La Fifth Avenue brulica di turisti e newyorkesi affaccendati con i regali dell'ultimo minuto: è fin troppo caotica per i tuoi gusti, ma prosegui il tuo cammino finché non ti infili in un caffè per non essere trasportato dalla folla.
Una volta, devi ammettere con te stesso, ti piacevano le feste, ti piaceva la città addobbata di luci e festoni, ti piaceva il grande abete del Rockefeller Center, le canzoni di Bing Crosby e Frank Sinatra.
Il tuo sguardo si sofferma sulla pista di ghiaccio ai piedi dell'albero, e tra i pattinatori improvvisati, ti sembra di rivedere Helen che, pattini ai piedi, cercava in tutti i modi di trascinarti su quella trappola scivolosa.
E, non sai come, cedevi sempre, finendo col sussultare tutte le volte in cui lei ti volteggiava intorno a velocità impressionante.
"Sei grande e grosso e hai paura di un po' di ghiaccio, Mister Wick? Da te non me lo sarei mai aspettato." ti aveva detto una volta, con un'aria birichina dipinta in volto, felice come una bambina.
"Non vorrei tornare a casa con un livido gigantesco sul fondoschiena." le avevi risposto dopo aver recuperato l'equilibrio a stento e notando che il suo sorriso canzonatorio si era trasformato in qualcos'altro.
"Ebbene, allora vorrà dire che toccherà a me spalmarti un unguento, non trovi?"
Con un sorriso agrodolce ricordi anche di aver spinto la Mustang oltre i limiti di velocità consentiti, per tornare a casa in fretta e fare l'amore a lungo: un bel modo per trascorrere la notte di Natale.
Ti piaceva quel periodo, è vero: perché Helen lo rendeva speciale.
Rigiri il bicchiere di bourbon tra le mani, pensando che quello sarà il primo che trascorrerai senza Helen e senza le sue risate argentine, i suoi sguardi, i suoi abbracci capaci di isolarti dal resto del mondo e farti dimenticare i problemi.
Pensi che avresti voluto festeggiare con lei ogni Natale della tua vita, dedicarle ogni istante, ogni respiro, ogni tuo singolo frammento.
Lo faremo nella prossima vita, Helen. Te lo prometto.

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