Angelo nero

di Amantea
(/viewuser.php?uid=830056)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.





ANGELO NERO



Ti immaginai soltanto,
e già t'intravidi lungo via,
le ali sperse chissà dove,
e sulla schiena poche dure cicatrici.

Mi cercavi, dicesti.
Mi accorsi di sì.

Svelami il segreto, chiesi,
che tiene avvinti gli occhi al Cielo,
senza vedere nulla mai.

Non è lassu che stanno gli angeli.
Hanno radici spesse, e cuori densi come pece.
Grumi di rimorsi e occhi tersi d'infinito.
Gettati fin dentro il fango, ad imparare,
che per rialzarsi si deve un po' strisciare.
Dimentichi d'amore, così che nulla sia vano,
e infine richiamati,
a risplendere di luce.


E tu risplendi, adesso?

Adesso sì che ti ho incontrato,
amore mio,
tu mi hai riconosciuto.
Salvato.

Illuminato.


 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3720284