Sole di mezzanotte - PROLOGO
Isola di Grímsey – Islanda
12 Luglio 2007
Silenzio.
Sublime silenzio. Si stagliava incontrastato, padrone di tutto, perfino
del cielo grigio. Dalla sua posizione, poteva vedere le onde del mare
che da tempo immemore abbracciavano il nero delle rocce vulcaniche,
come un eterno combattimento senza vincitori né vinti. Tutta
quella desolante bellezza era l'unico regalo che aveva deciso di farsi
in ventitré anni di vita. Poteva percepire ogni singolo atomo
della solitudine di quell'attimo. Gocce gelide, artiche e salate
saltarono sul suo viso. Spalancò le braccia. Era mezzanotte
precisa e la rifrazione del sole, bianco e coperto da una perenne
coltre di nubi, era l'unica testimone silenziosa a farle compagnia in
quel momento, macabro e grandioso al tempo stesso. Si sporse oltre il
bordo della scogliera. Prese un ultimo, profondo respiro. La sua mente
si svuotò e si concentrò soltanto sul suo battito
cardiaco, sui suoi polmoni che incameravano aria. Si lanciò. Il
cappuccio si abbassò mentre precipitava. Pensò
che quello e soltanto quello era l'istante in cui stava vivendo
davvero. I ricci biondi si aprirono a ventaglio nel vuoto, finalmente
liberi.
Un tuffo.
Il gorgoglìo delle acque scure.
Il freddo duro delle rocce.
E
di nuovo il silenzio. Sulla scogliera, l'erba gelata e verde conservava
ancora l'impronta dei suoi piedi, nel punto in cui l'aveva calpestata
per l'ultima volta.
Una sciarpa rossa riemerse poco dopo dall'oceano. Il faro arancio svettava lontano, in tutta la sua maestosità.
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