UN
PICCOLO LIBRO DELLA BIBLIOTECA
Vegeta
era seduto sulla poltrona del salotto a leggere in santa pace uno di
quei libri impegnativi, come li chiamava la maestra, che gli
adolescenti leggevano sempre.
Era
meglio leggerlo adesso che non c'era quella piaga vivente di suo
fratello...
Infatti,
eccolo arrivare con il suo solito sorriso e con quell'aria da
perfetto idiota.
Gli
sarebbe proprio piaciuto sapere perché la mamma diceva
sempre che
era suo fratello gemello.
Non
assomigliava per niente, grazie al cielo, a quello!
Con
tutta la normalità del caso, suo fratello
annunciò: “Ho messo in
ordine il mio lato di cameretta e ho anche già fatto i
compiti...”
Vegeta
alzò la testa dal suo libro, sconcertato.
Era
ormai abituato alle stravaganze di Bardack ma questa superava tutte.
Da
sempre suo fratello non metteva mai in ordine il suo lato, sembrava,
infatti, che nel suo lato fossero passati gli Unni, e non amava molto
fare i compiti, bastava vedere tutte quelle insufficienze che
prendeva in continuazione, che mandavano mamma fuori dai gangheri.
Cosa
gli era saltato in testa?
Fu
lo stesso Bardack a spiegare: “Si avvicina Natale ed
è meglio
procurarsi un po' di B.B. Se vuoi far colpo su B.N.”
“B.B.?
B.N.?” ripeté, incredulo, Vegeta.
Era
ufficiale: suo fratello aveva perso la testa.
Con
un aria da saputello, che gli stava male, Bardack spiegò:
“Punti
Bravo Bimbo per far colpo su Babbo Natale. Sveglia.”
“Efficiente
e disinteressato.” commentò Vegeta, alzando gli
occhi al cielo.
“Ehi,
c'è una lettera per te.” annunciò
Vegeta, entrando nella
cameretta con una lettera in bella vista.
Bardack
smise di mettere in ordine i soldatini e, voltandosi verso il
fratello, domandò: “E chi mi scrive?”
“Forse è Babbo Natale
che si è accorto di quanti punti B.B. Hai fatto e vuole
complimentarsi con te.” propose, ridacchiando, Vegeta e
Bardack,
mentre prendeva la lettera dalle mani del fratello,
commentò:
“Spiritosone.”
Il
bambino aprì la lettera e lesse velocemente ciò
che c'era scritto.
AARGH!
L'urlo
si sentì per tutto il quartiere.
“I
miei punti B.B. Non valgono più una cicca! Ho dimenticato di
restituire un libretto alla biblioteca del quartiere!” si
lamentò
Bardack mentre affondava la faccia sul cuscino.
“Ti
assicuro che è sempre stato in quel cassetto eppure oggi
è
misteriosamente sparito!” raccontò Bardack a
Vegeta, che si stava
godendo il grosso pasticcio in cui si era cacciato suo fratello.
Magari,
quella era la volta buona che mamma e papà lo davano in
adozione.
“Capisci,
se non lo ritrovo e non lo restituisco subito, prenderanno dei seri
provvedimenti!” continuò, disperato, Bardack e poi
domandò:
“Vegeta, secondo te per un piccolo libretto ti possono
mettere in
prigione?” “Non lo so, ma certo il natale non
sarà la stessa
cosa senza di te... visto che potrò mangiarmi tutti i
pendagli di
cioccolato dell'albero di natale senza doverli dividere...”
commentò lui, con il suo solito sorriso divertito, mentre si
allontanava, con Bardack che sibilava: “Spiritoso!”
“Ciccioli,
Gine, ho perso il libro della biblioteca del quartiere e ora, se non
lo restituisco, loro prenderanno seri provvedimenti...”
raccontò,
quel pomeriggio, Bardack alla sua amica Gine mentre camminavano per
la strada.
“Secondo
te, che cosa possono farmi?” le domandò,
preoccupato, il bambino e
Gine, fissandolo negli occhi, disse: “Mah... forse dipende da
quanto è importante il libro che hai perso... che libro
è?” “Il
trionfo dei tre orsetti di Lady Rossetta.” “Stai
rischiando
l'ergastolo, tesoro.”
“Sei
sicura che funzionerà? Così ho un po'
freddo...” domandò Bardack
guardando Gine e lei rispose: “Certo, l'ho visto fare in un
film.
Per chiedere perdono si indossa sempre un vecchio sacco.”
“Devo
anche buttarmi questa cenere in testa?” “E'
indispensabile.”
Finalmente,
apparve ai loro occhi l'immensa struttura della biblioteca.
A
Bardack non era mai piaciuta la biblioteca, perché sprecare
un
intero edificio per degli stupidi libri quando potevano metterci dei
videogiochi?, ma adesso che aveva perso il libro gli faceva paura.
Così,
con l'aria di uno che si sta per dirigere al patibolo, Bardack si
diresse verso a essa, dicendo a Gine: “Allora io
vado.”
Prima
che potesse entrare dentro all'edificio, Gine gli
raccomandò: “...E
ricordati di piangere molto quando dici che non trovi più il
libro!”
“Allora,
com'è andata?”
Bardack
era appena uscito dalla biblioteca.
Stranamente,
non sembrava uno che era stato strapazzato per benino dagli adulti,
anzi!
Sembrava
adirato!
Oltrepassò
Gine senza dire niente ma la bambina, curiosa come poche, gli
domandò: “Forza, non mi racconti niente? Che cosa
ti hanno detto?”
“Mi hanno detto che il libro l'aveva restituito ieri la mia
mamma,
ma che loro avevano già spedito la lettera...”
dichiarò Bardack
mentre Gine faceva: “Ops.”
Tuttavia,
Bardack non aveva ancora finito: “Poi che farei bene a
lavarmi i
capelli ogni tanto e di chiedere a Babbo Natale di portarmi un
cappottino!”
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