Forse non c’è mai stato altro che odio.
Daphne è una Venere scalza, nuda – Daphne è il sangue ormai secco con cui ha benedetto la propria vita, è l’oscurità che le danza intorno feroce.
[Tu continui ad amare di un amore malato, morboso]
Daphne vola veloce coi suoi piedi leggeri.
È una danza crudele e sofferta – portale il cuore, portale il cuore di tua madre, incatenala a te una volta e per
sempre, splendida colomba bianca dalle ali macchiate di vermiglio e gli occhi un po’ folli un po’ lei, quelle
labbra al cianuro sentenza di morte.
[Daphne ti guarda morire e ride cristallina, il suo amore oggi morirà per lei]
È freddo quel giorno in cui lei ti abbandona;
in cui le offri il tuo cuore, il tuo sangue da bere.
È freddo quel giorno; lei continua a ridere, è venata di follia – ma la sua pazzia s’interrompe e si sbreccia
mentre ti guarda andar via.
[Le hai detto addio col sorriso, uomo innamorato, uomo impazzito]
Carminio è lo sfondo, e poi bianco di neve.
Lei ti guarda sgomenta morire felice – la danza s’arresta, non le è rimasto più niente.
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Grazie a Faber e alla sua Ballata dell'Amore Cieco.
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