Sonno
Era
una fresca serata estiva alla periferia di Tokyo e, come ormai
accadeva sempre più di frequente, Shiho si trovava a casa
dell'agente Furuya.
Stavano
guardando un programma in tv seduti sul divano. Rei le stava
massaggiando le gambe.
Ad
un certo punto la ragazza aveva preso il telefono ed era andata
vicino il balcone.
Lui
era rimasto seduto sul divano ma aveva teso le orecchie, non per
mancanza di fiducia, era più deformazione professionale.
<<
Ciao. Che fai? >>
Il
ragazzo aggrottò la fronte: Shiho stava usando un tono fin troppo
dolce per i suoi standard.
<<
Sta attento con quel coso, potresti farti male >>
Ma
che cosa...?
<<
Hai mangiato? Che hai mangiato? >>
Poggiò
il viso sul palmo della mano continuando ad origliare.
<<
Quante porzioni?... ok adesso dimmi la verità >>
Rei
assottigliò gli occhi.
<<
Che fai ora? No no no spegni e lavati i denti >>
Gli
venne da ridere intuendo chi ci fosse all'altro capo del telefono.
<<
No... guarda che me ne accorgo. Ok si... Ciao >>
Chiuse
il telefono sbuffando.
Non
poteva abbassare la guardia nemmeno cinque minuti con quell'uomo, era
come un gigantesco bambino coi baffi. Per fortuna non era l'unica a
controllarlo.
Si
sistemò una ciocca di capelli ed infilò il cellulare nella tasca del
jeans, poi si voltò e spalancò gli occhi irrigidendosi.
Rei
la fissava dietro il tavolo con la testa poggiata tra le mani, uno
sguardo da furbetto e un sorrisetto divertito.
Arrossì
appena.
Ecco,
aveva sentito tutto.
<< Cosa c'è? >> disse
scocciata per celare l'imbarazzo.
<< Non sapevo avessi un
figlio... >>
Lei
roteò gli occhi al cielo.
<<
Era Agasa... >>
<< Un figlio grande >>
<<
E smettila... >>
*
A
differenza della musica, Shiho e Rei avevano gusti molto simili per i
programmi tv ed i film.
Non
certo per i programmi di moda, ma per il resto apprezzavano le storie
complicate, con toni un po' tristi e magari con un sottofondo di
mistero.
E
gli horror.
Era
paradossale che due persone coi loro trascorsi apprezzassero tale
genere ma questi erano i fatti.
Rei
pensava che fosse una cosa positiva dato che solitamente quei film
erano perfetti per appropinquarsi verso atti più dolci.
Il
classico scenario della fanciulla che si spaventa si rifugia tra le
braccia del prode cavaliere che la abbraccia difendendola.
In
teoria.
<< È anatomicamente sbagliato >>
<<
È un film >>
<< Si ma è sbagliato. Le interiora non
sono così >>
In
pratica guardare un film horror con lei, a meno che non fosse
studiato e girato alla perfezione, era impossibile.
<<
Poi da quando il sangue ha quel colore? E' stupido >>
Rei
portò due dita in fronte scuotendo la testa.
Niente. Shiho
non aveva nulla a che fare con una dolce ed innocente fanciulla
spaventata.
Lei era una donna tosta, non un maschiaccio ma
comunque una tosta ed estremamente perfezionista.
<< Che
scena scontata >>
Rei
inspirò.
<< Giuro. Un altro commento e la prossima
volta che guardiamo un giallo ti rivelo il nome dell'assassino sin da
subito >>
Shiho
spalancò gli occhi e le labbra emettendo un comicissimo “hiii...”.
<<
Non oseresti! >>
<< Scommettiamo? >>
*
Dopo
la prima metà del film, finalmente Shiho si era arresa alle
inesattezze cinematografiche e si era seduta accanto a lui con le
gambe incrociate.
Rei
le circondò le spalle con un braccio accarezzandole la spalla con le
dita.
D'un
tratto avvertì la ragazza farsi più pesante e decisamente più
calda.
Shiho
si era addormentata ed aveva poggiato la testa contro il suo petto.
Aggrottò
la fronte.
Non
era la prima volta che succedeva.
La
ragazza aveva preso ad appisolarsi un po' ovunque: in macchina, sul
divano, una volta persino al cinema.
Cominciava
a pensare che fosse narcolettica.
Spostò
la testa in modo da guardarla meglio: le labbra rosse appena
socchiuse ed un'espressione tremendamente dolce e rilassata.
Sorrise.
Diventava
un fornetto quando si addormentava.
Le
prime volte si era chinato toccandole la fronte, ma poi aveva capito
che non si trattava di febbre, era una sua caratteristica.
Si
chinò per prenderla in braccio e portarla a letto ma venne bloccato
dalla ragazza che prontamente aveva poggiato una mano sul suo petto
scuotendo la testa.
<<
Finisci di guardare questo stupido film >> disse lei in un
sussurro.
<<
Ma non stai scomoda? >> bisbigliò.
Con
ancora gli occhi chiusi, lo spinse facendolo sdraiare sul divano e si
mise sopra di lui accoccolandosi contro il suo petto.
<<
No no... >> disse con la voce mezza addormentata.
Rei
diventò incandescente, gli ci vollero un paio di secondi per
realizzare la situazione.
Prese
il telecomando ed abbassò il volume di qualche tacca poi la
abbracciò affondando il naso tra i suoi capelli.
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