Onde1
PRIMO
CAPITOLO
99
Al dodicesimo rintocco… siamo in onda.
Benvenuti a Onde
di velluto, sognatori
della notte.
Sono il vostro Alex,
dispensatore di parole e di emozioni.
Prima di leggervi il
racconto di oggi, volevo fare un annuncio. Il mio podcast è
online da quasi due anni, venerdì prossimo
registrerò il centesimo episodio e probabilmente
violerò la mia regola più importante.
Vi ho sempre detto che
non avrei accettato racconti a puntate: ogni lettura doveva risultare
per me e per voi un’esperienza unica.
La scorsa settimana,
però, siete impazziti per il finale di Binario 7 e devo
ammettere che anch’io sono curioso di sapere cosa ne
è stato dei protagonisti. Perciò, se chi mi ha
inviato il racconto è disposto a mandarmi qualche nuova
pagina, ve la leggerò.
Riusciremo a scoprire
che cosa succederà tra questi due ragazzi che si sono
conosciuti online e sono diventati amici prima ancora di incontrarsi di
persona? La lettera in cui lui le dichiara di essere innamorato,
consegnata di fretta solo nel momento in cui lei sta salendo sul treno,
mi ha lasciato un po’ perplesso. Perché aspettare
così tanto? Sono rimasti insieme per giorni, si conoscevano
da mesi. Dichiararsi con una lettera non è un modo troppo
semplice e… codardo?
Fatemi sapere cosa ne
pensate, aspetto i vostri commenti.
E ora, veniamo al
racconto che ho selezionato per voi.
Alex interruppe la registrazione. Aveva giusto il tempo di
unire quell’introduzione al file audio della lettura e
programmarne l’upload. Sarebbe andato online sul suo sito a
mezzanotte, mentre lui era al lavoro.
Onde di velluto, il suo podcast, era nato per caso. Aveva bisogno di
una valvola di sfogo e aveva iniziato a registrare le puntate, leggendo
racconti trovati in biblioteca.
Suo prozio Arturo, che Alex aveva assistito negli ultimi dolorosi mesi
di malattia, gli aveva ripetuto spesso quanto era bravo a leggere,
perché riusciva a trasmettere emozioni. In tutta
onestà, nella vita di tutti i giorni gli sembrava di non
riuscire nemmeno a provarle, quelle benedette emozioni.
Poi, uno dei suoi primissimi ascoltatori gli aveva chiesto di leggere
un racconto inedito, scritto da lui. Altri erano seguiti. Presto la
trasmissione si era trasformata in un appuntamento fisso e in due anni
aveva raggiunto una certa notorietà. Alex aveva ampliato il
sito, acquistato strumenti più professionali per registrare
la propria voce e soprattutto aveva creato la versione virtuale di se
stesso.
Quando leggeva di fronte al microfono, si perdeva nel mondo narrato e
gli riusciva più facile costruire le proprie emozioni,
amplificarle e modellarle. Solo in quel modo riusciva a sentirsi vivo.
Per il resto, aveva la sensazione che i battiti del suo cuore fossero
ridotti a seguire un ritmo apatico e innaturale.
Morbido, caldo e confortante. Come il velluto. Così veniva
definito il suo timbro di voce dalle ormai diverse migliaia di
ascoltatori, a cui Onde di velluto faceva compagnia, ogni
venerdì notte.
D’altronde, come poteva sopravvivere un inguaribile solitario
come lui se non cercando una compagnia virtuale?
Con il passare del tempo, era diventato più difficile
selezionare i racconti, perché ne riceveva qualche dozzina a
settimana. Sempre più spesso trovava nella casella di posta
racconti erotici. Ne aveva scelto qualcuno, ma solo entro certi limiti
perché non voleva che il podcast assumesse una connotazione
sessuale.
Alex si alzò dalla poltrona girevole, allontanandosi dalla
scrivania. Era l’unico angolo del suo appartamento a essere
costantemente ordinato e rinnovato, con tutti gli strumenti su cui
investiva ogni suo risparmio. In quel metro quadrato c’era
tutto il suo mondo virtuale, e forse anche quello reale.
Da semplice passione si stava trasformando in una nuova entrata fissa,
grazie ai banner pubblicitari del sito e alle donazioni che riceveva in
cambio di contenuti esclusivi e letture private. In realtà,
anche se i guadagni non fossero stati sufficienti, Alex avrebbe
continuato lo stesso, ormai viveva di quei momenti.
Stava diventando però sempre più difficile
continuare a mantenere anche il suo lavoro notturno alla reception
dell’Hotel Arcadia. Quando rientrava a casa, si concedeva
solo qualche ora di riposo e poi si dedicava a registrare.
Fortunatamente, aveva tempo libero a sufficienza, durante la notte, per
selezionare i racconti e rispondere alle e-mail.
Fuori era già buio, segno che era ora di prepararsi e
uscire. Il tempo volava quando si sedeva alla sua poltrona davanti al
microfono.
Alex accese la luce del bagno e osservò la sua immagine
riflessa nel piccolo specchio tondo sopra il lavandino. Se è
vero che ridere troppo fa fiorire le rughe, di quelle almeno non doveva
preoccuparsi. Ma la sua espressione fin troppo seria e le ombre scure
sotto gli occhi lo facevano apparire più vecchio dei suoi
ventisette anni.
Qualche primo accenno bianco aveva fatto capolino qua e là
tra i suoi capelli nerissimi tenuti sempre corti.
Si passò una mano sul mento, constatando che avrebbe dovuto
farsi la barba, ma non ne aveva voglia, tanto i clienti
dell’albergo non facevano mai caso al portiere notturno.
Soprattutto perché a sfilargli davanti ogni sera erano
principalmente uomini d’affari in compagnia di qualche
accompagnatrice, spesso alticcia o che si fingeva fin troppo allegra e
barcollante sui tacchi alti.
La parata di finzioni, bassezze, scenate e preliminari che ogni notte
era costretto a sopportare avrebbe disilluso anche il campione mondiale
di ottimismo.
Quando, tre anni prima, aveva perso il lavoro nel negozio di
elettronica a causa delle troppe assenze ingiustificate, la vicina di
casa lo aveva spedito a fare un colloquio dal figlio, neodirettore
dell’Hotel Arcadia. Gli ultimi mesi di malattia del prozio
erano stati estenuanti, ma non avrebbe mai abbandonato l’uomo
che lo aveva cresciuto e che per dieci anni aveva rappresentato tutta
la sua famiglia. Dopo la sua morte, avrebbe potuto cercare un nuovo
lavoro diurno – del vecchio non rimpiangeva nulla –
ma ormai era abituato a vivere di notte e a occuparsi del suo podcast
nel tempo libero.
Alex indossò la divisa, imprecando perché si era
di nuovo dimenticato di far sistemare la cucitura sfilacciata nella
manica della giacca. Rimandare era una filosofia di vita, soprattutto
quando si trattava di inutili scocciature.
Controllò che il file audio fosse già pronto sul
Cloud e infilò il computer portatile nello zaino, prima di
uscire di casa.
«Ciao Alex, buon lavoro» lo salutò la
sua vicina, sul pianerottolo.
«Ines, che stai facendo? Te la getto io la spazzatura, lo
sai» la sgridò, avvicinandosi per farsi consegnare
il sacco nero dall’anziana signora.
«Oh Alex, non sono del tutta invalida!»
borbottò lei, poggiandosi pesantemente al bastone mentre con
la mano libera stringeva i lembi di una consunta vestaglia rosa di
flanella.
«Fa già freddo fuori e le scale sul retro sono
sempre buie, lo sai» le spiegò con pazienza.
«Samanta oggi non è venuta e non volevo
disturbarti. Hai bisogno di dormire di più, povero
ragazzo.»
Ines gli lasciò una carezza delicata e un po’
tremolante su una guancia.
«Hai intenzione di farti crescere la barba come quei
Nister?» Dopo un attimo di tenerezza, ecco
l’affettuoso e bonario rimprovero, da vera nonna.
«Si dice hipster, Ines. No, tranquilla, ho solo avuto poco
tempo. Hai preso le medicine? Samanta
dov’è?» Di solito, la nipote passava
ogni sera, dopo il lavoro.
«Ha un appuntamento» sbuffò lei,
appoggiandosi con forza al suo avambraccio.
«Ines…» Cercò di frenare la
solita ramanzina che sicuramente era in arrivo.
«Non capisco perché non vuoi uscire con lei:
è una bella ragazza.»
Alex scosse la testa, sforzandosi di accennare un sorriso.
«Devo andare o faccio tardi.»
«Sei troppo giovane per rimanere sempre solo, Alex. Non hai
ottantaquattro anni sulle spalle come me. Io vivo nei ricordi del mio
povero Ettore. Tu devi vivere nel presente, figliolo.»
Per lui era già un successo riuscire a sopravvivere,
pensò Alex, prima di uscire nella notte.
NOTA FINALE
Onde di velluto è
uscito in libreria il 9 febbraio 2017, edito da Centauria.
Essendo il mio primo romanzo totalmente inedito non aveva mai
conosciuto efp, perciò ho deciso di pubblicare il primo
capitolo per far congiungere i miei due mondi e far conoscere Alex su
efp.
Potete trovare ogni informazione sul libro sul sito della casa editrice
Centaurialibri.
Potete trovarmi anche su facebook (profilo,
pagina
facebook e gruppo Tra
palco e realtà), Instagram, Twitter
e Wattpad.
Come sempre, è un piacere e un onore tornare a casa, su efp.
Chiara
|