Un angelo salito dall'inferno

di directionercipriani
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Il sedere poggiato ormai da ore su uno scoglio e il vestito svolazzante che mostrava a tratti la coscia magra. Non sapevo chi fosse, ma avevo l’impressione di non aver mai visto niente del genere. No, non sapevo chi fosse e non volevo saperlo, potevo restare ore ad osservarla ma non volevo saperlo. I suoi occhi puntati verso l’immensità del mare, verso i gabbiani che sembravano accarezzarlo o forse semplicemente pensava. Il mare appartiene a coloro che amano la solitudine, era il suo posto e questo era una delle poche cose che sapevo di lei.
Decise improvvisamente di alzarsi e raggiungere la strada, quella che forse l’avrebbe portata dai suoi cari o chissà dove, non volevo saperlo.
Mi recai anch’io verso la strada, presi la direzione opposta ma non fermai l’impulso di girarmi a guardarla per poi correre verso la palestra.
Lì quei coglioni dei miei amici erano in pieno allenamento, iniziai anche io con il riscaldamento.
<< Sei rimasto anche oggi a spiare quella povera ragazza? >> disse Alfred sorridendo beffardo
<< Idiota >> risposi ridendo e spingendolo lontano da me
<< So il suo nome, sai? >>
<< Non voglio saperlo >> mi incupii
<< Ancora con questa storia? >>
Non risposi, mi allontanai.
L’ho vista sorridere, ma il suo sguardo non raccontava gioia.
Cerco di distogliere il pensiero da colei che sembra occupare troppo spazio nella mia mente, non dovevo innamorarmi. Mi concentro sul mio allenamento mettendoci tutto l’impegno, non dovevo pensarla.




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