Agorà
Miti
e leggende della Scuola Superiore Agorà
Prologo:
Idealtipi
da Pullman
Il
pullman è la barca, l'autista è il tristo
traghettatore di anime.
Se
Dante avesse scritto la Divina Commedia nel XXI secolo, probabilmente
lui e Virgilio avrebbero viaggiato su un mezzo pubblico, schiacciati
nella calca di teste pensanti -chi
più, chi meno-
ed ansiogene,
concentrate unicamente sull'imminente verifica o interrogazione.
Puntuale
ad un quarto alle sette, Caronte aspettava gli spettri imbottiti di
caffè e di zuccheri, tamburellando le ossute dita sul
volante a
ritmo della colonna sonora delle sue lunghe traversate: Hell
dei Disturbed. Attendeva quindi che tutti
salissero, salutando
con un cenno quegli studenti della scuola superiore Agorà,
con cui in cinque anni di andate e
ritorni aveva scoperto una maggiore affinità.
Non
era amicizia, mai: l'arcigno conducente era fin
troppo
scorbutico per formare simili legami.
Tuttavia
da semplici sguardi o frasi botta-risposta,
era
riuscito, in tanti anni di gloriosa carriera, ad identificare degli
idealtipi di persona.
Tra
questi ce n'erano alcuni, caratteristici e ricorrenti, presenti in
ogni ciclo quinquennale scolastico sin probabilmente dalla nascita
delle scuole. O forse anche prima.
Lo
Spettro del Fancazzismo:
Classica
fotografia di studente da serie tv americana: jeans e maglia larghi,
bomber, scarpe da ginnastica, zaino vuoto o totalmente assente. Il
suo più grande problema era l'essere ben lontano dal
continente a
stelle e strisce e il trovarsi in un liceo che richiedeva un minimo
di studio.
Caronte
aveva catalogato questo personaggio come “Spettro”,
perché
era in grado di collezionare un tal numero di assenze da tendere
verso la bocciatura (infatti, la sua presenza sul pullman si
dimostrava assai rara), seppur in qualche modo riuscisse sempre a
scampare dal ripetere l'anno scolastico.
Era
ben riconoscibile la mattina, visto che impiegava l'ora di viaggio
alla ricerca di una vittima designata, al fine di riuscire a copiare
nel compito in classe; scriveva o perlopiù conversava,
minacciando
sistematicamente il malcapitato sapientone di turno.
In
quella generazione di studenti faceva parte di questa gloriosa
categoria Polifemo, figlio del professor Poseidone:
non era
tanto furbo, però la sua stazza, la sua
aggressività e l'influenza
di suo padre bastavano per convincere i poveri secchioni impauriti ad
aiutarlo.
Forse,
sotto quest'ottica, era comprensibile come il ragazzo fosse sempre
riuscito a passare alla classe successiva.
Ὁ
Strategós:
Losca
figura contrapposta al ragazzo sopracitato e con un grande senso per
gli affari, si presentava come un manager indaffarato, che
poneva la propria astuzia a servizio dell'inganno: seduto nei posti
più oscuri, controllava con attenzione le fotocopie delle
verifiche
riunite in un amabile e prezioso faldone, suddivise per materia, data
e soprattutto rarità (i compiti in classe del prof. Ade
valevano
almeno dieci bigliettoni in più, mentre quelli di Dioniso
erano più
economici); poco importava se il docente in questione cambiava le prove
di anno in anno, c'era sempre un primino ingenuo che
cascava sistematicamente nella tela del ragno.
E
l'aracnide in questione aveva uno e un solo nome: Nessuno.
In
realtà era uno pseudonimo, perché effettivamente
nessuno doveva
conoscere la sua vera identità, onde evitare possibili
incomprensioni con i professori, qualora il mercato nero
venisse
scoperto.
Chi
conosceva di persona Nessuno, però, aveva affermato che non
era affatto un
ragazzo così tanto losco, anzi, aveva addirittura saldi
principi
morali per cui si batteva, dimostrando un'eloquente abilità
oratoria.
Era
stato eletto addirittura rappresentante di classe per un anno di
scuola, ma appena Fama -una ragazza molto curiosa-
aveva
domandato di che classe, le era stato risposto: Nessuna.
L'incazzato
perenne:
Probabilmente
la forma più antica di studente -o di uomo in
generale-
presente in ogni epoca e in ogni luogo; l'evoluzione più
logica
dell'alunno incazzato era quella del docente incazzato, figura
incarnata nel professor Ares, che per un motivo o per l'altro
riusciva ad essere di malumore.
Tornando
però allo stadio base, il ragazzo incazzato si presentava
sempre in
contrasto con il mondo intero, in ogni giorno dell'anno, per diversi
motivi: ora per la fidanzata, ora per il professore, ora per quel
“coglione” (cit.) di
rappresentante “che non capisce
un emerito cazzo” (cit.).
Achille
era uno di questi esemplari e, appena messo piede sul pullman
ed
il fondoschiena sul sedile, iniziava a lamentarsi col cugino Patroclo
di quanto il pianeta fosse abitato da “una mandria
di
rompicoglioni” (cit.), votati tutti alla causa del
rendergli
“la vita una merda” (cit.).
Patroclo,
paziente, ascoltava le lamentele ed annuiva attento, intervenendo di
tanto in tanto con un sospirato “eh, sì”,
oppure con un
“ma no, Agamennone non è un coglione,
cerca di capirlo”,
corretto subito in “hai ragione tu, cugino mio”.
Poteva
sembrare che Patroclo fosse sottomesso all'autorità del
parente
stretto, ma in realtà lui, di qualche anno più
vecchio, riusciva
sempre a contenere l'ira funesta di Achille.
Il
monarca illuminato:
Era
conosciuto da tutti, letteralmente: riusciva a spendere i primi venti
minuti di viaggio ad abbracciare e a salutare compagni, conoscenti e
sconosciuti, ricordandosi a memoria ogni singolo nome ed avviando al
contempo una campagna propagandistica ai fini di essere eletto
nuovamente Rappresentante d'Istituto; enunciava la propria lista con
la stessa vigoria di un generale che incitava le truppe contro i
barbari invasori, gesticolando ampiamente e attirando su di
sé
l'attenzione del pullman intero.
Prima
di lui, il Liceo era in uno stato di decadenza, una sorta di “oscuro
Medioevo” in cui gli studenti erano costretti a
brancolare nel
buio, oppressi dall'autorità di feroci, crudeli professori.
Con il
suo governo illuminato, invece, la Scuola aveva finalmente conosciuto
la civiltà, tanto da sancire addirittura valide conquiste:
le
macchinette del piano terra avevano smesso di mangiare soldi (ora,
infatti, avevano imparato a scalare direttamente più soldi
del
dovuto dalle chiavette), la segreteria era aperta per ben
dieci
minuti in più, per un totale di quindici minuti giornalieri (in
cui lo studente, costretto a mettersi in una coda di mezz'ora,
arrivava davanti allo sportello e lo trovava comunque,
inevitabilmente, chiuso), oppure la sempiterna promessa di
eliminare le discriminazioni tra Licei, perché tutti gli
indirizzi
erano importanti in egual modo (ma alcuni erano più
importanti di
altri).
Ovviamente,
la colonna sonora di ogni singola mattina era la voce di Agamennone,
principale causa della luna storta di Achille, che per colpa della
sua continua parlantina non poteva esprimere appieno il proprio odio.
Odi
et Amo:
Le
immancabili coppiette di fidanzatini che riuscivano ad avvinghiare le
lingue in un lungo, passionale bacio per tutta la durata del tragitto
da casa a scuola.
A
questi momenti idilliaci, si alternavano giorni di continuo
bisticcio, la cui causa poteva risiedere in un mesiversario mancato,
in un messaggio di qualche ragazza sospetta (no, tesoro, Ila
è un
ragazzo, non preoccuparti) o in un misterioso e temibile
“lo
sai cosa hai fatto.”.
Fama,
ragazza che sapeva tutti i gossip più caldi della scuola,
non
perdeva mai occasione di parlare alle amiche, informandole su
ciò
che accadeva nell'istituto: ultima notizia della settimana era il
litigio scoppiettante tra Orfeo ed Euridice, dove la coppia
inseparabile si era alla fine separata, dopo che il ragazzo,
voltandosi, aveva salutato Euterpe, sua compagna nel corso
pomeridiano di Musica. Da quel momento, Euridice non aveva
più
proferito parola.
La
mente assorbente:
O
più semplicemente colui che non aveva aperto libro, se non
la
mattina stessa sul mezzo pubblico.
Era
un ragazzo capace di isolarsi dal rumoroso mondo circostante,
acquisendo una quantità tale di informazioni da far invidia
ai
sistemi informatici più moderni; passava con nonchalance da
storia a
fisica per finire con latino, tanto che al termine dell'ora di
viaggio era in grado di decantare le vite di fisici in latino,
trovare la gittata dei cannoni utilizzati nelle guerre moderne e
ripetere a memoria usi e costumi della Roma Imperiale.
Esempio
di questa specie studentesca, era il buon Giacinto,
tanto
concentrato a spendere la giornata all'aria aperta, godendosi
il
caldo Sole pomeridiano, da dimenticarsi i noiosi libri
scolastici
fino al momento dell'effettivo bisogno.
Queste
erano le anime più note, quelle che caratterizzavano il
freddo mezzo
pubblico nelle traversate da casa-scuola e viceversa.
Caronte,
volente o nolente, era sempre informato sulle loro eroiche gesta,
grazie anche alla squillante voce di qualche
ragazza,
seppur non
commentasse mai: lui infatti, in mezzo a tutta quella vita, si
limitava ad ascoltare e a cantare le note della sua amata canzone,
guidando la nave sul fiume di nero asfalto.
Ah,
Ah!
Oh
burning, now I bring you Hell.
Fine
Oneshot!
Idealtipo:
modello a cui
rifarsi per
spiegare determinati avvenimenti della realtà. Citando il
sociologo
Weber: “[...] esso ha il significato
di un puro
concetto-limite ideale, a cui la realtà deve essere misurata
e
comparata, al fine di illustrare determinati elementi significativi
del suo contenuto empirico”.
Odi
et Amo:
incipit carme 85 di
Catullo;
Mente
Assorbente:
citazione al
pensiero di Maria Montessori.
Angolo
Autrice:
Buonsalve
a tutti quelli che son giunti fino qui!
Il
capitolo è breve, ma è solo una sorta di
“introduzione”, che
serve a presentare personaggi che compariranno in futuro. Non
è
necessario leggere tutti i capitoli in ordine, saranno
perlopiù
auto-conclusivi, ma c'è anche una piccola
continuità,
visto che si parla sempre di situazioni legate alla Scuola Superiore
“Agorà”.
Ma
partiamo dall'inizio.
L'idea
per la raccolta è nata con la rilettura di un libro della
mia
infanzia: Bar Sport di
Stefano Benni (e il
suo seguito “Bar Sport Duemila”).
Mia madre, in vacanza al mare, mi leggeva sempre qualche trafiletto
per farmi dormire (censurando di tanto in tanto) ed io, fin da
piccola, adoravo quei brevi racconti autoconclusivi (non riuscivo a
capire tutto ovviamente, ero pur sempre una bambina, però li
adoravo
comunque).
Quando
sullo scaffale ho ritrovato questi due libretti sfasciati con un
marcato profumo di salsedine, mi è salita un po' di
nostalgia e
l'ispirazione per scrivere qualcosa che mi aiutasse a
“staccare la
spina” dal periodo intenso di interrogazioni, verifiche e
verifiche
con interrogazioni (siamo in quinta a fine trimestre, niente di
meglio per un po' di ansia in più).
Così
ho iniziato a scrivere un'AU moderna/mitologica ambientata in un bar,
ma... io non sono una frequentatrice di bar e la storia in
sé non mi
convinceva.
Ho
cestinato l'idea per un po', fino a quando non ho riletto delle mie
vecchie fanfiction non pubblicate e mi si è accesa una
lampadina per
qualcosa a tema scolastico.
Ed
ecco qui.
Non
so se possa piacere, però, di capitolo in capitolo, mi
impegnerò a
descrivere parti di vita più o meno vissuta. Una sorta di
parodia
di certi comportamenti/situazioni.
Io
vi saluto e spero che seguirete questa raccolta.
Un
bacio da _Lakshmi_!
(Uno
speciale ringraziamento a _Morgan, che mi sostiene sempre. Grazie
mille, davvero!)
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