Secrets

di LorasWeasley
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6.Nuove conoscenze


A colazione erano tutti assonnati, non c’era troppa confusione tra i tavoli del ristorante che utilizzavano i dipendenti per mangiare prima dell’arrivo delle persone.
Erano le otto di mattina, il parco apriva alle nove, avevano tutti il tempo per fare colazione con tranquillità, pulire e mettere a posto.
Inoltre c’era abbastanza calma perché i più casinisti tra di loro erano depressi.
Percy e Leo infatti erano seduti vicino a Jason, giocavano con il cibo e avevano i musi lunghi. Il biondo non sapeva più che fare per tirare su il loro morale.
Annabeth al contrario stava uccidendo i pancake con la sua forchetta, era seduta praticamente dall’altro lato della sala vicino a Reyna. Le piaceva quella ragazza, alla fine erano molto simili.
Calypso invece neanche si era presentata a colazione.
-Buongiorno!
Quella voce autoritaria e decisa attirò l’attenzione di tutti.
Era entrò nella sala e si mise nella postazione rialzata dove di solito stava il dj, poi iniziò a parlare.
-Mi rivolgo ai ragazzi della ex missione McLean, com’è andato il primo giorno, ieri?
Come risposta ebbe solo un mugolio incomprensibile da parte di Nico e un “bene” biascicato o mormorato da parte di Hazel, Will, Jason e Frank.
Molto probabilmente Era neanche li sentì, non che le importasse molto.
-Ne sono felice! Bene, vorrei presentarvi delle nuove persone. Anche loro sono dei ragazzi che fanno parte della CIA e sono stati incaricati di supervisionarvi, di qualsiasi cosa avete bisogno chiedete pure a loro, faranno le mie veci quando io non ci sarò. Vi prometto che entro la fine dell’estate ne usciremo tutti vivi da questa storia.
Si vedeva che neanche lei credeva davvero all’ultima frase che aveva detto, ma nessuno disse nulla.
-Quindi in pratica ci sta dando delle balie- commentò aspramente Nico.
-Diciamo più che sono dei nuovi amici di cui vi potete fidare e contare sempre sul loro aiuto.
Il moro non disse più nulla, ma mostrò tutto il suo disprezzo sbuffando e sedendosi in modo ancora più scomposto.
Era continuò facendo finta che non fosse mai stata interrotta –Sono quattro.
Guardò l’ingresso dal quale era arrivata e disse –Thalia entra.
La tenda con le perline si scostò e fece il suo ingresso una ragazza con gli occhi blu e un caschetto nero, dei pantaloni da militare e una canottiera grigia con sopra la scritta “toccami e ti spezzo tutte le ossa”.
Cosa non proprio vera considerando che Jason si alzò di scatto strabuzzando gli occhi, quasi urlò il suo nome e corse ad abbracciarla. La ragazza ricambiò con un sorriso invece di spezzare tutte le sue ossa.
Era sembrò ignorare quella dimostrazione d’affetto e spiegò agli altri –Thalia Grace è la sorella maggiore di Jason, è nella CIA da quando era piccolissima e, considerando che è parente di un vostro amico direi che vi potete fidare.
Quando la ragazza finì di salutare suo fratello si avvicinò a Piper per salutarla a sua volta, molto probabilmente le due ragazze si erano già conosciute in precedenza.
Era, indifferente, continuò a scrutare la sala e quando individuò la persona che stava cercando la indicò –Quel ragazzo è Paolo Montes.
Il ragazzo in questione si alzò e iniziò a salutare come se ai suoi piedi ci fosse una folla di fan, poi disse qualche frase in una lingua che nessuno capì.
-Ehm…- aggiunse Era –Parla solo il portoghese ma capisce l’inglese, quindi va tutto bene, inoltre è bravissimo nel suo lavoro, una delle mie ultime scoperte, che nessuno provi a criticare le mie scelte.
Non che lasciò a qualcuno il tempo di dire qualcosa. Spostò il suo sguardo solo di pochi gradi e indicò un altro tavolo dove da solo stava seduto un ragazzo biondo.
-Lui invece è Luke Castellan.
Il ragazzo non si alzò, passò in rassegna tutti loro con lo sguardo e si soffermò su Percy, lo fissò con uno strano sorriso, quasi sadico.
-Lo conosci?- Borbottò Frank avvicinandosi all’amico per chiederglielo.
Percy rimase leggermente spiazzato, ma non batté ciglio e non distolse lo sguardo dal biondo mentre rispondeva –Sono abbastanza certo di non averlo mai visto in vita mia.
Fu il biondo a distogliere lo sguardo per primo, solo per portarlo su Annabeth e farle un occhiolino.
Percy strinse la tovaglia di carta tra le mani e per poco non gettò tutto quello che stava sul tavolo a terra, poi continuò in un sibilo –Ma già lo odio.
-E per concludere- riprese la donna –Clarisse La Rue. Anche se in questo momento…
Continuò a scrutare la sala, ma rimase silenziosa e della ragazza non c’era nessuna traccia.
-Bè, sarà in giro a svolgere qualcosa di molto importante e…
La calma e la tranquillità di quella sala furono brutalmente uccise dall’arrivo di due terremoti.
Chris entrò nella sala come una furia urlando qualcosa di incomprensibile, saltò sul tavolo di Nico per scavalcare e passare dall’altro lato, il moro restò impassibile ma alzò un sopracciglio quando notò che Chris aveva messo un piede dentro la sua fettina di crostata al cioccolato.
Il ragazzo in questione inciampò nella sedia di Leo ed entrambi rotolarono a terra, ma il primo si alzò di scatto e riprese la sua corsa quando una ragazza con una bandana rossa in testa e una strana arma tra le braccia fece il suo ingresso.
-Qualcuno me la tolga di dosso! Vuole uccidermi!!- Chris urlò questo mentre fuggiva uscendo da una delle finestre, ringraziando il fatto che si trovassero al piano terra.
La ragazza rispose a sua volta con un urlo mentre correva anche lei in direzione di quella finestra –Certo che ti ucciderò! E loro non mi fermeranno! Perché nessuno vede Clarisse in mutande e poi resta vivo per raccontarlo!
Da lontano arrivò la voce di Chris –Ti ho detto che non l’ho fatto di proposito! Era il bagno degli uomini quello!!
Poi scese di nuovo il silenzio mentre i due ragazzi correvano via.
-Quella è la Clarisse di cui vi parlavo- disse alla fine Era.
-Simpatica- commentò Leo rimettendosi seduto.
-Figo- aggiunse Reyna quasi indifferente –Chris si è finalmente trovato una ragazza!
Will alzò lentamente una mano.
Era sospirò –Dimmi.
-Bè- iniziò il biondo –Se quella… deliziosa ragazza stacca un arto a Chris, devo poi riattaccarglielo io?
Era non ebbe il tempo di rispondere perché Paolo lo fece prima di lei, dicendo svariate frasi in portoghese tutto felice.
Nessuno lo capì, tranne Thalia.
-Ha detto che lui ha rischiato di perdere le braccia e una gamba molte volte, ma gli hanno sempre riattaccato tutto in tempo.
Jason fissò la sorella –Tu capisci il portoghese?
-Sono stata in missione in Portogallo per due mesi, capisco qualcosa.
Paolo, felice che qualcuno lo avesse capito, continuò a parlare gesticolando anche con le mani.
Thalia riprese a tradurre –Dice che è felice di dover stare in squadra con uno come te e che non vede l’ora di scoprire se sei bravo a ricucire come tutti gli altri…- la ragazza si bloccò e corrugò la fronte quando si rese davvero conto di quello che aveva appena detto –Oddio wow, questo si che è stato inquietante, bè non prendere tutto alla lettera, non capisco tutto benissimo.
Per concludere Paolo disse un’ultima frase e fece un grande sorriso.
Will arrossì leggermente, in effetti quel ragazzo era abbastanza carino e inoltre Thalia  finì col dire che in quell’ultima frase Paolo aveva detto “diventeremo grandi amici!”
Il biondo quindi rispose al sorriso e quasi in contemporanea Nico si alzò di scatto strisciando la sedia per terra.
-Se abbiamo finito con questa perdita di tempo io vado a prepararmi- non aspettò neanche una risposta da parte di qualcuno che scomparve oltre la tenda con le perline.
Era batté una volta le mani per attirare l’attenzione di tutti –Il signor Di Angelo ha ragione- guardò l’orologio al suo polso e concluse –Fra venti minuti apriremo il parco, vi voglio tutti pronti, andate.
 
Quando era uscito da quella sala, Nico non andò di certo a prepararsi, anche perché ancora aveva tempo e doveva solo recuperare la macchina fotografica che gli avevano dato e i braccialetti numerati da attaccare nelle braccia delle persone che si facevano una foto.
Aveva la nausea e odiava tutta quella situazione.
Odiava che gli avessero dato delle balie come se non riuscissero a badare a se stessi, odiava che queste “balie” erano solo degli stupidi ragazzi della loro età che magari neanche arrivavano al loro livello, ma soprattutto odiava che uno di questi ci avesse provato con il suo ragazzo.
Si bloccò di scatto e si diede dello stupido, poi riprese a camminare ancora più velocemente insultandosi mentalmente. Will non era più il suo ragazzo e a lui andava benissimo così, quindi il biondo era liberissimo di vedersi e frequentarsi con chiunque volesse. A lui non faceva né caldo né freddo.
La sua discussione interiore venne interrotta da un suono che il moro conosceva molto bene.
Il ragazzo infatti aveva continuato a camminare senza una meta, stava girando il parco ancora deserto e stava costeggiando uno dei bagni pubblici. Quelli all’aperto consistevano in delle piccole capanne fatte con i muri di steli di bambù intrecciati, mentre il tetto era fatto di paglia. Ovviamente quelli all’esterno non vedevano nulla, ma il suono passava tranquillamente, fu appunto per questo che Nico sentì qualcuno vomitare.
Si bloccò e si guardò intorno, non c’era anima viva se non lui, poi fissò la porta del bagno e notò che era solo femminile.
Decise comunque di entrare perché magari chiunque fosse li dentro aveva bisogno di aiuto, così lo fece in estremo silenzio.
Gettata a terra davanti un gabinetto, mentre con le mani si teneva i lunghi capelli caramellati, c’era Calypso.
Rigettò tutto quello che aveva nello stomaco e si mise seduta di lato, con la schiena appoggiata al muro fatto di piante, le mani a tenere la pancia e gli occhi chiusi, chiaro segno della sua stanchezza.
Nico era indeciso se farsi vedere o meno, se nessuno, neanche Leo, sapeva che si trovasse li voleva dire solamente una cosa: la ragazza non voleva che si sapesse.
Il moro non sapeva di certo cosa stesse passando Calypso, ma poteva capirla, anche lui passava molte sere a vomitare per via degli incubi e sicuramente non voleva che se ne facesse un problema di stato.
Decise di non disturbarla e di far finta di non aver mai visto nulla, silenziosamente uscì di li e tornò sui suoi passi.




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