Sogno

di raccontiamo1
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Jack era seduto sulla panca di legno della cucina mentre Bec lavava un contenitore in plastica. Lo sguardo era fisso sulle sue mani, rapide e attente nei movimenti.
Le persiane in legno filtravano già la luce del sole, ancora fioca nei primi istanti del mattino. Il motore di una macchina ruppe il silenzio dell’alba, dando il via al traffico quotidiano.
«Bec? Ho fatto un sogno l’altra sera.»
Disse Jack con un flebile fil di voce.
Le mani candide chiusero il rubinetto, appoggiarono il contenitore pulito sul lavandino e sfregarono nervosamente sul grembiule.
«Dimmi, cosa hai sognato?»
La voce di Bec era flebile e svogliata.
Jack si alzò di scatto dalla panca e si diresse verso il frigorifero. Staccò nervosamente una calamita a forma di farfalla.
«Ho sognato una macchina diretta verso il mare, due bambini e…» esitò. «…e noi due seduti davanti, Bec. Mentre io guidavo, tu cercavi nella borsa i panini e il succo di frutta per i bambini»
Disse Jack, riattaccando nervosamente la calamita.
Continuò.
«Intanto giocavamo al gioco delle parole.» Guardò il pavimento. «Ti ricordi come si chiama?»
Bec si sedette sulla panca. Guardò Jack e curvò leggermente il lato destro del labbro.
«Tua moglie sarà fortunata, Jack.»
Disse Bec, piegando la testa con tenerezza




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