Attimo

di FalbaLove
(/viewuser.php?uid=802546)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Riven aprì lentamente gli occhi:il buio regnava sovrano in quella stanza così pomposa,ma riuscì con poca difficoltà ad individuare la siluette sinuosa di Stella sdraiata affianco a lui nuda ed addormentata. Si stiracchiò sogghignando. Allungò la mano sentendo i suoi polpastrelli venire a contatto con il freddo marmo del comodino ed iniziò a tastare: finalmente trovò l’orologio da polso che poche ore prima aveva abbandonato per dedicarsi “all’attività fisica”. Si grattò il capo notando che era ancora presto:dopotutto erano solo le cinque e aveva ancora un paio di ore di riposo prima di dover lasciare la scuola per sole fate e non finire nei guai. Solo in quel preciso momento si rese conto di avere la gola secca:sbuffò nel procinto di alzarsi e di dirigersi nel bagno. I suoi piedi, per sua fortuna ,vennero a contatto con la soffice moquette che la sua compagna di letto aveva fatto mettere in tutta la stanza. Si avvicinò alla porta il più piano possibile quando sentì qualcosa venirgli scaraventato addosso.
-Ci sono le mie coinquiline,coglione- grignò assonnata la Fata del Sole e della Luna rivolgendo una veloce occhiata al sedere dello specialista al vento.

 

-Cazzo- mormorò
-Cazzo,cazzo,cazzo-continuò lo specialista chiudendo l’ennesimo cassetto. Si grattò nervosamente la testa osservando con sguardo irritato tutti i mobili presenti nel bagno:dove poteva trovarsi uno stupido bicchiere? Si inginocchiò nuovamente a terra puntando un piccolo armadietto in un angolo:lo aprì oramai preso dallo sconforto pregando dentro di sé di non trovare l’ennesimo pacco di assorbenti. Finalmente,con un sorriso soddisfatto,si rialzò dal freddo pavimento stringendo vittorioso il contenitore di vetro:osservò per un secondo il suo riflesso nel grande specchio sopra al lavandino. Sul suo volto regnavano sovrane delle profonde occhiaie,ma il ragazzo era sicuro che non avrebbero interferito con il suo fascino. Mosse leggermente la mano per aprire il rubinetto:finalmente acqua limpida e pura iniziò a scorrere e lui riempì in fretta il bicchiere. Bevve e finalmente si sentì nuovamente ristorato:un grosso sbadiglio gli fece intendere che forse era meglio ritornare a letto. Fece un passo,ma per sua sfortuna il bicchiere gli scivolò dalle mani frantumandosi a terra
-Merda!-urlò a bassa voce osservando i cocci di vetro a terra.
-Cosa è success…-improvvisamente,sulla soglia della porta,comparve un ragazza dal viso nuovo che appena incrociò lo sguardo con la sua figura smise immediatamente di parlare. Riven non poté non osservarla incuriosito:sicuramente si trattava di una delle tre nuove coinquiline di Stella.
 Inarcò un sopracciglio scrutandola con attenzione:era molto alta e lunghi capelli mori le ricadevano scompigliati su una spalla. Il suo corpo,magro e snello,era coperto da una misera vestaglia che lasciava molto alla vista,cosa che non dispiacque per nulla allo specialista. Il suo volto,ambrato,aveva come maggior pregio due occhi verdi e limpidi e labbra carnose come poche:Riven notò malizioso che anche la ragazza lo stava fissando. I suoi occhi scorrevano,imbarazzati,velocemente per il suo corpo praticamente nudo anche se cercava di fissare un punto esterno a lui mentre le sue gote si erano dipinti di un rosso vivo.
-Scusa pensavo fosse una delle mie coinquiline … - mormorò quasi non udibile mentre fissava qualsiasi punto in quella stanza tranne lui. Il ragazzo inarcò un sopracciglio:sicuramente quella ragazza non gli sarebbe dispiaciuta come preda.
-Come vedi io però non sono una tua coinquilina anche se non mi dispiacerebbe- rispose facendole un occhiolino:Flora in quel momento si dipinse di fucsia. Non era mai venuta a contatto con i ragazzi,soprattutto non in quello stato. Quel ragazzo le metteva i brividi con il suo sguardo che sembrava spogliarla sempre di più e di fronte a lui si sentiva completamente vulnerabile. Era talmente imbarazzata che non si domandò neanche per un secondo cosa ci facesse un ragazzo nella loro stanza
-Hai ragione quindi io vado-sospirò e in un attimo la figura scomparve dal raggio di vista del ragazzo:Riven sogghignò.
-Niente male quel bocconcino- pensò ad alta voce passandosi una mano tra i capelli. Si leccò le labbra ancora umide per la bevuta di poco prima mentre con la mente ripercorreva il corpo sinuoso e ambrato della mora
-Flora si può sapere come mai corri?-le orecchie dello Specialista udirono distintamente un’altra voce nuova e femminile provenire dal salottino che metteva in comunicazione le stanze:solo in quel momento Riven si accorse della luce accesa. Si leccò le labbra curioso di vedere un’altra delle donzelle che avrebbe potuto inserire nella sua lista da conquista:purtroppo però la ragazza che gli si presentò davanti gli fece cambiare decisamente idea.
-E tu chi sei?-urlò con voce squillante la strana fata davanti a lui. Riven rimase pietrificato di fronte alla figura parlante.
-Parla,sei forse un maniaco in cerca di ragazze indifese?-urlò ancora più forte quella che forse si poteva considerare donna.
-Ehi calma,anche se lo fossi tu non dovresti affatto avere paura di essere una delle vittime-sogghignò soddisfatto il ragazzo. Musa socchiuse gli occhi con fare cagnesco:i pugni si chiusero e sentì la rabbia scorrere per le sue vene. Chi era quel maleducato davanti a lei?
Intanto lo Specialista aveva incrociato le braccia al petto:la ragazza davanti a lui aveva fatto perdere tutta l’eccitazione derivata dall’incontro con la sventola di prima,Flora molto probabilmente. Ora si trovava invece davanti un misto tra un clown e una ragazza:la figura davanti a lui infatti indossava un pigiama lungo di una improponibile fantasia,,mentre il volto,con una carnagione candida,era macchiata con trucco rimasto probabilmente  dal giorno precedentemente che la facevano sembrare una pazza, e i suoi capelli blu erano accroccati in due imperfetti codini. Riven rabbrividì di fronte a quella vista.
-Senti energumeno mi vuoi spiegare chi sei prima che io ti faccia vedere come ti può picchiare una ragazza?-lo minacciò Musa incenerendolo .A quelle parole il ragazzo iniziò a ridere di gusto:non accennava assolutamente a smettere e anzi si dovette sedere con fatica sul water chiuso per non cadere a terra.
-Si può sapere cosa hai da ridere?-a quelle parole finalmente Riven si asciugò le lacrime
-Beh per fortuna che sei simpatica:comunque piccola io sono l’amichetto di Stella e devi sapere che sono molto stanco. Quindi smettila di darmi fastidio e metti a posto,da brava bambina come sei- disse con tono divertito passandole accanto e imboccando il corridoio.
-E comunque io sono Riven - concluse entrando nuovamente nell’ombra nella stanza della fata di Solaria e richiudendo la porta dietro di lui. Musa rimase a fissarlo interdetta:le sue orecchie non riuscivano ancora ad elaborare le parole viscide di quello stronzo.
-Musa- la voce materna di Tecna fece voltare la Fata che schiumava di rabbia.
-Ma cosa è successo?Ho sentito una voce maschile- mormorò leggermente sorpresa osservando l’amica che continuava a camminare frenetica e incavolata.
-Niente Tecna,niente:speravo solo di riuscire a tenere i coglioni fuori da questa stanza,ma evidentemente mi sbagliavo-concluse la fata della musica spegnendo le luci e sdraiandosi nuovamente sul letto.
River rise di gusto mentre staccava l’orecchio dalla porta: doveva ammettere che quella ragazza era un vero peperino. Si mosse verso il letto e finalmente sdraiò nuovamente accanto alla bionda:quella mugugnò qualcosa con la voce ancora impastata nel sonno.
-Perché ho sentito delle urla Riven?-mormorò rigirandosi nel letto. Lui sospirò con le palpebre che si facevano sempre più pesanti.
-Niente ho avuto in incontro a dir poco spiacevole con una delle tue coinquiline … certo che però non mi avevi detto che una di quelle è una gran figa- Stella si alzò immediatamente mettendosi a sedere:lo specialista però non sembrò accorgersene complice anche il buio che regnava sovrano nella stanza.
-Cosa?-domandò irritata
-Sì ho avuto un incontro a dir poco eccitante con una moretta,il suo nome dovrebbe essere Flora:sicuramente non mi dispiacerebbe come preda-continuò lui imperterrito. Sentì la bionda alzarsi dal letto ed iniziare a cercare qualcosa a terra.
-Vattene- mormorò acida tirandogli addosso i suoi vestiti
-Cosa fai?-domandò lui senza capire
-Ora esci subito dal mio letto e te ne ritorni nella tua stanza o vuoi che inizi ad urlare?- chiese lei con tono seccato:il ragazzo sembrò non capire
-Ma i…-provò a ribattere
-Esci subito!-continuò lei urlando. River sospirò rivestendosi come meglio poteva mentre Stella apriva la finestra che dava sul balcone.
-Ma piccola cosa ho detto di male?-domandò lui senza capire
-Non sei contento?  Ora che ti sei liberato potrai finalmente provarci con quell’insulsa mora che non riesce a spiccicare neanche una parola senza diventare paonazza-replicò lei digrignando i denti
-Ora vattene stronzo-concluse richiudendogli in faccia porta e tende.

 

 

 

Timmy si guardò impaurito tutt’intorno:i corridoi, nonostante fosse la seconda volta che li percorreva, continuavano a sembrargli completamente tutti uguali. Guardò nuovamente il suo palmare per accettarsi che il suo ritardo non si fosse trasformato in un mega-ritardo. Sospirò trovandosi nuovamente in un vicolo cieco:si sistemò,senza perdere la calma, gli occhiali rossi sul  naso. Osservò  la piccola macchia su una delle due lenti,ma quello non era sicuramente il momento più adatto per crucciarsi di un problema così insignificante. Oramai,preso completamente dallo sconforto,mosse velocemente le dita sul monitor dell’apparecchio elettroni anche se si  era ripromesso che iniziando una nuova vita a Fonterossa avrebbe lasciato indietro l’utilizzo eccessivo di computer e altre cose tecnologiche,ma si stava rendendo nuovamente conto che lui,senza tutto ciò,non valeva assolutamente nulla. Riecheggiarono nella sua mente le risate divertite e prepotenti di quelli che una volta considerava “amici”:forse avevano ragione loro,forse lo avevano accettato solo per pietà.  I suoi ricordi e i suoi pensieri furono però interrotti dallo schiamazzo evidente  di ragazzi e sul suo viso si abbozzò un sorriso. Quando finalmente raggiunse il grande portone rimase a bocca aperta:davanti a lui si presentò una stanza con enormi tavolate e milioni di ragazzi. Un brivido di paura e timidezza fece rabbrividire il ragazzo:si schiarì la voce e passò imbarazzato una mano tra i suoi capelli “Pel di carota”.
Iniziò con decisione a camminare verso,forse,l’unico posto libero in un angolo della stanza stando ben attento a non attirare su di lui gli sguardi degli altri ragazzi. Per sua fortuna sembrò quasi invisibile e con non poca ansia finalmente raggiunse la sua metà:sospirò sollevato incominciando l’ultimo passo prima si raggiungere la panca,ma sentì qualcosa bloccare il suo piede e senza rendersene conto i suoi occhi castani guardarono da troppo vicino il pavimento. Un boato si estese per tutta la sala e Timmy  sentì su di lui milioni di occhi puntati:avvampò mentre pregava con tutto il cuore che quello fosse soltanto uno dei suoi soliti incubi. Purtroppo però la sensazione di vergogna era reale e le sue orecchie riuscivano a udire distintamente i commenti inerenti a lui accompagnati dalle risate:ad un certo punto udì però una voce calma e sincera elevarsi sulle altre.
-Ehi amico stai bene?-chiese un ragazzo alto allungando verso di lui la mano:Timmy restò un attimo sorpreso da quel gesto,ma poi,abbozzando un sorriso,prese con decisione la mano dell’altro Specialista.
-Niente di rotto vero?-domandò questa volta il ragazzo con i capelli corvini seduto affianco al posto vuoto:Lo specialista dai capelli arancioni scosse la testa quasi impercettibilmente prima di accomodarsi accanto a lui.
-Si può sapere perché l’hai fatto?-chiese con decisione il ragazzo biondo ad un altro seduto accanto a lui:Timmy lo fissò con attenzione. Il suo comportamento,il suo aspetto e i suoi modi di fare li ricordavano terribilmente i bulli del suo pianeta,ma non riusciva ancora a capire a cosa si riferisse il biondo.
-Non dirmi che non è stato divertente-smorzò ridendo il ragazzo dai capelli fucsia afferrando il bicchiere d’acqua davanti a lui.
-Da quando fare del male a qualcuno è divertente?-commentò questa volta il moro stringendo i pugni:la tensione era tanta.
-Calmo principino,calmo:cos’è oggi ti sei svegliato male poiché tuo papà non ti ha dato la paghetta?-chiese sarcasticamente sciogliendosi in una risata quasi maligna:Timmy intanto osservava i tre ragazzi senza capire.
-Calmati Sky,mi sa che provare a dialogare con lui è completamente inutile- lo calmò lo specialista dagli occhi azzurri. Timmy deglutì:il nome Sky non gli era per niente nuovo …
-Non è colpa mia se trovo divertenti gli sfigati come lui e ora scusatemi , ho molte cose da fare-concluse sfidando con lo sguardo l’amico del principe.
-Certo, vai dalla puttana con cui hai passato la notte-bisbigliò Sky,ma nonostante tutto, fu perfettamente udito dallo Specialista con i capelli fucsia.
-Lo so che sei invidioso principino:vedrai quante ragazze di Alfea cadranno ai miei piedi questa sera alla festa. A dopo sfigato-tagliò corto incenerendo il povero Timmy che deglutì con imbarazzo.
-Io non riesco proprio a sopportarlo un tipo così, - mormorò quasi  arreso il futuro re rivolto al biondo:quello lo consolò con una pacca amichevole sulla spalla prima di girarsi verso Timmy.
-Scusa Riven,ma è un ragazzo … come posso dire … problematico. Lo sgambetto non è stato per niente divertente e quindi vorrei scusarmi a nome suo -il ragazzo da Zenith rimase colpito dalle parole sincere di quello che doveva chiamarsi Brandon :mai in vita sua aveva mai incontrato persone così gentili con lui. Dentro di lui sentiva una vocina che lo invitata a rispondere e a ringraziare Brandon,ma sentiva che ogni suo muscolo si rifiutava completamente di fare qualsiasi movimento. Le sue mani iniziarono a sudare prepotentemente e le parole in bocca sembravano incollate alla gola.
-Comunque non ci siamo presentati:Io sono Brandon,lo scudiero e migliore amico del Principe di Eraklyon,Sky -commentò il biondo allungando la mano verso di lui:Timmy la strinse titubante.
-Io invece sono Timmy - sussurrò quasi inudibile:i suoi amici gli sorrisero. Il moro stava per ribattere quando le porte della grande sala si aprirono con irruenza. Un ragazzo dai lunghi capelli blu e una sacca sulla spalla iniziò a percorrere,nel completo silenzio,la sala da pranzo sotto lo sguardo attonito di tutti gli studenti:dietro di lui,a poca distanza,lo stava seguendo il preside Saladin.
-Helia questo è l’ultimo avvertimento! Se non torne … -ma le parole gli morirono in bocca visto che il ragazzo chiuse dietro di sé  la seconda uscita della stanza lasciando solo il preside sotto lo sguardo di tutti gli alunni.
-Quello non è il ragazzo di ieri Brandon?-mormorò a bassa voce il Principe,ma evidentemente Timmy udì perfettamente la voce dell’amico.
-Quello è Helia ,il nipote di Saladin -disse iniziando una breve ricerca sul suo orologio. I due lo guardavano intanto poco convinti.
-Si mormora che sia il migliore allievo di tutta Fonterossa,ma quest’anno ha deciso,contro il volere del nonno,di abbandonare la scuola per un motivo non conosciuto-concluse osservando le notizie che si erano materializzate davanti a lui. Intanto Sky fissava poco convinto il nuovo-strano amico.
-Sentito ragazzi? Lui oramai è l’ex-migliore allievo ! Sicuramente le cose cambieranno visto che Fonterossa ha guadagnato dei fantastici combattenti come noi tre-  scherzò Sky e gli altri due,dopo essersi guardati,iniziarono a ridere a crepapelle alle parole dell’amico.

 

 

-Mi ripeti cosa ha oggi?-domandò leggermente apprensiva la Fata della Natura osservando sbigottita la Fata della Musica camminare per il lungo corridoio di Alfea con le mani nelle tasche dei suoi enormi e spropositati pantaloni blu sbuffando ad ogni passo. Tecna alzò solamente per un secondo il viso dal monitor che si era materializzato davanti al suo viso e iniziò a gesticolare malamente senza distogliere gli occhi.
-Non vuole proprio dirmi il motivo di questo suo comportamento così illogico! Secondo i miei calcoli il suo cattivo umore è nato questa notte … Sai mica cosa può essere successo?- e nuovamente i suoi occhi azzurri e indagatori si posarono per un nano secondo sul volto ambrato dell’amica. Flora a quelle parole sbiancò all’istante:nella sua mente ricomparve l’immagine di quello strano ragazzo che misteriosamente era comparso nel loro bagno. Arrossì vistosamente:non aveva mai avuto grandi rapporti di amicizia con il suo stesso sesso figuratevi con il sesso opposto! I ragazzi per lei,sin dall’infanzia,erano stati una categoria sconosciuta e anche i vari spasimanti aumentati con l’avanzare dell’adolescenza erano sempre stati tenuti alla larga dalla fatina:dopotutto lei era una ragazza a cui interessava come unico obiettivo lo studio e non l’amore. Tralasciò la piccola parte della sua coscienza che continuava a proiettare nella sua mente i sogni ispirati alle favole più belle nei panni di principessa lei stessa e si concentrò sulle parole della Fata di Zenith.
-Perché sei così rossa,Flora?Per caso sai cosa è accaduto questa notte?-domandò curiosa Tecna che finalmente aveva deciso di dedicare tutta la sua attenzione all’amica e non ai suoi apparecchi elettronici:a quelle parole la ragazza si colorì di un rosso sempre più vivo.
-Muovetevi che ho fame- per fortuna la frase scorbutica e leggermente stizzita di Musa fece distogliere l’attenzione della Fata della Tecnologia.
-Ragazze accomodatevi che la Preside ha qualcosa da dirvi-tuonò Griselda e Flora non riuscì a non trattenere un brivido di terrore:doveva ammettere che quella donna,per il poco che l’aveva vista,le metteva davvero paura. Faragonda ricambiò le parole della collega con sorriso e si alzò dalla sedia davanti alla quale vi era uno splendido tavolo imbandito:Musa,Tecna e Flora percorsero velocemente il tratto di strada che le separava dal tavolo a loro assegnato e si sedettero sulle graziose panchetta. Flora non poté non notare lo sguardo di fuoco tra la Fata della Musa e Stella,che evidentemente si era alzata prima.
-Non voglio far attendere la vostra prima colazione ad Alfea e quindi il vostro primo giorno di lezione,ma vorrei soltanto dirvi che sono onorata di avere nuove allieve così promettenti e capaci. Sono sicura che questo sarà un anno fantastico per tutti noi e quindi vorrei brindare al nostro futuro!-a quelle parole alzò il calice davanti a lei e tutte imitarono la preside:Flora si sentì inondare di una strana sensazione davvero piacevole.
-Per ora Faragonda non ha deluso le mie aspettative-commentò Tecna infilandosi goffamente una fetta biscottata in bocca e posando il suo palmare sul tavolo.
-In che senso?-domandò Flora che ogni volta che parlava con l’amica si sentiva tremendamente stupida.
-Beh Faragonda sul mio pianeta è considerata una delle presidi migliori che vi sono mai state ad Alfea -
-Io direi anche di tutte le scuole presenti a Magix -una voce stanca ed annoiata interruppe quella fredda di Tecna:la ragazza alzò un sopracciglio leggermente infastidita dall’intervento della Principessa,ma decise di tacere.
-Non sapevo che ci fossero altre scuola qui a Magix -disse leggermente sorpresa la Fata della Natura fissando la perfetta chioma della bionda:quella,all’udire la sua frase,iniziò a tossire divertita.
-Ragazza mia ma dove vivi?-commentò con fare arrogante e facendo degli strani segni con le mani:Musa alzò gli occhi al cielo sorseggiando il suo latte.
- Magix è conosciuta in tutto il mondo,ma che dico in tutta la galassia per possedere le tre scuola migliori di tutte i tempi:Torrenuvola,Fonterossa e Alfea -La mora piegò la testa confusa.
- Alfea,come ben sai,è la migliore scuola di Fate -fece una piccola pausa per spalmare con attenzione la marmellata sul biscotto. Le altre due fate intanto tacevano stranamente.
- Torrenuvola invece è conosciuta per essere la peggiore scuola di streghe-la Fata di Linphea sussultò a quella parole:le streghe sul suo pianeta erano una vera e propria rarità. Comunque la sua attenzione rimase fissa su quel “Peggiore”. Stava per ribattere ,ma la biondina,più veloce,le parò una mano dinanzi alla bocca impedendole di parlare.
-Le streghe oltre a essere ragazze senza alcun tipo di gusto nel vestire hanno una mentalità molto contorta:per loro “peggiore” corrisponde a “migliore”-Flora annuì sorseggiando il suo tè caldo.
-E l’ultima scuola?-a quella domanda  Stella sgranò gli occhi mentre un ghigno si dipendeva sul suo volto.
-Davvero non sai di Fonterossa,bambolina?-una voce sconosciuta alle quattro ragazze le fece voltare. Nel tavolo affianco,seduta in modo scomposto,le stava guardando una strana ragazza:i suoi capelli,di un castano chiaro,erano stati tagliati a caschetto cosa che rendeva ancora maggiore la sua aria di superiorità.
-Tu sei Stella vero?-domandò ignorando le altre ragazze.
-Sì e tu chi saresti?-domandò seccata la principessa alzando un sopracciglio:quella non sembrò badarci.
-Piacere Ilaria,sono una matricola- sibilò allungando la mano,ma Stella la fissò con insufficienza. Flora deglutì nervosamente notando che si trattava della ragazza che il girono prima aveva incontro in corridoio:quella però non degnò neanche uno sguardo alla mora
-Non riesco ancora a capire cosa tu voglia da me- ripeté sempre più seccata.
-Volevo solo conoscere la famosa Principessa di Solaria nonché una delle poche fortune che devono ripetere il primo anno-a quelle parole Musa non riuscì a non trattenere una risata:la fata del Sole e della Luna invece si irrigidì iniziando a giocherellare nervosamente con il suo bellissimo anello.
-Davvero sei una ripetente?-chiese divertita la ragazza dai capelli blu non riuscendo a non ridere.
-Secondo i miei calcoli sono il 2 % delle matricole entrate ad Alfea in cinque anni non riescono a passare il primo anno-aggiunge Tecna che finalmente poteva riprendere tra le sue mani il suo palmare. Stella sbatté nervosamente il pugno sul tavolo.
-Senti oca sei forse intervenuta nei nostri discorsi privati solo per metterti contro di me?-tuonò:La fata di rimando alzò con fare provocatorie le spalle.
- Fonterossa è la scuola che tutte le fate di Alfea puntano:devi sapere che lì si allenano i ragazzi più belli di tutti i mondi!-a quelle parole  i suoi occhi cambiarono e si fecero più ardenti:Musa scosse la testa.
-Sapete che hanno detto che ogni anno organizzano delle spedizioni e delle missioni combinate tra le Fate e gli Specialisti- aggiunse una vicina di Ilaria dai capelli blu
-Davvero Stella?-domandò curiosa la fata della Natura fissando la bionda:quella di rimandò assunse un sorrisino divertito.
-Posso solo dirvi che quando andrete a Fonterossa vi rifarete gli occhi ragazze:ma comunque tranquille,di solito non guardano le ragazze come voi- Tecna alzò gli occhi al cielo:sapeva perfettamente a cosa alludesse la bionda
-Se sono  tutti come quello di ieri sera allora puoi anche tenerteli-tutte si girarono nella direzione di Musa che girava nervosamente il cucchiaino nella sua tazza. Una smorfia perfida si dipinse sul volto della biondina.
-Quale ragazzo?-domandò,ritornando nel mondo reale,la Fata della Tecnologia.
-Ti riferisci forse a Riven?Ragazza se ti piace te lo cedo volentieri:tra noi due non vi è nulla di serio se non puro,semplice sesso,come con tutti gli altri ragazzi-commentò divertito Stella:all’udire l’ultima parola Flora si vergognò tremendamente.
-Non vorrei quel coglione neanche se fosse l’ultimo uomo sulla terra-
-Ma la sentite? Devo ammettere che sei proprio cotta!-continuò Stella limandosi le unghie con noncuranza:Musa sbatté rabbiosa il pugno sulla tavola.
-Però se vuoi che ti guardi devi assolutamente fare qualcosa per … tutto questo -aggiunse indicando schifata la ragazza. A quel punto,sotto lo sguardo preoccupato delle Fate della Tecnologia e della Natura,la  ragazza si alzò furibonda in piedi. I suoi occhi fulminarono la coinquilina che non sembrò curarsene.
-Senti principessina dei miei stivali io non sono assolutamente come te!-
-Bella,ricca e stupenda?-la interruppe la Fata di Solaria
-No! Puttana,odiosa e demente! Non mi importa assolutamente chi ti scopi,ma vedi di non portarli mai più nella nostra stanza perché mi ci vuole un attimo ad andare da Griselda e dirle tutto! Quindi vedi di contenere i tuoi atteggiamenti da gattina in calore-Stella si morse il labbro irritata dalle parole della ragazza:fece cadere la lima a terra e iniziò a incenerire la Fata della Musica che non accennava ad abbassare il volume.
-E poi ricordati che io non potrei mai innamorarmi di un ragazzo così …..-purtroppo non riuscì a concludere la frase che sentì una mano fredda e sicura sulla sua schiena.
-Ragazze non pensate anche voi che sia meglio non arrivare tardi alla vostra prima ora di lezione?-domandò sistemandosi scorbutica gli occhiali l’ispettrice. Musa,dopo aver digrignato i denti,corse fuori dalla sala:Tecna subito la seguì e a Flora non rimase che rivolgere uno sguardo di rimprovero alla bionda che si limitò ad alzare le spalle stizzita.
-Allora andiamo in aula?-domandò imbarazzata senza riuscire a fissare negli occhi la Principessa:quella sbuffò prima di parlare.
-Senti bella se questo tuo atteggiamento da tenerona e svampitella funziona con i ragazzi sono affar tuo,ma vedi di non trattarmi come se fossi una demente:con me non attacca e cerca di guardarti le spalle- grignò prima di uscire dalla sala lasciando al mora completamente spiazzata

 

 

Bloom camminava spedita lunga la strada a lei così tanto conosciuta:ogni giorno,dal lunedì al venerdì,la percorreva oramai da anni armata di zaino. Guardava divertita i suoi piedi che velocemente si alternavano uno davanti all’altro stando attenta a non andare a sbattere contro qualche altra persona. Ad un certo punto,davanti a  un bivio,si fermò indecisa. Portò dietro all’orecchio il ciuffo ribelle che quella mattina non voleva restare a posto ed estrasse  dalla sua tasca posteriore il cellulare rosa appena regalatole dalla nonna per i suoi diciotto anni.
-Sta forse aspettando qualcuno?-domandò una voce calda dietro a lei:la ragazza,sorpresa,si spaventò,ma girandosi riconobbe il viso amico.
-Andy sei un cretino! Lo sai che mi hai spaventato?-lo sgridò tirandogli una pacca sul petto:quello iniziò a ridere.
-Sono proprio curiosa di sapere se mi trovi un tuo fenomeno da baraccone personale-commentò mettendo il broncio e incrociando le braccia:il ragazzo la scrutò per un secondo,ma poi fece scivolare la sua fredda mano alla ricerca di quella calda di Bloom.
-Non sapevo di avere una ragazza così suscettibile-la derise lui accarezzando le sue guancie,calde come la mani:era una caratteristica che aveva sempre amato della ragazza quella di essere sempre bollente.
-A proposito grazie per essere venuto,di nuovo-e a quelle parole gli diede un veloce bacio sulle labbra.
-Vuoi andare di nuovo in biblioteca?-domandò serio il musicista che era perfettamente a conoscenza dei sogni che circolavano nella mente della sua fidanzata. Oramai la figura eterea e mascherata era diventata una fissazione per la rossa. Quella,all’udire la sua domanda,chinò il capo giocherellando nervosamente con le mani.
-Sta notte l’ho sognata di nuovo! Non è una coincidenza!Andy io sono sicura che da qualche parte vi è la risposta che sto cercando:io devo sapere come mai sa il mio nome e soprattutto di chi si tratta!Io sento che c’è qualcosa che mi sfugge,qualcosa che devo assolutamente scoprire-parlò decisa e il musicista riconobbe la sua ragazza testarda e decisa.  Era sicura di quello che voleva e soprattutto di quello che stava dicendo.
-Già la scorsa settimana non sei andata a scuola per lo stesso motivo:non credi di esagerare?-
-Non sapevo di avere al posto del fidanzato una seconda mamma-lo schernì le facendogli una linguaccia.
-Bloom,sono serio:mi preoccupo per te,io-
-Sì questo lo so amore e di questo te ne sono grata:ma ora ho altro a cui pensare,più importante della scuola sicuramente ….Mi aiuterai quindi?-domandò fissandolo intensamente con i suoi occhi azzurri:Andy alzò un sopracciglio ancora non definitivamente convinto.
-Va bene tanto oggi ho le prove al Fruit Music Bar nel pomeriggio -Bloom stava per esultare,ma lui la bloccò con un dito sulle labbra rosse e morbide.
-Però devi promettermi che domani interrompiamo le ricerche-
-Grazie,grazie,grazie!-esultò la rossa abbracciandolo teneramente.
-Ti amo-mormorò lui beandosi del fantastico profumo di vaniglia emanato dai suoi capelli così inusuali.
- Anch'io – rispose di rimando la figlia di Vanessa questa volta molto meno convinta e decisa. Dai suoi occhi azzurri,così diversi da quelli dei suoi genitori, trasparì una nota di malinconia.
     







Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3719569