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1.ARKHAM:
CAMERA 590
Jerome
Valenska dopoché finiscono le indagini sull'omicidio di sua madre
viene portato alla psichiatria Arkham perché non può essere
arrestato! Là ci sono solo criminali. Jerome guarda i grattacieli
di Gotham dalla finestra allegro. In strada c'è traffico perché
piove. La città è una metropoli con 300000 di persone. L'infermiere
entra poi ammanetta il ragazzo per portarlo dallo psichiatra, lo fa
sedere sulla sedia e se ne va.”Sono la dottoressa Quinzel ma puoi
chiamarmi Harleen. Ti seguirò io.”spiega la dottoressa gentile.
Harleen Quinzel ha 27 anni, è magra, atletica, con occhi azzurri e
capelli biondi, lisci, lunghi. Essendo bellissima la sua famiglia
avrebbe voluto che diventasse una modella.”E l'altro dottore perché
non c'è? Sarà fuggito quando gli ho descritto l'omicidio di mia
madre!”dice divertito a quel pensiero, l'adolescente però non si
impressiona del commento fatto da Jerome; perché nonostante sia
giovane è 6 anni che lavora con i serial killer.”Si è dimesso.
Non riusciva più a fare lo psichiatra.”spiega prendendo un
taccuino dalla sua borsa.”Sei sfigata... che ti hanno dato me...
potevi rifiutare...”dice ridendo osservando la pioggia bagnare i
vetri delle finestre.”No. Mi sono offerta io. Voglio aiutarti e
credo che l'unico modo è farti sentire amato.”il ragazzo si sta
divertendo tantissimo a sentire quella povera illusa, intanto Harleen
suona un campanello quindi arriva l'infermiere per portarlo in sala
da pranzo a cenare; siede sulla sedia poi una cuoca appoggia sul
tavolo la ciotola contenente della pastina e se ne va terrificata...
l'adolescente guarda il cucchiaio ridendo.”Mi puoi togliere le
manette? Non riesco a prendere il cucchiaio.”domanda all'infermiere
cercando di prendere la posata che scivola dalla mano cadendo sul
pavimento.”Sì. Stai attento che se fai guai te le rimetto.
Ringrazia la dottoressa.”lo avverte l'uomo togliendogli le manette
e dandogli il cucchiaio sporco raccolto sulle piastrelle.”Mia
sorella Alice è morta. Sono Jervis Tetch ma tutti mi chiamano
Cappellaio Matto...”dice quella strana persona davanti a Jerome
spezzando del pane. Jervis ha 36 anni, capelli ricci, lunghi,
castani, occhi e barba dello stesso colore.”Ti ho visto alla TV. Da
quanto sei qui? Io un anno...”domanda l'adolescente bevendo il
brodo, intanto la cuoca prende le ciotole vuote poi mette gli oggetti
sul carrello.”Io da sei mesi. Vorrei bere del tè...”dice
rimpiangendo quelle tazze di tè che beveva con Alice, arriva
l'infermiere a prendere Jerome.”Rassegnati. Il tè lo bevi solo a
colazione, dopocena se vuoi c'è la camomilla.”si intromette nella
discussione quell'uomo odioso spingendo il ragazzo finché non lo
porta in stanza.”Presto troverò un modo per fuggire da questo
posto. Voi morirete.”dice sorridendo a quell'idea, l'uomo
arrabbiato prende Jerome per un polso giunti nella sala elettrica
stende il ragazzo sul lettino poi gli lega le mani; successivamente
attacca degli elettrodi sulla sua fronte e va ad accendere la
macchina per fargli l'elettroshock.”Sai chi ha inventato questa
macchina? E' stato Edward Nygma. L'Enigmista crede che vi calmi.”dice
allegro schiacciando un pulsante.”E' illegale e fa male... come
potrebbe calmarci?”domanda curioso aspettando la scossa. A Gotham
usare l'elettroshock sui pazienti psichiatrici è illegale da 40
anni, ma non essendoci controlli in quel manicomio viene ancora
fatto! SE QUEI CRIMINALI MORISSERO NESSUNO NE SENTIREBBE LA MANCANZA!
A chi interesserebbero? Ai cittadini no.”L'elettricità ti entra
nel cervellino guarendoti dalla pazzia...”spiega l'uomo aumentando
la potenza delle scosse, l'elettricità lo fa contorcere dal
male.”Non ci credo che lo... fai... per... noi...”ghigna
dolorante l'adolescente.”Sai che nella tua stanza c'era uno peggio
di te? Si chiamava Jason...”lo interrompe curioso.”E perché non
c'è più? L'avete rilasciato?”domanda osservando l'orologio appeso
al muro.”E' stato ucciso dall'elettricità.”spiega aumentando
ulteriormente la potenza delle scosse Jerome sviene; l'infermiere gli
da degli schiaffi per farlo rinvenire ma vedendo che è inutile
prende un tovagliolo dal carrello e asciuga le gocce di saliva scese
sul suo collo. Jerome non avendo più quel ghigno terrificante fa
meno paura. Mette l'adolescente in spalla per portarlo nella sua
camera. Stende Jerome sul letto e se ne va. L'adolescente la mattina
seguente si sveglia presto infatti dalla finestrella della porta vede
che le luci biancastre dei neon sono spente.
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