I cinque ingranaggi

di Milla Renzi De Medina
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Le taverne erano un ambiente strano. Una strana via di mezzo fra la discrezione e la curiosità. Si potevano ricavare informazioni di ogni genere: dai pettegolezzi alle vecchie storie, ai canti non sempre intonati di menestrelli di ogni dove.

Quella in particolare era un vecchio locale di pietra e legno, sovraffollato di soldati di ogni razza ed accondiscendenti donnine allegre. Le pareti erano spoglie e scurite dalla fuliggine, i tavoli, illuminati da luci traballanti, erano ampi e solidi, spesso ricamati di intagli e buchi di coltelli piantati con troppa veemenza. Nell’aria aleggiava un miscuglio di cibo, alcol, sudore, profumo di bassa qualità e fuoco. Una spessa coltre di fumo si espandeva per tutta quella bettola asfissiando i poveri malcapitati che non fumavano. Gli acquirenti erano chiassosi ed allegri, oltre che spesso rissosi.

In un angolo appartato, un tavolo attirava l’attenzione: un nano ed un umano di proporzioni mastodontiche discutevano animatamente su qualcosa, mentre due elfi li guardavano uno esasperato e l’altro, il più alto dei due, divertito. Avvicinandosi si sarebbe notata una figurina esile, che si teneva vicino ai due elfi, coperta da un cappuccio molto profondo. Osservando ancora meglio, si sarebbe notata, appuntata all’uniforme dei quattro, una mostrina che indicava che erano parte della stessa squadra base di esplorazione di terra: un medico, un esploratore e due soldati.

Non erano una squadra particolarmente affiatata, d’altronde erano appena stati assemblati -la nomina a squadra minima avanzata risaliva a quella stessa mattina- e a loro non rimaneva altro che conoscersi, raccontarsi. In realtà erano un gruppo ben strano: l’avanzamento era dovuto dall’integrazione di uno dei due elfi ad una squadra già esistente, la figurina nera non rientrava nel computo.

Le regole di quel raccontarsi erano semplici: uno poneva una domanda, un argomento e tutti dovevano rispondere. Si poteva chiedere qualsiasi cosa. Ordinarono da bere.

Birra a Brontgrund, il nano.

Birra anche a Gebedia, l’umano.

Un “Uragano”* per Wulfrick, l’elfo.

The vaniglia e rhum per Helion, l’altro elfo.

Succo di frutta e gelato per Gaerandir, la piccola ombra nera.

Erano pronti per le avventure mnemoniche.





*

*3 cubetti di ghiaccio spezzettato
1 parte di rum scuro
1 parte di rum bianco
1/2 parte di apricot brandy
2 parti di succo di ananas
1 cucchiaio di succo di lime
2 cucchiaini di zucchero a vaio

Per decorare:
una ciiiegina
un pezzetto di ananas
un rametto di menta
zucchero a velo (facoltativo)





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