Belva, ululante la notte il tepore
Hai forma di donna, hai forma d’amore
Tieni, negli occhi un quieto ardore
Hai nelle mani il mio volto, il mio cuore
La luna riflette i capelli, nel lago
I cigni sobbalzano, il pegno pago
La morte dell’anima, nel buio vago
La sera in campagna, la notte sull’ago
La strega sogghigna, la veste leggiadra
La solitudine, infine c’aggrada
Non posso parlarti, la testa m’è sgrava
Mi guida la fede, l’errore mi grava
Mi chiudo nel nulla, è un vago ricordo
Lo stringo nel petto e ruggisco, mi mordo
Non vedo la luce, non sento il Suo corpo
Non voglio restare, vado, risorgo |