – finalmente – i pensieri di Hans. È un personaggio che finora abbiamo visto poco, e adesso si ritrova ad essere decisamente coinvolto nelle oscure vicende di Hogwarts. Ha visto Elsa uccidere Eris, e come se non bastasse parte dei poteri della Corvonero si sono trasmessi a lui. Inoltre, c'è un motivo se finora ho voluto "oscurarlo": in perfetta coerenza con la sua controparte originale, è cinico, doppiogiochista, e voglioso di mettersi in mostra di fronte alla sua famiglia. Non ha mai amato Anna, l'ha sempre considerata come uno strumento. 
Detto ciò, questi sono i presupposti di questa prima storia: come sempre, sono curiosa di leggere le vostre opinioni. Ci vediamo all’ultimo capitolo della prima parte ;)
Con la speranza che vi sia piaciuto,
Stella cadente






 
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Il Serpeverde lasciò che il suo sguardo si perdesse tra le fiamme scoppiettanti del camino nella Sala Comune, assaporando la solitudine che sembrava accompagnare tutti i suoi pensieri.
 




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