La sofferenza del lupo grigio.

di Moonlight_Lady
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Il paese di Seirun era da sempre un luogo tranquillo, dove tutti conoscevano tutti, ma ognuno si occupava delle proprie faccende senza interessarsi a quelle altrui. Lei, Cordelia Gallo, era una dei tanti abitanti di quell'angolo di mondo perso tra i monti. Come ogni cittadino, Cordelia, aveva i capelli biondi e gli occhi verdi, solo di sfumature diverse da quelli degli altri. I suoi capelli, infatti, erano biondi come se fossero intrisi della luce dei raggi solari, i suoi occhi invece sembravano pezzi di prato bagnati di rugiada. Cordelia era più minuta rispetto al resto della popolazione, ma non si lamentava mai anzi, era quasi divertente; ad esempio quando non riusciva a prendere un piatto su uno scaffale alto e nell'allungarsi perdeva l'equilibrio e cadeva, tutti si facevano una risata, ma mai per schernirla, la aiutavano gentilmente a rialzarsi e le prendevano il piatto. "Speriamo che tu cresca di almeno un paio di centimetri, nanerottola." Le dicevano bonariamente, lei si fingeva offesa, ma poi tornava a sorridere. Cordelia lavorava per il sovrano Theodore, che ammirava sin dall'infanzia per la sua gentilezza e la sua vigilanza (per vedere se c'erano delle trasgressioni delle dure leggi del paese) sempre impeccabile. Era, insomma, onorata di essere la sua domestica personale. I suoi compiti erano: pulire il suo ufficio, portargli acqua e cibo quando lui lo richiedeva, ritirare e ordinare la sua posta, sistemargli i vestiti qualora fossero sgualciti e lavarli e stirarli. Tutto era perfetto. Poi... arrivò quel giorno, era il periodo più bello dell'anno, quello della festa in favore degli dei, il sovrano, Theodore era occupato con le profezie per i bambini del paese, perciò le aveva dato il pomeriggio libero per godersi la festa. Lei ne aveva approfittato, era uscita con Armania, una bambina che aveva da poco iniziato a lavorare lì, le piaceva quella bambina era sempre molto sorridente. L'aveva lasciata in chiesa per la profezia ed era andata a prendersi dei dolci (quanto li amava) e poi era tornata a prenderla, solo che Armania sembrava diversa dal solito, probabilmente giocando si era stancata. Erano tornate e Cordelia si era messa a preparare la cena per gli ospiti che avrebbero avuto quella sera, poi era salita in camera sua per riposarsi. Una sua amica che lavorava con lei l'aveva svegliata a 30 minuti a mezzanotte doveva, come era solita fare, portare l'acqua al sovrano. Quando arrivò dinanzi alla porta dello studio, bussò, ma non udì nessun suono quindi prese la chiave di riserva che aveva e aprì. Mai, mai, si sarebbe aspettata di trovare il corpo senza vita di Theodore con un pugnale nella schiena. Cacciò un urlo e gli ospiti accorsero. Tutte le colpe ricaddero su di lei, provò a difendersi, ma invano. Le venne anche la febbre per la paura di ciò che le sarebbe capitato, ma dopo che le passò venne esiliata. Le vennero dati pochi vestiti, una valigia e una moneta. Mentre guardava il portone chiudersi, un solo pensiero prese forma nella sua testa:" No, vi prego, non sono stata io, non fatemi questo. Io... Come farò d'ora in poi?" Il boato causato dalla chiusura del portone diede il via alle lacrime che corsero giù dai suoi occhi mentre lei si inginocchiava abbracciandosi le gambe e tentava di soffocare i singhiozzi.




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