Sidney Chambers è un
giovane vicario. Geordie Keating un
poliziotto maturo.
Sidney ha occhi solo per Amanda, l’amica di un tempo adesso
sposata con un
signorotto di campagna. Amanda è e resterà sempre
il suo grande amore. Geordie
ha una moglie devota e affettuosa, quattro splendidi figli.
Sidney è compassionevole,
saldo nella sua fede. Perdona chiunque,
smarrito, venga a chiederglielo. Anche un assassino. Geordie
è inflessibile. Il
suo concetto di giustizia contempla la pena di morte, se necessario. La
vita
che davvero conta, per lui, è quella trascorsa sulla Terra;
non quella in Cielo,
dopo la morte.
Sidney e Geordie amano il backgammon e ubriacarsi insieme al pub del
paese.
Hanno entrambi i loro demoni, con nomi e fattezze diverse, ma
nonostante ciò si
somigliano. Bevono per mettere a tacere i propri dispiaceri,
affogandoli con
litri d’alcol e sperando che non riemergano più.
Sono amici, Sidney e Geordie.
Buoni amici.
Sidney ama Amanda Hopkins, che
è bruna e formosa, dai modi
impeccabili, vestita con gusto e ricercatezza. Il corpo di Geordie
tradisce una
magrezza nervosa e trascurata. Gli abiti che indossa sono stazzonati,
sebbene
la povera Cathy passi diverse ore a domare le pieghe ribelli delle
camicie del marito
col ferro da stiro. Geordie non ci tiene a sembrare un damerino, e a
stento si
pettina i capelli ormai sale e pepe. I suoi occhi sono sottili, blu,
freddi all’apparenza,
tuttavia capaci di accendersi di tenerezza e riempirsi di lacrime.
Amanda ha
uno sguardo vellutato e profondo, che però non lascia
trasparire granché.
A Geordie non è sfuggita una certa, vaga somiglianza tra sua
moglie e Sidney. Ma
se la chioma di Cathy è di un color rame scuro, quella del
vicario è una fiamma
viva in cui oro e bronzo si fondono dando vita a riflessi spettacolari;
e benché
abbiano occhi chiari e limpidi in egual misura, quelli di Sidney
emanano una
maggiore dolcezza, a tratti venata da una luce maliziosa che lo rende
anche più
simpatico. Sidney ha il corpo di un dio, alto e ben piantato. Geordie
non
dovrebbe trovare attraente quel suo naso da pugile, la mascella
volitiva, il
collo e le mani eleganti, virili. Sidney dovrebbe preferire le forme
accoglienti di Amanda e le sue labbra dipinte di rossetto alla durezza
di
Geordie, al suo passo svelto e sbrigativo, ai suoi abbracci ruvidi ma
forti.
Eppure.
Durante il sopralluogo a Cambridge,
dove si sono recati
insieme per indagare sulla presunta morte accidentale di un docente del
King’s
College, Geordie si lascia scappare un’insinuazione
pericolosa. Accade subito
dopo aver scoperto che la vittima, sposato e con prole, aveva un amico
-uno
studente della stessa università- di vent’anni
più giovane.
“Amici?” borbotta
a denti stretti l’ispettore, e il suo tono
lascia molto a sottintendere. “Con vent’anni di
differenza?” guarda Sidney
aggrottando le sopracciglia; non disgustato, quanto con lo scetticismo
di chi è
troppo cresciuto per credere a certe panzane.
“Potrebbero dire lo stesso
di noi due” lo ammonisce il
vicario. Si mostra tranquillo e ragionevole, come a dire: se siamo
amici noi,
non è un’ipotesi così assurda.
“Cosa, che tu ed io ci
portiamo vent’anni?” Geordie lo
squadra dal basso all’alto. “Ti
piacerebbe” le sue labbra si curvano
all’insù. “E
comunque non sei il mio tipo”.
Sidney non riesce a trattenere un
sorriso, un po’ amaro e un
po’ sornione. Lo stesso vale per me, vorrebbe replicare. Non
ho chiesto io di affezionarmi
tanto a te. Non ho mai desiderato che tu mi volessi bene in questo modo.
Eppure. Eppure.
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