Quanto può essere dura la vita di una ginnasta? Le giornate
interminabili agli allenamenti, i sacrifici che devi fare come le
diete, le uscite con gli amici e quando dici:" Stasera devo tornare a
casa presto, domani ho la gara!". E sentire il vaffanculo generale da
parte loro che ti dicono:" Sprechi la tua vita in quella palestra, 20
anni si hanno una volta sola". Alle ginocchia sbucciate, slogate o
lussate, ai tonfi, alle cadute, ai giudizi non imparziali da parte dei giudici
di gara, alle delusioni, alle lacrime, alla gioia che si unisce al
dolore, al podio, alle medaglie, alle mani devastate dopo che hai fatto
le parallele, a chi non ha mai creduto in te chi invece è li
che ti spinge sempre a fare meglio. Un giorno ho fatto una esibizione
dentro a una scuola elementare, eravamo li per far vedere ai bambini
delle piccole esibizioni, non c'erano tante pressioni però
sono sempre stata abituata a dare tutto me sgtessa in questo sport,
fare male significa non essere pronta per una gara e trovarsi in questa
situazione non è bella, non sempre c'è una
prossima volta nel mondo della ginnastica, c'è solo il
presente e a volte pure quello sembra incerto. Non dovevamo fare altri
esercizi se non al corpo libero e parlare con i bambini facendo una
piccola intervista, ero molto rilassata al fatto di sapere che oltre al
corpo libero non dovevo fare altro, mi sentivo totalmente serena e
così feci questa cosa con molto entusiasmo. Io e la mia
squadra ci eravamo presentate alla grande, body da gara, tutte tuccate
ed eleganti come se fossimo alle olimpiadi, eravamo nella palestra
della scuola e osservamo quei bambini in modo compiaciuto dicendo tra
di noi quanto fossero carini. Dobbiamo parlare più che fare
ginnastica e così prendo il microfono e presento la
squadra:" Ciao a tutti bambini, mi chiamo Irene e sono una ginnasta".
Dico il nome della mia società e vado avanti a parlare con
assoluta spontaneità:" Noi siamo venute qui oggi per farvi
vedere una piccola dimostrazione e per parlare un pò con voi
di ginnastica ma anche di sport in generale, se volete farci delle
domande siete liberi di farlo senza problemi". I bambini inizialmente
sono molto timidi poi uno alza la mano e mi chiede al microfono:" Ma
sapete fare le acrobazie come quelle che si vedono nei film che vedo in
televisione?". Me l'aspettavo questa domanda da parte di un bambino e
rispondo sorridendo:" Più o meno ma nei film sono molto
più bravi di noi, però diciamo di si, insomma ci
andiamo vicine". Un secondo bambino fa una domanda a Chiara, una mia
compagna di squadra e mia migliore amica dicendole:" Ma guardate la
televisione in spaccata voi ginnaste?". Chiara controlla una risata che
avrebbero sentito persino nella palestra della Brixia di Brescia ma si
fa seria o perlomeno ci prova e risponde:" A volte! Ma non sempre
dipende se c'è qualcosa di interessante in televisione o
meno". Parte una grande risata in generale, Chiara è molto
brava nel far ridere le persone e forse avrebbe più successo
da comica che come ginnasta ma fa nulla e sono felice di condividere
questo sport con lei. La terza domanda mi stupisce e un bambino mi
chiede:" Se siete così brave perchè non siete
famose?". Ci guardiamo tutte sconvolte, questa domanda ci gela il
sangue, come per dire:" Siete 6 sfigate non ve ne rendete conto? Che
siete venute a fare qui che non siete nessuno?". Prendo un bel respiro
e dico al bambino:" Cosa intendi per famose? Comunque in questo sport
arrivare ad alti livelli è molto difficile, le ragazze
spesso fanno grandi sacrifici per riuscirci e non è detto
che ci riescano tutte, dopo tutto non tutti i ragazzini che fanno
calcio, che immagino che qui saranno tantissimi, non tutti riescono ad
andare a giocare in serie A o a volte anche in serie B o che so io! Lo
sport non è solo essere famosi ma è tanto
sacrificio, un giorno magari potremmo essere la squadra che tiferai
alle olimpiadi, alla fine non si sa mai quello che può
succedere". Il bambino mi osserva malissimo, è partita una
sfida e mi dice:" Se sei così brava perchè hai
fatto solo il corpo libero e non la trave d'equilibrio? Secondo me
parli tanto ma alla fine non sai fare nulla!".
Sento la sua maestra che lo sgrida alzando la voce e dico al
microfono:" Non c'è bisogno di sgridarlo, avete una trave
d'equilibrio? Ad una domanda si risponde sempre con una degna
risposta!". E così faccio preparare la trave d'equilibrio e
con le mie compagne che mi dicono:" Ma fregatene Irene, è un
bambino, ti vuoi mettere al suo livello?". Sorrido esclamando in modo
contrariato:" No! Deve capire che non siamo delle ragazzine che ci
mettiamo solo in body e a piedi nudi e facciamo qualche ruota e
capriola su un tappeto colorato, questi bambini sono già
grandicelli per capire certe cose, quindi voglio rispondere in modo
concreto alla sua domanda". Parto in quarta, quella domanda piena di
arroganza mi ha dato molto fastidio e so che ho un solo modo per
zittirlo, fare l'esercizio alla trave d'equilibrio. Salgo sulla trave e
inizio a camminarci sopra, non ho intenzione di farlo durare tanto
anche perchè domenica ho una gara importante e se mi faccio
male adesso è un bel casino. Svolgo due ruote e una rondata
e successivamente anche un flick ben assestato, i piedi si muovono in
modo perfetto, le braccia sono ben aperte e tese e il respiro esce dai
miei polmoni in modo assolutamente naturale. Riesco a camminare
sull'asse senza nemmeno il bisogno di chiudere gli occhi, questo
è uno sport di sacrificio e non solo di eleganza e di sapere
fare acrobazie o questo genere di cose, la ginnastica sei tu e solo tu
puoi saperla vivere e affrontare al meglio come ginnasta, questo non
è un semplice sport ma una continua sfida contro se stessi e
gli altri.
Eseguo una serie di elementi ginnici pazzeschi, se gli facevo in gara
probabilmente mi avrebbero dato subito la medaglia senza far vedere
nemmeno gli altri esercizi, tutti mi guardano con fare stupito, chiudo
gli occhi... Respiro... Inizio a contare... Uno... Due...Tre e parto
facendo una rondata all'indietro e successivamente anche una bellissima
ruota, ricado sulla trave in modo perfetto, piedi tesi, sguardo dritto
davanti a me, nessuna distrazione, bene, so quello che devo fare... E
di nuovo una bellissima ruota e successivamente atterro sul tappeto blu
sotto la trave chiudendo la mia esibizione con un flick avvitato, la
mia specialità. Tutti mi applaudono entusiasti e io mi
vergogno di aver messo forse in ridicolo un bambino di 7 anni ma aveva
esagerato con le parole, prendo il microfono e dico:" Bene, passiamo
alla prossima domanda!". Da li in poi le domande si fono più
decise verso le mie compagne e sentio che i bambini avevano quasi paura
della sottoscritta, insomma una ginnasta può anche far paura
a quanto pare.
La domenica successiva la gara fu un grande successo e
scoprì che quel bambino era il fratello di una ragazzina che
faceva ginnastica come me, mi chiese scusa per essersi comportato in
modo non proprio carino con me e con le mie compagne con domande
inopportune, ma sono bambini, possono sbagliare alla loro
età, tante volte anche noi adulti commettiamo errori che
forse i bambini non farebbero mai e quindi lo perdonato, un abbraccio e
una foto insieme fanno dimenticare sempre tutto.
Nonostante tutto sono orgogliosa di essere una ginnasta, di essere
quella che sono e anche se a detta di molti io sto sprecando la mia
vita dentro ad una palestra sono felice di poter fare qualcosa che non
solo mi appassiona ma che mi gratifica, mi fa sentire unica e speciale,
la ginnastica è la mia vita e a volte i sogni possono
davvero farti volare senza perforza farti diventare famoso, tante volte
basta davvero poco per essere felici e ho deciso che questo sport mi
accompagnerà sempre durante la mia vita, non nego che ci
siano i momenti di crisi, la ginnastica artistica mette a dura prova il
fisico ma anche i nervi e l'emotività, non è uno
sport per tutte e come ogni discplina sportiva richiede sacrifici,
tanta didizione, impegno e passione, non importa essere campionesse
olimpiche per essere felici, non importa essere eroi, c'è il
momento della vittoria e c'è il momento della sconfitta,
c'è il momento in cui ti becchi gli elogi e quello dove ti
prendi le critiche, c'è il momento in cui ti riesce tutto
bene e c'è il momento dove cadi di continuo e commetti
miliardi di errori, c'è il momento in cui vorresti che un
allenamento non finisse mai e c'è quello dove guardi
continuamente l'orologio e speri che quella tortura possa finire il
prima possibile, la ginnastica artistica come la vita è
fatta di momenti, sia brutti che belli, ma sta a noi cercare di
imparare da entrambi, ad imparare ad essere noi stesse, a saper
superare i nostri limiti e i muri che ci costruiamo nella testa, quando
diciamo:" Non ce la farò mai". o:" Sono una frana, faccio
schifo, sto ingrassando, il body non mi entra più, mi fanno
male i piedi, la coach è una stronza". e così via
lungo una serie infinita di scuse e attenuate che vogliono giustificare
una nostra sconfitta, una ginnasta quando le cose vanno male non perde
solo una medaglia d'oro o d'argento ma perde sopratutto contro se
stessa e poi con le altre, perdere contro se stessi a volte
è positivo, possiamo analizzare le cose che sono andate
male, rialzarci senza piangerci addosso e ripartire da capo, a me
è successo tante volte. La ginnastica è una amica
a volte cinica a volte ti ama anche fin troppo ma le due cose si devono
sempre bilanciare in qualche modo, sono orgogliosa di essere una
ginnasta e alla fine vi sarete chiesti leggendo queste righe scritte
prima di un allenamento, ma Irene quando vola a cosa pensa? Ecco forse
non lo saprete mai oppure questa storia merita una pagina tutta
dedicata a se.
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