Hai un nome o posso chiamarti mio
Nota della tradutrice: Ringrazio
di cuore noemicastle che
ancora una volta ha betato questa traduzione sebbene non conosca il
fandom.
Questa
è la richiesta che ho fatto a laheysmythes,
autrice di questa storia (varrà per tutte le sue storie che
tradurrò):
Link
all'opera originale: QUI
Hai
un nome o posso
chiamarti mio?
- Do you have a name or can I call you mine? -
laheysmythes
(traduzione di Ili91)
Dire
che Liam era il peggiore in assoluto a flirtare era una
minimizzazione, perché non sarebbe stato in grado di farlo
nemmeno
per salvarsi la vita. Era stato abbastanza interessato solo a due
persone nella sua intera vita – interessato abbastanza da
provarci,
e ciò si era ritorto contro di lui sin dall'inizio per la
maggior
parte delle volte.
Con
Hayden... si erano odiati l'uno
con l'altra
perché lui le aveva dato un pugno in faccia una volta,
perciò
avevano iniziato con il piede sbagliato. E quando Liam aveva capito
che lei gli piaceva
in quel senso,
non solo avrebbe voluto strisciare dentro ad un buco e morire
dall'imbarazzo, ma non sapeva come parlarle. Aveva rovinato
tutto, fino a che, per qualche miracolo, lei aveva
finito per ricambiare i suoi sentimenti.
Con
Theo era tutto dieci volte peggio. Erano stati in rapporti ancora
peggiori con l'intera faccenda del tradimento e dell'inferno, e
adesso stavano imparando a diventare amici. In qualche modo amici,
perché bisticciavano spesso o si scambiavano commenti
sarcastici.
Ma, ciononostante, erano amici.
Quando
Liam si rese conto dei suoi veri sentimenti per Theo, urlò.
Afferrò
un cuscino e lasciò uscire un urlo soffocato.
In
che merda si era messo?
Theo,
con il quale aveva un passato di essere nemici. Theo, il quale aveva
preso a pugni e a cui aveva rotto il naso più volte.
Se
aveva dato un pugno a Hayden una volta e aveva finito con l'uscire
con lei per
mesi, questo
significava che avrebbe finito con il trascorrere il resto della sua
vita con Theo, a giudicare dall'ammontare delle volte che aveva
preso a pugni in faccia la chimera, il che erano state tante.
Beh,
merda, era
fottuto.
Liam
era terribile a
parlare alla gente per cui aveva una cotta; era il tipo di persona
che diventava super nervoso, avrebbe o incespicato nel parlare o
finito per fissarla, fino a che la persona gli avrebbe detto di
andarsene o chiesto se stava bene.
Adesso,
se quello succedeva con coloro per cui aveva una cotta, allora
l'essere contemporaneamente attratto da qualcuno e avere sentimenti
per quella persona era anche peggio. E, a giudicare dall'esperienza,
lui non era per niente bravo.
Fortunatamente,
un'opportunità gli piombò addosso prima che se lo
aspettasse.
Un
ozioso venerdì notte, Liam stava guardando la TV con Theo.
Stavano
facendo zapping a caso tra i canali dopo che avevano appena finito di
guardare un documentario di storia, e si erano fermati su un canale
che trasmetteva un reality show di gente che tentava di ottenere un
appuntamento con una persona che le piaceva.
“Hai
un nome o posso chiamarti mia?”
esclamò il ragazzo
dello show e la ragazza sembrò donargli un sorriso
civettuolo.
Sentendo Theo sbuffare dal suo posto sul divano, Liam lo
guardò
immediatamente.
“Quella
era piuttosto decente!” esclamò Liam, difendendo
il povero ragazzo
anche se non sapeva perché. Anche lui odiava le frasi da
rimorchio,
le trovava estremamente di cattivo gusto e pensava che avrebbero
semplicemente condannato qualcuno al fallimento, ma quella non era
stata così
male.
“Se
lo dici tu,” replicò Theo, scivolando pigramente
più giù nel
divano. Era passata di molto l'una di notte, eppure erano ancora in
soggiorno. Nelle
scorse settimane, avevano in qualche maniera adottato quell'abitudine
di guardare cose insieme, anche se quella volta quello che volevano
vedere era completamente diverso dai loro interessi.
“Odi
le frasi da rimorchio?” chiese Liam in risposta, in parte per
continuare l'argomento e anche perché era curioso, i suoi
sentimenti
per la chimera presenti ancora una volta nel retro della sua mente.
“Non
sto dicendo che tutte le frasi da rimorchio siano brutte, solo la
maggior parte,” Theo deviò subito la domanda, ma
invece in qualche
modo questo diede a Liam un'idea.
“Perciò
se qualcuno le usasse con te, tu gli daresti un pugno in faccia?”.
Ci vollero
un paio di secondi a Liam per capire che forse la domanda suonava un
po' troppo esplicita, ma adesso non c'era modo di tornare indietro.
“Dipende.
Ne hai qualcuna in mente?” Theo si girò per
fissare Liam con
quello
sguardo
che gli faceva venire voglia di spingerlo contro un muro e baciarlo.
Lo sguardo più la domanda avevano messo ai nervi di Liam una
tale
voglia di fuggire che incespicò sulle successive parole.
“C-cosa,
perchè dovrei... conoscerne qual-” Liam
provò a fingersi
tranquillo, ma fallì, la sua voce lo tradì come
sempre. Prese un
respiro profondo, poi sospirò, calmandosi a sufficienza per
parlare.
Nessuna parola uscì dalla sua bocca.
“Ti
dico una cosa: se riesci a dire una bella frase
da
rimorchio, ti invito a uscire,” disse Theo fermamente e il
battito
del cuore di Liam si impennò.
Merda.
Mantieni la calma, fai l'indifferente.
Liam continuò a ripeterselo ancora e ancora
perché questo,
proprio questo,
era
ciò che stava cercando di ottenere così
duramente: un modo per
farsi avanti senza rovinare tutto
o
sputare fuori i suoi sentimenti in modo imbarazzante, come faceva
sempre.
“Cosa
ti fa pensare che mi piacerebbe avere un appuntamento con
te?” ma
ovviamente Liam non poteva semplicemente accettare con entusiasmo
come avrebbe voluto, doveva stare al gioco con 'non lo voglio
veramente, ma dopo accetto e basta', come sempre.
“È
solo nell'interesse del gioco, Liam,” Theo alzò
gli occhi al
cielo, mentre rimetteva il volume alla TV. “Non è
un appuntamento.
Chiamalo cibo gratis o quello che è.”
Il
cuore di Liam precipitò un po' al 'non
è un appuntamento',
perché desiderava che lo fosse, ma segretamente sapeva che
era stata
colpa sua per non aver accettato fin dall'inizio. O forse no, forse
Theo semplicemente non provava sentimenti romantici nei suoi
confronti come lui. Scrollò via il pensiero dalla sua testa
prima
che crescesse a dismisura in qualcosa di peggio.
Rimasero
in silenzio
per diversi minuti, continuando a guardare lo show di merda nel quale
alcune persone fallivano nell'ottenere i loro appuntamenti. Liam
continuò a scervellarsi per delle frasi da rimorchio che
avrebbe
potuto usare, ma non gliene venirono in mente molte. Theo pensava che
la cosa fosse dimenticata, fino a che Liam parlò.
“Ha
fatto male quando sei caduto dal paradiso-”
cominciò Liam, ma si
fermò quando vide lo sguardo assassino che Theo gli diede.
Quella
era una della peggior frasi da rimorchio che avrebbe potuto dire.
“No,
ma mi sono fatto un po' di graffi e lividi quando sono strisciato
fuori dall'inferno,” Theo sorrise con sufficienza, lasciando
Liam
con la bocca spalancata. Quello non
se l'era aspettato. “Ho detto belle frasi da rimorchio, non
quelle
che saltano fuori dagli show per adolescenti.”
Liam
incrociò le
braccia e si spostò più in giù nel suo
posto sul divano. Fissò la
TV come se si aspettasse che gli desse risposte.
“Un
nichelino per i tuoi pensieri,” cominciò ancora
una volta Liam
dopo un po'. Theo sollevò pigramente un sopracciglio.
“Pensavo
che fosse un penny,” replicò lui, ancora senza
capire cosa Liam
intendesse.
“Credo
che i tuoi pensieri valgano di più,” disse Liam
affabilmente,
sorridendo orgoglioso a Theo
convinto di aver vinto, ma il massimo che ottenne dal ragazzo
più
grande fu una bassa risata sommessa.
“Non
puoi lo stesso comprare un cazzo con cinque centesimi,”
replicò
Theo, cambiando il canale della TV. Liam sbuffò per
l'esasperazione.
“Era
originale,” si lamentò Liam.
“Non
è lo stesso quello il punto,” replicò
in risposta Theo.
Liam
giocherellò con
il suo telefono, ancora determinato a uscirsene fuori con una frase
da rimorchio decente, a questo punto solo per vincere la discussione
che aveva con Theo.
“Sai
l'ora?” chiese Liam, osservando curiosamente Theo per vedere
se
sarebbe caduto nel tranello.
“Uh,
è passata l'una di notte-” rispose Theo dopo aver
guardato il
telefono, Liam sbuffò.
“No,
intendevo se sapevi che è l'ora di annotarsi il mio
numero,” Liam
sogghignò,
perché
Theo ci era davvero cascato invece di prevederlo. Theo lo
fissò a
sua volta con un'espressione perplessa.
“Sai
che ho già il tuo numero, giusto?”
domandò Theo.
“Sì,
ma devi ammettere che questa era buona!” Liam
provò a difendere la
sua frase da rimorchio, ma Theo scosse semplicemente la testa con
disapprovazione.
“Qualche
volta mi chiedo come tu sia riuscito ad avere la ragazza,”
disse
Theo.
Liam
stava diventando irrequieto a questo punto, picchiettando le sue dita
contro il telefono, facendo pensare
e pensare
il suo cervello. Ma non c'era molto che il suo cervello fosse in
grado di fornirgli a quell'ora assurda di notte.
“Sembri
spazzatura,
posso portarti fuori?” sputò Liam infastidito,
ottenendo una
risata da parte di Theo.
“Quello
era un insulto o una frase da rimorchio?” chiese Theo,
sorridendo
ancora divertito.
“Entrambi?”
Liam alzò le spalle,
perché, tra tutte le frasi, non aveva pensato che sarebbe
stata
quella a funzionare. “Ha funzionato?”
“Cosa?
Vuoi così disperatamente uscire con me?” lo
stuzzicò Theo.
“Anche
se lo fossi – il che NON
È
vero
– sembra
che non stia andando da nessuna parte,” si lamentò
Liam, girandosi
a fissare lo schermo invece che gli occhi di Theo che gli sembrava
come se stessero bruciando sulla sua pelle.
“Va
bene. Rispondi a questo: se ti chiedessi di uscire per un
appuntamento, la tua risposta sarebbe la stessa che a questa
domanda?” esclamò Theo e Liam stava per rispondere
No
per abitudine, ma poi si fermò e si rese conto del
significato. Se
avesse detto sì avrebbe acconsentito all'appuntamento, e se
avesse
detto no avrebbe acconsentito comunque.
“Cazzo,
maledetto bastardo, ” mormorò Liam,
senza
neanche rispondere alla domanda.
“Ed
è così che si fa,” disse Theo con
compiacimento,
mentre
spegneva la TV e si dirigeva verso il piano di sopra per andare a
dormire.
“Allora
questo cosa significa?” disse Liam, ancora chiedendosi se
sarebbero
potuti andare al loro 'appuntamento' o no.
“Che
intendi?” chiese Theo innocentemente, come se non avesse idea
di
che cosa Liam stesse parlando.
“Lo
sai, l'“appuntamento” o quello che
è,” disse Liam, facendo le
virgolette nell'aria su appuntamento per dare enfasi.
“Dato
che ho vinto,”
disse Theo e Liam gli lanciò un'occhiataccia.
“Sta a te decidere quello che preferisci fare.”
Theo
si diresse verso
il piano di sopra, lasciandosi alle spalle un pensieroso Liam. Lui
sprofondò ancora più a fondo nel divano, perso
nei suoi pensieri al
punto che finì per addormentarsi lì.
---
Al
loro appuntamento di sei-mesi-dall'-essere-una-coppia, portarono a
galla l'argomento delle frasi da rimorchio. Liam voleva morire
dall'imbarazzo,
perché
non poteva credere di aver fatto passare a se stesso il supplizio di
dire frasi da rimorchio sdolcinate e stupide per convincere
Theo ad avere un appuntamento con lui.
Era
venuto allo
scoperto che anche Theo provava sentimenti per Liam, ma entrambi
erano troppo ostinati e stupidi per notare i loro segnali, fino a che
le circostanze di quel venerdì notte e le stupide frasi da
rimorchio
li avevano costretti ad uscire insieme.
Theo
lo avrebbe preso
in giro per sempre, avrebbe visto una frase da rimorchio scadente e
avrebbe preso in giro Liam perché era probabilmente qualcosa
che il
lupo mannaro avrebbe detto. Liam voleva spingerlo dentro ad una buca.
“Ricordamelo
di nuovo, perché esco con te?” Liam
assottigliò lo sguardo verso
Theo in modo scherzoso, senza intenderlo veramente.
“Chiedilo
a Thomas Paine. Lui sa che uscire con me è Senso
Comune,” disse
Theo affabilmente, mentre prendeva ancora una volta un morso delle
sue patatine. Liam lo fissò semplicemente con la bocca
spalancata,
la forchetta che stava sorreggendo cadde sopra il suo piatto con un
rumoroso 'thud'.
“Hai-
hai appena detto una frase da rimorchio di tipo storico?”
chiese
Liam come se non potesse credere a ciò che le sue orecchie
stavano
sentendo.
“È
per questa volta e basta, non eccitarti troppo,” disse Theo,
mentre
guardando il suo cibo per un momento, ma quando sollevò lo
sguardo
vide il sorriso bloccato sul viso di Liam, il che fece sciogliere un
po' il suo cuore. Dio,
quando erano diventati quella coppia sdolcinata che tirava fuori
stronzate come quelle?
“Devi
essere Atena allora, perché mi hai di sicuro
conquistato,” replicò
poi Liam velocemente.
Non potè contenere se stesso, a dispetto del fatto che
avesse detto
meno di cinque minuti prima che non
avrebbe mai più provato a fare un altro tentativo con una
frase da
rimorchio.
“Non
ho idea di chi sia, ma bel tentativo,” replicò
Theo, e Liam
cominciò a dare una delle sue lunghe spiegazioni riguardo la
mitologia Greca, mentre il ragazzo più grande semplicemente
si
godeva il proprio cibo e ascoltava il lupo mannaro. Non si sarebbe
probabilmente mai stancato di ciò.
Note finali della traduttrice: Spero che questa simpatica storia vi sia piaciuta, è una delle ultime che l'autrice ha scritto (fino ad ora).
È
stata scritta per un prompt, sebbene a lahysmythes non piacciano le
"pick-up lines", le è venuta questa bellissima idea per la
one-shot. Le frasi da rimorchio non piacciono nemmeno a me, ma la fic
mi ha divertita tanto che l'ho aggiunta immediatamente alla mia lista
di traduzione.
Ho già mandato una terza fic di questa autrice alla beta e ne ho
una quarta da rivedere prima di spedire via anche quella. E poi
vedremo...
Alla prossima volta!
Ilaria
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