Gli
scheletri nell’armadio
L’alba,
coi suoi colori tenui, si stava annunciando curiosa, bussando allo
strato uniforme di nuvole cariche di pioggia. Era stata una nottata
densa, febbrile e concitata. Tutti i presenti nel grande salone
dell’antico maniero erano palesemente stanchi ma
altresì
compiaciuti per la schiacciante vittoria alle elezioni politiche del
padrone di casa: Draco Malfoy. Il neo eletto Primo Ministro si stava
aggirando tra i suoi ospiti fiero e superbo, con un sorriso
sprezzante stampato sul viso affilato; una spilla, con il motto della
sua casata, spiccava sul completo grigio. Con passo indolente, aveva
raggiunto un cospicuo gruppo di persone a ridosso delle ampie vetrate
dove spiccava per altezza il suo amico, magiavvocato Blaise Zabini,
intento a brindare assieme a una giovane donna bionda e la sorella di
lei; poco distante lo staff era impegnato a riporre cartelli,
coccarde e striscioni in una scatola nera di cartone.
— Eccoti,
finalmente, —
gli era
andato incontro l’amico, dandogli una pacca sulla spalla, —
è tutto pronto per il tuo annuncio, —
gli aveva sorriso ferino guardando di
sott’occhio alle sue
spalle.
— Perfetto,
grazie, Blaise, senza di te sarei perduto. —
Draco gli aveva fatto l’occhiolino e accettato
la cravatta
antracite che gli stava porgendo; con un paio di mosse veloci della
bacchetta si era reso di nuovo presentabile, poi si era avvicinato
alle due donne; prima di prendere sottobraccio la più
giovane, aveva
lanciato uno sguardo d’intesa verso il capo della sua scorta
personale: Theodor Nott.
— Congratulazioni,
Draco, sono così orgogliosa del tuo successo, —
l’aveva accolto la donna, piegando graziosamente il collo di
lato;
Draco si era sporto in avanti accarezzando con le labbra la pelle
fresca, in un bacio appena accennato. —Il
meglio deve ancora venire, —
aveva
risposto diplomatico allungando il passo verso il fondo della stanza
dove, sul muro, vi era un quadro raffigurante il capostipite dei
Malfoy. — Sei
pronta, Asteria, —
l’aveva
incalzata, — per
questo
ultimo atto?
— Signore
e signori, —
Blaise era
salito sul palco impossessandosi immediatamente
dell’attenzione di
tutti con la sua voce profonda, —
il nostro Primo Ministro desidera fare un annuncio, una
cosa
tra amici, —
aveva
ammiccato a due signore rotondette che arrossirono compiaciute, —
i discorsi seri lasciamoli ai giornalisti, —
tutti
avevano
sorriso complici
e, mentre
allungava il braccio destro verso l’amico, si
era inchinato
scherzosamente, —
prego,
sono tutti tuoi. —
Draco
era passato attraverso il gruppo con passo leggero e lo sguardo
determinato dritto davanti a sé, mentre si lasciava toccare
da
chiunque volesse rinnovare le proprie congratulazioni, senza
sbavature sul volto perfetto. —
Miei cari amici, —
aveva
preso la parola interrompendo l’ovazione
spontanea che era
sorta una volta raggiunto il palco, —
fedeli sostenitori, ora che ho raggiunto il mio primario
obiettivo, — impaziente,
aveva alzato
la mano
per riottenere di nuovo il silenzio, —
credo sia tempo di dare ordine alla mia sfera privata ed
è
per questo che, con immenso onore, vorrei presentare a tutti voi la
mia futura sposa: Asteria Greengrass. —
Dal fondo della sala una voce incredula aveva pigolato: —
Ma come? —
Poi, dopo
un concitato battibecco, un corpo si era riversato a terra
spaventando le persone vicine. —
Non è nulla, — si
era affrettato a dire Nott, mentre furtivamente rinfoderava la
bacchetta. — è
solo svenuta per la stanchezza. Primo
Ministro, mi occupo personalmente
di ogni cosa. —
Fece
un inchino, si issò velocemente
in braccio
il corpo e,
prima che
qualcuno si
avvicinasse per identificarlo, era
sparito
dietro una porta.
— Scusate,
sono mortificato, —
Draco
aveva
immediatamente
interrotto il vociare con
un
gesto secco della mano, riottenendo
così
l’attenzione su di sé, —sono
gli inconvenienti del
lavorare troppo.
Asteria!
—
aveva esclamato un secondo dopo,
—
spero
non ti sarai spaventata, sembri turbata, —
le aveva detto
Draco preoccupato, raggiungendo la fidanzata in due falcate. Il
viso di Asteria
era sbiancato e si teneva una mano, su cui faceva
mostra un
bellissimo anello,
sul petto ansante. —
No,
scusa, —
gli
aveva risposto
con voce malferma,
—
per
un attimo ho rivisto… —
aveva
bisbigliato scuotendo
la testa, quasi a scacciare brutti ricordi. Intanto, Draco
si era
premurato di
circondare
le spalle della donna e, con la
mano libera,
di sostenerla
per
il gomito;
gentilmente, l’aveva
condotta
verso un divanetto posto vicino a delle piante e, con
il capo voltato
dietro
di sé, aveva
incitato
gli astanti a brindare al suo futuro. —
Perdonatemi,
—
aveva
aggiunto, —
accompagno
Asteria
a casa e
torno da voi.
—
Senza
degnare
più nessuno di
attenzione,
nel brusio della
sala, era uscito con la donna da una porta laterale.
Il
pannello era scivolato sulle guide silenzioso, disperdendo
dell’impalpabile
polvere
che si
confuse
sulla
giacca chiara
dell’uomo.
Draco, una
volta
entrato nella
disadorna stanza circolare, aveva
puntato lo sguardo al
centro
dove,
sul pavimento in pietra scura, era adagiato il corpo impastoiato di
una donna. —
Nott, puoi andare.
—
Il
capo della sicurezza l’aveva guardato un attimo negli occhi,
poi,
dopo un piccolo cenno, si era diretto verso il passaggio. —
Ah,
aspetta, —
l’aveva
fermato Draco, —
non
dimenticarti di avvisare
la Bones che la ‘Sanguesporco’
ha bisogno di lei. —
Aveva
sogghignato guardando la donna dritto
negli occhi
resi lucidi dalla
furia. —
Poi
procedi pure come sai.
Ricorda, nessuno
deve capire
che è sotto ‘Imperius’.
—
Nott aveva tentennato un attimo poi gli aveva chiesto: —
Posso
occuparmi anche di lei, Draco, sono bravo nel mio lavoro. —
Il Primo
Ministro, il
volto incollato a quello della donna,
era rimasto silenzioso per qualche
secondo
finché una smorfia
crudele non
gli
aveva deformato il viso. —
Lo so, ma
questa è una cosa
che devo fare io. —
L’aveva
liquidato mentre si chinava; la
stoffa grigia
si era
tesa sulle cosce snelle mentre
la piega perfetta dei pantaloni si era stirata sulle ginocchia
ossute. —
Suvvia, non
fare quella
faccia, pensavi davvero che fossi innamorato di te? —
Draco si
era lasciato andare
a una
risata liberatoria,
rialzatosi
di scatto,
girando
intorno a lei come
un falco
sulla preda,
—
tutt’al
più hai
rappresentato una mediocre
scopata, —
e
giù altre risate di
scherno, —
Sectumsempra! —
Aveva
sibilato
all’improvviso, smettendo
all’istante di ridere,
colpendo la
“nata–Babbana”
alla schiena: il corpo, nonostante fosse rigido per il precedente
incantesimo, si era steso, quasi volesse sconfiggere
l’immobilità,
per
arcuarsi e
assecondare il colpo infertogli. Fiotti di sangue avevano cominciato
a zampillare sulla pietra rendendola ancora più scura e
viscida
mentre gli occhi di Hermione si erano dilatati dall’orrore e
dal
dolore. —
Crucio! —
aveva
incalzato, tenendo mollemente la bacchetta nodosa tra le dita
diafane; Hermione,
se
possibile, alla vista di quella bacchetta, aveva allargato ancora di
più le orbite e, lentamente,
una nuova
comprensione le
era andata
ad ombreggiare
il viso cereo.
—
Vedo che
cominci ad afferrare
la portata del tuo errore. —
Draco si
era fermato a un soffio dal corpo agonizzante, le suole delle scarpe
di pelle di drago immerse nel sangue di lei. —
Così
brillante, —
aveva
sputato con disprezzo, —
così
sicura di sé
da ignorare gli accorati appelli del proprio migliore amico. —
Il Primo
Ministro era rimasto
immobile ad osservare compiaciuto la vita sgocciolare
via da quegli occhi intelligenti, immerso in quel colore, un tempo
caldo, spennellato
da una patina fredda. —
Che
spreco, —
si
era limitato a dire prima di esclamare: —
Deprimo. —
L’incanto
era andato a
colpire il retro della nuca di Hermione facendolo esplodere; Draco,
per nulla turbato, con ancora le scarpe sporche, si era voltato e
incamminato verso l’uscita. Dietro il pannello, che rimase
volutamente spalancato, lo stavano attendevano Nott e la Bones. —
Ripulisci tutto e fai sparire il cadavere, —
si era
rivolto all’altro
uomo con voce incolore, proseguendo
verso il fondo del corridoio,—
e spedisci
questa pezzente
dal suo innamorato.
[++++]
Il
cielo piangeva le sue lacrime migliori: leggere, fredde e insistenti
scivolavano ovunque, setose come capelli. Il solitario lampione del
parco pubblico sembrava un salice, con tutti quei ricami appesantiti
dalla nebbia; ai suoi piedi, parzialmente sepolto da uno strato di
foglie color rame, un corpo giaceva inerme con gli occhi spalancati
in due fessure vuote, senza vita, senza luce. Lo trovarono
così due
ragazzini al rientro dall’allenamento: semi nudo, immerso nel
fango
autunnale, riverso di lato e la nuca polverizzata. La camicetta era
aperta sul petto, mancavano due bottoni, ed era strappata sul retro
in corrispondenza dei profondi tagli sulla schiena, ogni traccia
biologica disciolta dall’insistenza della pioggia; non
indossava
altro, oltre all’intimo di un banale color giallo.
L’inesperto
patologo vomitò due volte prima di concludere le indagini
preliminari: donna sconosciuta morta per dissanguamento causato da
colpi inferti da armi contundenti, approssimativamente alle prime
luci dell’alba; inoltre, il cadavere presentava segni di
sevizie
varie.
NOTIZIA
DELL’ULTIMA ORA: è
stato trovato il cadavere della
promettente curatrice della
campagna elettorale del
nuovo Primo Ministro Draco Malfoy
abbandonato
in un parco Babbano, se ne fa portavoce il capo Auror
Harry Potter. A quanto pare la donna si era allontanata di
sua
spontanea volontà, secondo i testimoni, dopo un malore,
dalla casa
privata del Primo Ministro subito dopo l’elezione, facendo
perdere
le proprie tracce. Allarmato per l’ingiustificata assenza, il
Primo
Ministro si è rivolto ai cari della donna che hanno subito
allertato
le autorità competenti che si sono mosse in sincronia con
quelle
Babbane, ( l’articolo prosegue a pagina 7 )
Nuove
notizie sull’assassinio
del
braccio destro del neo eletto Primo Ministro.
Solo ora
siamo venuti a conoscenza che ieri
una
squadra di Auror ha
prelevato, dalla sua
villetta in campagna, in
custodia cautelare,
Harry Potter
trascinandolo via dal proprio
letto; ha lasciato
dietro di sé il
pianto disperato di un bambino e la consorte distrutta che si
accarezzava la pancia gonfia. Quella sera stessa, l’uccisore
di
Colui che non deve essere nominato
è
stato accusato di concorso in omicidio,
ai
danni di Hermione
Granger, dal nuovo
eletto Primo Ministro Draco Malfoy. (
l’articolo continua a pagina 2 )
Ultime
notizie: finalmente un’importante svolta sul caso riguardante
la morte
dell’ex aiutante del Primo Ministro.
Nelle campagne vicino a Little Whinging,
nel Surrey, presso
la vecchia abitazione di Harry Potter, stanotte una
squadra
speciale di tiratori scelti, capitanata dal brillante Auror
Ludwig Krausen,
figlio
illegittimo del Mangiamorte Karkaroff,
l’ha assediata con l’intento di
stanare Ronald
Weasley, colpevole dell’omicidio dell’ex
fidanzata;
ancora ignote le cause del folle
gesto.
Nello scontro sono rimaste uccise due persone: Susan
Bones,
l’informatrice degli Auror, nonché attuale ragazza
del Weasel e
curatrice della campagna elettorale del Primo
Ministro,
e il presunto assassino della signorina Granger. A onor di cronaca,
precisiamo che tutti gli agenti sono rientrati alla sede illesi, non
si può dire lo stesso di alcuni Babbani… (
l’articolo prosegue a
pagina 11 )
Si
conclude così la triste vicenda che ha malauguratamente
sfiorato il
nostro Primo Ministro. Dopo il
processo più
breve che la storia del nostro mondo abbia
conosciuto:
Harry Potter è stato condannato
al Bacio.
Nonostante i disordini di questi giorni causati dagli irriducibili
nostalgici, solidali verso il Salvatore,
tutte
brillantemente sedate dal Ministero, questa fredda
mattina
d’inverno, il gelo esterno è
cosa mite paragonato
all’inferno di Azkaban, dove il
signor Potter
è stato giustiziato
alla sola presenza del Primo
Ministro e alcuni
membri fidati del suo
staff. Inoltre, ci è giunta voce
che la
moglie del giustiziato,
impazzita dal dolore, si è
suicidata buttandosi dalla torre più alta di Hogwarts. Poco
fa,
appena fuori dai tetri cancelli della prigione, Draco
Malfoy, in un’intervista
privata, si è dichiarato
dispiaciuto dagli eventi
nonché disposto
a prendersi cura dell’orfano dell’ex capo Auror.
Non possiamo far
altro che apprezzare tale magnanimità nel
nostro Primo
Ministro e augurare tanta
prosperità per il
suo mandato.
[++++]
La
stanza è in ombra, celata dietro pesanti tendaggi, una sola
flebile
fiamma ondeggia sui muri freddi. Al centro, in uno scrigno di
cristallo, giace Harry Potter: ha gli occhi verdi e vuoti, spalancati
come in cerca di risposte.
— Avresti
dovuto stringergli la mano, — esordisce una voce uscendo
dall’ombra, la sua figura dal portamento elegante, in un
gesto
vagamente affettuoso, sfiora i capelli del moro con la punta delle
dita, — ora sareste seduti a brindare ai vostri successi con
un
bicchiere di ottimo vino in mano. — Arriccia le labbra
stizzito
fino a farle sbiancare, inorridito dai suoi stessi pensieri.
—
Draco aveva ragione quando ti rimproverava di non essere stato in
grado di sceglierti gli amici: se solo loro ti avessero dato retta.
—
Con passi leggeri gira intorno alla bara. — Mi hai stupito,
— la
voce cambia registro diventando improvvisamente gelida, — mi
chiedo
dove ho sbagliato, in cosa mi sono tradito per farti comprendere che
non me n’ero mai andato. — L’espressione
del viso si tramuta in
una smorfia inumana, senz’anima. — Ho un rimpianto:
non poter
vedere la faccia di Silente, — agita la bacchetta evocandone
il
viso, — mentre gli faccio notare che ho vinto. —
Ride, gli occhi
incendiati dalla follia; con un vezzo del polso l’immagine
evapora
in mille cristalli blu. — Tutto quel dispendio di potere per
distruggere gli Horcrux e sono ancora qui, — allarga le
braccia
compiaciuto, — grazie al sacrificio di Draco. — Col
busto si
sporge sulla bara fino a posizionare il volto ad un soffio da quello
di Harry, quasi voglia accertarsi delle sue condizioni. —
Quello
sciocco ragazzino desiderava così tanto ucciderti che non ha
compreso che era solo un mezzo per arrivare a te e farti fare
esattamente ciò che volevo. — Si allontana di
scatto, come se la
sola vicinanza dell’altro corpo lo ripugnasse, e riprende a
vagare
leggero sul pavimento freddo. — È stato esilarante
vederti
uccidere: eri così fiero, così sicuro di te.
— Ride e il gelo di
quel suono orrendo fa scricchiolare il vetro dell’abbaino
posto al
centro del soffitto, sopra lo scrigno di cristallo. — Hai
distrutto
un involucro ormai deteriorato, solo che al suo interno c’era
l’anima di Draco, non la mia. — Con un gesto
fulmineo delle
parole in oro prendono forma nell’aria: I
AM LORD VOLDEMORT. Vi passa in
mezzo le dita e si
disperdono nel nulla, lasciando una scia luminosa che colpisce come
piccoli dardi il corpo inerme di Harry. — Tempo fa ti dissi
che ero
il Passato
nel
corpo di Riddle, ora sono il Presente
in quello di Draco e il mio Futuro
lo vivrò in quello di tuo figlio poi, chissà!
Senza
aggiungere altro esce dalla stanza: un antro buio che custodisce i
suoi segreti, i suoi scheletri nell’armadio. Intanto,
all’interno,
una solitaria lacrima rotola fuori dagli occhi verdi senza vita di
Harry Potter mentre un paio di dita della mano destra hanno un
spasmo.
Note
dell’autrice: nella mia testa, questa
storia era nata come
una dramione ma poi, complice una scena che mi assilla da quando
l’ho
vista al cinema, ha preso decisamente una piega diversa. Insomma, per
farla breve, l’immagine di Voldemort che abbraccia Draco
quando
entra in Howgarts mi ha tormentato per giorni, per notti, per mesi.
Quindi, il mio cervello ‘instabile’
ha pensato che, in
quella frazione di secondo in cui vengono a contatto, Voldemort
trasmigra quel che resta della propria anima, e viceversa, nel corpo
di Draco. Brillante idea? Sta a voi giudicare.
Buona
lettura e sono graditi i commenti.