Less I know, the better - tentativo 1
Nota
della
tradutrice: Ringrazio di cuore
noemicastle che ha betato
questa
traduzione sebbene non conosca il fandom.
Questa è la richiesta che ho fatto a laheysmythes, autrice
di
questa storia:
Hi!
I wanted to ask you... can I translate this fic in my first language?
Who don't speak english deserve to read this story, so I'm here for ask
your permission about it. I'm waiting for an answer. :) Thanks
P.s.
Obviously, credits are yours.
P.p.s
Actually, I would like to translate more your fic, but this is the
first.
E questa
è la sua risposta:
Sure,
go for it! :D I'm fine with it as long as they credit me for the
writing haha
Link
all'opera originale: QUI
Buona lettura!
Ili91
Meno
so, meglio è
- Less I know, the better -
laheysmythes
(traduzione di Ili91)
Theo
fu svegliato all'improvviso perché sentì il suo
telefono squillare
nella tasca. Si svegliò così bruscamente che
finì per urtare la
testa contro il tetto del suo pickup, essendo un po' disorientato
perché era ancora notte, le sue abilità di lupo
mannaro non avevano
aiutato per niente.
Allungò
il braccio per prendere il telefono nella sua tasca e si
accigliò
quando vide sia l'ora sia chi stava telefonando. Sembrava
che
Liam lo stesse chiamando alle 2:04. Perché mai avrebbe
dovuto
chiamarlo?
“Pronto?”
rispose Theo, la voce roca dal non parlare.
Theo
non sapeva cosa aspettarsi da quella conversazione, non poteva
assolutamente capire perché Liam avrebbe potuto aver bisogno
di lui,
tra tutte le persone, a quell'ora. Ma niente avrebbe potuto
prepararlo a sentire le successive parole che uscirono dalla bocca di
Liam.
“Theo...
ho bisogno di aiuto per nascondere un corpo.”
---
A
Theo mancò l'aria quando sentì quello che Liam
aveva detto, perché
mai e poi
mai nella
sua vita aveva pensato che questo potesse succedere. Sì,
Liam aveva
qualche problema di controllo, ma non così grave da uccidere
qualcuno, giusto?
A
quanto pareva sì, e dopotutto Theo si sentiva in qualche
modo
colpevole per aver lasciato Liam da solo, anche se non era una sua
responsabilità.
“Tu
cosa?”
chiese Theo scioccato. “Liam, che
cosa hai fatto?”
“M-mi
sono lasciato prendere dal panico! Mi sono trasformato e, quando meno
me l'aspettavo, io-” Liam cominciò a balbettare
provando a
spiegare la situazione, la sua voce era piena di ansia. Theo lo
interruppe prima che potesse iniziare a spiegare alcun dettaglio.
“Dove
sei?” chiese Theo, togliendosi di dosso la coperta e
spostandosi
sul sedile del guidatore per mettere in moto il pickup.
“Sono
nello spogliatoio dei ragazzi, a scuola,” disse Liam. Ovviamente
doveva essere quella maledetta scuola.
“Non
fare nulla, sto arrivando,” Theo riattaccò e con
il pickup fece
retromarcia un po' troppo bruscamente per uscire dal parcheggio dove
aveva posteggiato per dormire.
Le
mani di Theo stavano tremando un po', era diventato freddo tutto ad
un tratto. Svariate ipotesi cominciarono a ronzare nella testa di
Theo, che cercava di trovare una ragione sul perché questo
fosse
accaduto. Un cacciatore aveva cercato di attaccare Liam, che
perciò
aveva reagito in legittima difesa? Era
qualcuno a cui era capitato di trovarsi nel bel mezzo di una sfuriata
di Liam ed era nel posto sbagliato al momento sbagliato?
E
poi, che cazzo stava facendo Liam a scuola alle 2 di notte? Era stato
lì tutto il tempo o aveva fatto la... cosa
da un'altra parte e aveva semplicemente trasportato il corpo fino
allo spogliatoio?
Tutte
queste domande stavano ronzando nella testa di Theo, facendogli
venire le vertigini. Riuscì ad arrivare a scuola illeso,
senza danni
a se stesso o al pickup, e si diresse verso l'entrata. Il suo primo
istinto fu quello di controllare i corridoi in caso ci fosse del
sangue, ma per fortuna non era così.
Arrivò
allo spogliatoio e spalancò la porta, per vedere un Liam
molto
agitato con i capelli spettinati, la sua maglietta era leggermente
coperta da alcune macchie di sangue. Cazzo.
“Ti
ho lasciato solo per un maledetto giorno e questo è quello
che è
successo!” Theo rimproverò Liam, coprendosi
la bocca con una mano, dopo aver visto la smorfia che Liam aveva
fatto alle sue parole.
“N-non
volevo, ero così arrabbiato
e quando meno ho pensato ho-” Liam si fermò e
imitò il movimento
delle sue mani che laceravano qualcosa con gli artigli.
“Perché
hai chiamato me?!” Theo continuava a fare domande,
perché davvero
questo era un problema di Liam, non suo. Perché doveva
pagare per
gli errori di qualcun altro quando non era da biasimare, per una
volta? Ma chi voleva prendere in giro, avrebbe aiutato Liam in
qualcunque caso, era già lì;
non era una prova sufficiente?
“Perché
quando eravamo con Gabe quel giorno,
in
questo spogliatoio, hai cominciato a parlare di nascondere un corpo
con pale e tutto il resto, e hai detto che eri un esperto!”
disse
Liam, il suo tono ancora alto e spaventato.
Oh
merda, sì l'aveva detto. L'aveva detto, ma lo intendeva sul
serio?
Sapeva
che
Liam si sarebbe tirato indietro, aveva solo bisogno di un piccolo
incentivo così che avrebbe potuto capire che stava sbagliando
e in quel modo non l'avrebbe fatto. Non intendeva dargli un incentivo
per farlo davvero,
e non voleva dire che Theo sarebbe stato lì ad aiutarlo a
coprire
qualsiasi cosa avesse fatto.
“Allora
dov'è, Liam?” Theo si rassegnò al fatto
che, a quanto sembrava,
questo stava davvero accadendo.
Liam
camminò verso c'erano gli armadietti e ritornò
con due grandi
borsoni neri. Aveva avuto problemi a trasportarle entrambe e le
gettò
sul pavimento con un tonfo.
Theo analizzò le borse e non erano grandi abbastanza per
trasportare
un corpo, il che significava solo che...
Oh,
la situazione non fa che peggiorare.
Theo si lasciò prendere dal panico, senza mostrarlo, ma
questo era
solo sbagliato.
Certo, aveva ucciso delle persone in passato, sua
sorella
per l'amor del cielo, ma questo in qualche modo pareva ancora
più
fuori di testa. Voleva vomitare.
“Non
aprirle nemmeno,” Theo scosse la testa, ancora coprendosi la
bocca
con la mano per imperdirsi di vomitare lì in quel momento.
Sembrava
che l'inferno lo avesse reso
restio
da tutto questo.
“Possiamo
liberarcene, per
favore?
Più veloce è, meglio è,”
Liam sembrava avere fretta di andarsene
da lì, e Theo si chiese come Liam fosse ancora in grado di
guardarsi
allo specchio, considerando come era il ragazzo di solito.
All'improvviso, come per peggiorare le cose, ricordi di Liam
combattere contro Scott ai tempi quando Theo lo aveva ingannato per
uccidere l'alpha tornarono ad attraversare la sua mente, e
sussultò,
non volendo ricordare niente di tutto ciò.
“C'era
qualche testimone?” chiese Theo per cambiare argomento, e
sperando
silenziosamente che la risposta fosse un no.
“Sì,
ma me ne sono occupato,” disse Liam, l'espressione sul suo
viso
indecifrabile.
Theo fece segno con le sue mani a Liam di proseguire, ma Liam si
limitò a copiare gli stessi gesti in risposta.
“Occupato
come?” Theo aveva paura di chiedere.
“Io-uh...”
cominciò Liam; poi guardò il sangue sopra la sua
maglietta.
“Diciamo solo che non ne farà parola con
nessuno.”
Cazzo.
Theo
poteva già immaginarsi lui e Liam indossare le tute
arancioni e
condividere un merdoso letto a castello per il resto delle loro vite,
in una fredda stanza quadrata con sbarre di metallo arrugginito come
porte, quando sarebbero stati scoperti. E Theo era così
sicuro che
sarebbero stati scoperti, perché anche se Liam aveva le
migliori
intenzioni la
maggior parte delle volte,
i suoi piani erano sempre un casino. Per
questo Theo era la mente e Liam il braccio.
“Gesù,
Liam,” Theo fece scorrere una mano tra i suoi capelli per
scostarli
dalla sua faccia. Pensò che sarebbe diventato pelato con
tutto lo
stress che questa situazione gli stava causando.
Theo
non osò chiedere nient'altro, perché a questo
punto meno sapeva,
meglio era. Afferrò uno dei borsoni ed emise un grugnito
quando si
rese conto di quanto davvero fosse pesante. Probabilmente
un corpo per borsone. A pezzi. Pezzi di un corpo.
Entrambi
riuscirono a tornare al pickup di Theo, mettendo entrambi i borsoni
nel bagagliaio del suo pickup. Liam si allontanò, correndo
di nuovo
verso l'interno della scuola, apparentemente per prendere alcuni
materiali. Tornò indietro con due pale e una torcia
elettrica, e
anche quelle le lasciò cadere nel pickup. Theo
trasalì quando le
pale vennerò a contatto con il metallo del pickup.
Salirono
nel pickup, Theo stava guidando entro il limite di velocità
per non
farsi fermare, ma non voleva nemmeno andare troppo piano a causa
della gravità della situazione.
La
prima cosa che Liam fece quando furono all'interno del pickup fu
estrarre il suo portafoglio, contando le poche banconote e monete che
aveva in esso.
“Quanti
soldi hai?” chiese Liam all'improvviso e Theo si
girò con
un'espressione ancora più spaventata.
Stava
davvero pensando a scappare dalla città, lì in
quel momento? Merda,
era insensibile.
“Che
cosa ti fa pensare che abbia dei soldi? Vivo nel mio pickup!”
disse
Theo, la sua voce diventò un po' alta alle implicazioni.
Entrambi
avrebbero dovuto lasciare la città.
Presumibilmente
il prima possibile. Avrebbero probabilmente vissuto nel pickup di
Theo, dormendo nel sedile posteriore come una confezione di sardine,
vivendo di pasti di merda. Avrebbero
probabilmente dovuto anche cambiare i loro nomi. Almeno si sarebbe
disfatto di 'Theodore' una volta per tutte.
Matt.
Avrebbe cambiato il suo nome in Matt, e Liam... Liam dava
l'impressione si sarebbe chiamato Tony. Sì, decisamente.
Matt e
Tony, due adolescenti senzatetto che erano fuggiti dalla
città.
A
Theo sembrava abbastanza decente.
Fu
scosso dai suoi pensieri quando un telefono squillò e Liam
si lasciò
fuggire uno strillo acuto, lasciando cadere il telefono sul fondo del
pickup.
Lo
schermo diceva che era Mason colui che stava chiamando.
“Oh
Dio, Mason, no, non può saperlo,” Liam mise
entrambe le sue mani
ai lati del viso, paura e panico presero piede.
Sì,
cosa avrebbe detto Mason. Scott.
Cosa avrebbe detto Scott se lo avesse saputo. Theo era dannatamente
sicuro che se Scott l'avesse saputo, avrebbe biasimato Theo per
essere una pessima influenza per Liam, e avrebbe probabilmente avuto
ragione, ma non lo avrebbe lo stesso reso più facile.
Theo
si sentiva come se non potesse respirare mentre il tempo passava.
Perché aveva dovuto accettare di aiutare Liam a seppellire
un corpo
nei boschi per l'amore del cielo? Si sentiva già
così colpevole e
non lo aveva nemmeno ucciso lui.
Il
cellulare squillò di nuovo e Liam sembrava stesse per
scoppiare a
piangere.
Non avrebbe risposto, e ogni squillo
trapanava nella testa di Theo, rendendolo più agitato ogni
secondo,
perciò la cosa successiva che fece fu prendere il telefono,
abbassare il finestrino e gettarlo fuori.
“Che
cosa hai fatto!”
strillò Liam per il suo cellulare.
“Non
ne avrai più bisogno, fidati di me,” disse Theo,
fissando Liam con
un'occhiataccia e poi ritornando a guardare la strada. Erano
così
vicini al bosco, così vicini.
“Certo
che ne avrò bisogno, è il mio
telefono!” disse Liam e
ostinatamente incrociò le braccia. Dio, era come se non
capisse la
gravità della situazione.
Arrivarono
al bosco, e Theo parcheggio in un posto che non fosse visibile a
prima vista. Controllò che non ci fossero altri testimoni
nei
dintorni, non aveva bisogno che Liam facesse fuori altre persone
oggi, non mentre c'era lui.
Poi
qualcosa lo colpì. La prossima volta che Liam si fosse
trasformato,
i suoi occhi sarebbero stati blu. Quell'azzurro luminoso che sembrava
uscito da un evidenziatore. Non l'innocente dorato che avevano tutti
i lupi mannari. Un parte di lui non era pronta, non lo voleva. Merda,
avrebbe scambiato i suoi occhi da lupo mannaro dorati
scientificamente
modificati se
significava che Liam non lo avrebbe guardato con dannati occhi blu
colpevole.
Provò
a far uscire il pensiero dalla sua mente- perché merda
quando aveva cominciato a tenerci così tanto a Liam? - e
afferrò
una pala con una mano e un borsone con l'altra, Liam fece lo stesso,
avvolgendo il filo della torcia elettrica attorno al polso per
trasportarla più facilmente.
Camminarono
per alcuni minuti, provando ad andare nel profondo del bosco quanto
riuscirono con tutto il peso dei borsoni. Dopo che Theo la ritenne
una distanza soddisfacente così che non sarebbe stato
trovato,
lasciò cadere il borsone a terra, respirando affanosamente
dopo che
lo mise giù.
Liam
stava per sedersi a terra, chiaramente esausto quando Theo lo
fermò
dove si trovava.
“Che
stai facendo? Sono quasi le tre e mezza, il sole sorgerà tra
un paio
d'ore, dobbiamo cominciare a scavare,” Theo prese entrambe le
pale
e ne tirò una a Liam. Che fosse dannato se Liam avesse
semplicemente
lasciato il resto del lavoro a lui.
E
così fecero. Scavarono sempre più in
profondità nel terreno,
facendo due grandi buche dove sarebbero stati in grado di lasciar
cadere i borsoni e poi mettere di nuovo la terra sopra, sperando che
nessuno sarebbe venuto per una passeggiata nei boschi per un po'. Lo
stavano facendo in silenzio, entrambi i ragazzi concentrati nel
completare il compito che avevano tra le mani il più
velocemente
possibile.
“Non
pensi che sarebbe più facile semplicemente seppellire ogni
pezzo in
un posto diverso? Così in questo modo non sarebbero in grado
di
trovarlo,” Liam parlò all'improvviso dopo un po' e
gli occhi di
Theo si allargarono. Chi era questo impostore e cosa ne aveva fatto
del Liam Dunbar originale?
Theo
inserì la sua pala nel terreno, appoggiandosi per supporto.
“Liam,
senti
quello che stai dicendo?”
“Chi
voglio prendere in giro, non si potrebbe decomporre
comunque,”
disse Liam, pensieroso. “Forse dovremmo semplicemente gettare
tutto
nell'acido.”
C'era
una linea tra quello che Theo avrebbe fatto e quello che non avrebbe
fatto, e questo l'aveva appena superata.
“Che
cazzo, Liam?” gridò Theo. “Che
sorta di cose malate guardi,
dopo che
lo
hai tagliato a pezzi, vorresti semplicemente gettarlo nell'acido come
se fosse niente?!”
“Eliminerebbe
tutte le tracce, questo è tutto ciò che sto
dicendo! Mason non
dovrà mai scoprire che l'ho
fatto!” Liam indicò verso il basso i borsoni e
fece venire a Theo
la pelle d'oca.
“Quello
è-” provò a dire Theo, ma aveva un nodo
alla gola. “Quello è
C-”
No,
questo era il suo limite. Finì per vomitare nella buca che
aveva
appena scavato, il pensiero che Corey potesse essere nei borsoni era
troppo. Era una persona così debole. L'inferno lo aveva reso
debole.
Il vecchio Theo sarebbe stato tipo 'vabbé'
ma questo Theo... non avrebbe mai più ucciso nessuno,
probabilmente.
No, decisamente
no.
“Amico,
qual è il tuo problema,” disse Liam, confuso.
Theo
aveva finito di vomitare per ora, sollevò la testa per
discutere
con Liam delle sue idee contorte quando
notò che questi
stava
cominciando ad aprire uno dei borsoni.
No,
non aveva finito di vomitare.
Una
volta che ebbe svuotato con certezza tutto il contenuto del suo
stomaco, prese un respiro profondo e alzò lentamente lo
sguardo, non
veramente pronto – ma a questo punto avrebbe dovuto esserlo
– a
vedere quella che probabilmente sarebbe stata una testa decapitata.
Ancora
una volta, niente lo avrebbe preparato per quello vide dopo.
Vide
pezzi, pezzi neri di dimensione umana di quella che sembrava essere
una statua. No, non una statua, poteva essere una figura. In un certo
senso gli ricordava dei Dottori del Terrore, ma solo se fossero stati
in plastica.
“Che...
che cos'è questo,” Theo socchiuse gli occhi, un
po' senza fiato.
Liam
aprì l'altro borsone, lasciando che il resto dei pezzi
cadessero sul
terreno, e lì trovò una testa, ma non era una
testa umana, era una
testa di Darth Varder che lo fissava dritto in faccia.
Una
dannata figura di Darth Varder a grandezza naturale era ciò
che Liam
aveva “ucciso.”
“Mason
mi ha lasciato prendere in prestito la sua figura di Star Wars per la
classe di inglese perché dovevamo produrre una presentazione
e io
volevo parlare degli universi alternativi,”
cominciò a spiegare
Liam, un po' imbarazzato ma ancora ansioso. “Ed è
andata bene, ho
preso 100, ma l'ho lasciata in classe prima degli allenamenti di
lacrosse e l'ho dimenticata fino a che non sono andato a casa.
Così
sono tornato indietro di corsa a mezzanotte a scuola, e quando sono
arrivato nel parcheggio, sono stato investito da una
macchina.”
Gli
occhi di Theo si allargarono al fatto che Liam fosse stato investito,
ma
sembrava stare bene.
“Dopo
il colpo ho cominciato a trasformarmi e non riuscivo a calmarmi, sono
diventato irrazionalmente arrabbiato. Artigli, zanne, pelo, occhi,
tutto è venuto fuori, così mi sono diretto verso
la classe per
calmarmi. E sono... esploso e la mia furia si è diretta
verso la
statua, e quando mi sono reso conto di quello che stavo facendo era
troppo tardi, era già a pezzi.”
Theo
se ne stava lì, senza parole. Si stava prendendo il suo
tempo per
elaborare tutte queste informazioni, sembrava solo così
irreale,
come se avessero gettato un secchio di acqua gelata tutta addosso a
lui, o come se gli avessero appena detto che era tutto un elaborato
scherzo ed era stato l'idiota a cui l'avevano fatto.
Cominciò
a ridere, ridere istericamente a quel punto, e sembrò come
se
volesse piangere o spingere Liam dentro alla buca e seppellirlo vivo.
Entrambe, in realtà.
“Theo,
stai- stai bene?” chiese Liam, mezzo confuso e mezzo
spaventato
dall'improvviso scoppio di Theo.
“Chiedi
se sto bene? Sono fottutamente estasiato, Liam!” disse Theo
con un
sorrisetto e un sarcasmo chiaramente presente nella sua voce.
“Mi
hai
svegliato,
chiamato nel mezzo della notte per aiutarti
a nascondere un corpo,
poi fatto credere che avevi per davvero ucciso qualcuno! Quando
è
venuto fuori che avevi solo distrutto una maledetta statua!
Perché
non dovrei stare bene?!”
“Woah,
hai davvero pensato che avessi ucciso qualcuno? Che cosa te l'ha
fatto-” Liam smise di parlare appena l'ho capì
all'improvviso.
Nascondere
un corpo. Pale. I borsoni.
Beh
merda, adesso che ci pensava, l'aveva fatta sembrare più
grave di
quanto non fosse.
“Per
quanto riguarda i testimoni?” chiese Theo, la sua voce ancora
un
po' tremante.
“Oh,
era Nolan. Era quello che mi ha investito con la macchina, ed
è
arrivato in tempo per vedere come avevo fatto a pezzi la statua di
Darth Vader di Mason. L'ho preso a pugni un paio di volte, la prima
per avermi investito e la seconda così che non avrebbe
parlato, e ha
detto che non l'avrebbe fatto. Si è spaventato troppo e
dubito che
parlerà con me per un paio di giorni,” Liam si
accigliò al
pensiero delle sue azioni un po' severe.
Beh,
quello spiegava il sangue,
pensò Theo. A dispetto del fatto che stava ancora tremando
perché
sembrava tutto così irreale, una parte di lui era sollevata
che
fosse venuto fuori che non era un vero cadavere. Voleva ancora
schiaffeggiare Liam in testa, ripetutamente, perché molta
della
tensione poteva essere evitata fin dall'inizio, ma ciononostante era
sollevato.
Il
sole stava cominciado a sorgere, e avevano ancora due buche nel
terreno (una contenente vomito) e un gruppo di pezzi della statua
disseminati dappertutto.
“Allora...
seppelliamo i pezzi separatamente così che nessuno li
ricostruirà?”
chiese ancora una volta Liam dopo che vide che Theo era più
calmo.
“A
nessuno fregherà un cazzo Liam, è plastica,
spingiamoli semplicemente tutti dentro una buca,”
replicò Theo. Le
parole che Liam aveva usato suonavano ancora molto fuori di testa,
anche adesso con il contesto.
Liam
fece come gli era stato detto, vedendo che Theo era troppo angosciato
per continuare a lavorare. Una volta che ebbero finito di spingere
tutti i pezzi dentro entrambe le buche, cominciarono a coprirne una.
“Perciò
per tutto questo tempo hai pensato che fosse un corpo umano, e mi
avresti lo stesso aiutato a nasconderlo?” gli chiese Liam,
provando
a comprendere la logica di Theo.
“Sembra
di sì,” disse Theo. Che peccato che i lupi mannari
non potessero
ubriacarsi, perché aveva davvero bisogno di un alcolico per
dimenticare che questa intera esperienza fosse mai avvenuta. Sembrava
così sconfitto seduto a terra, di colpo i cerchi scuri sotto
i suoi
occhi parevano più presenti ed era come se fosse invecchiato
di
quattro anni nell'arco di una notte.
Il
viaggio fino a casa di Liam fu tranquillo. Erano entrambi esausti,
entrambi sembravano uno schifo, coperti di terra. A quanto pareva
Liam era stato investito da una macchina, e Theo si sentiva come se
ipoteticamente fosse successo anche a lui.
“Possiamo...
possiamo dimenticare che questa esperienza sia mai avvenuta?”
disse
Liam, senza guardare Theo, i suoi occhi concentrati sulla strada.
“Sì,
preso nota,” annuì Theo, anche lui senza guardare
Liam.
Liam
ringraziò silenziosamente il fatto che fosse Sabato,
così che non
ci fosse scuola quel giorno. Sia lui sia Theo riuscirono ad entrare
silenziosamente a casa di Liam senza svegliare i suoi genitori. Liam
si fece una doccia, poi lasciò che Theo se ne facesse una
dopo che
ebbe finito.
Quella
mattina, Liam lasciò che Theo restasse e dormisse nella sua
stanza,
perché dopo tutto l'inferno che Liam gli aveva fatto passare
(gioco
di parole voluto), era il minimo che potesse fare. Così
entrambi i
ragazzi non dissero nulla, mentre erano distesi ai lati opposti dello
stesso letto, e si addormentarono nel giro
di
minuti.
In
seguito, Liam dovette vendere la sua TV e l'Xbox per pagare la
sostituzione della figura di Darth Vader di Mason. Né Liam
né Theo
menzionarono mai più l'argomento della loro notte nei boschi
per il
resto delle loro vite, ma almeno adesso Liam era sicuro che potesse
contare su Theo per qualsiasi cosa avesse bisogno, letteralmente.
Note
finali della traduttrice: Spero
che la storia vi sia piaciuta e che abbiate riso quanto me quando l'ho
letta la prima volta. Provate a rileggerla una seconda, la apprezzerete
ancora di più ora che sapete come sono andate davvero le
cose.
L'ultima stagione ha permesso al mio cuore di shipper di battere di
nuovo forte con Teen Wolf grazie ai Thiam, quindi spero di tornare di
nuovo con altre traduzioni, ce ne sono tante di questa autrice davvero
belle.
Grazie di nuovo alla mia beta, che si è offerta gentilmente
di
aiutarmi. In questo modo sono riuscita a migliore la traduzione che
oggi arriva finalmente a voi.
Ilaria
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