Supernova

di _Akimi
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Avvertimenti: Tanaka x fem!Hinata

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Tanaka alza lo sguardo dal suo piatto, sente il calore della sua zuppa di miso riscaldargli il volto e questo non lo aiuta a svegliarsi, anzi, lo obbliga a stropicciarsi gli occhi per poter incontrare lo sguardo curioso della persona che ha di fronte.
È un faccino grazioso, quello che vede; occhi piccoli e vispi lo osservano, si sente un po' a disagio – il che non è proprio da lui -, ma cerca di rispondere a quelle attenzioni semplicemente sorridendo. Un sorriso stanco, voluto più dalle circostanze, ma la bambina che lo guarda sembra apprezzare la sua espressione perché replica allo stesso modo, con più gioia e sincerità, posando le bacchette dopo aver finito la colazione.

«La mamma ti ha lasciato dormire con mia sorella, nella stessa stanza?»
Chiede lei, la voce un po' gracchiante e un bagliore negli occhi che Tanaka cerca di comprendere, anche se non preannuncia nulla di buono; non vuole sembrare antipatico davanti a lei, ma ha ormai capito come sono i bambini – sin troppo curiosi, alle volte.
«Anche tu hai dormito con Shōyō, no? In un futon vicino a lei, è normale.»
Risponde Ryūnosuke a tono basso, lancia un'occhiata verso la cucina per assicurarsi che la signora Hinata non li possa sentire; non sopporterebbe un altro interrogatorio da parte sua, anche se si è dimostrata una madre piuttosto gentile.
«Ma io sono Natsu, è diverso. Tu sei il suo, come si dice, fidanzato?»
Si indica da sola, la bimba, prima di puntare il suo indice inclemente verso di lui; accenna un sorriso che sembra dire "So cosa fanno i grandi in queste situazioni" e Tanaka a quel punto, anche se vorrebbe dire qualcosa, non riesce a fare altro che stare in silenzio.

«Ryū, dove hai lasciato lo striscione della squadra?»
Un raggio di luce illumina la stanza, Tanaka è salvo, se ne rende conto quando Shōyō balza contro di lui, schioccandogli senza pudore un bacio sulla guancia. Indossa già la divisa della sezione femminile della Karasuno, le ginocchiere abbandonate sul tavolo e il borsone poco distante da entrambi. Ryūnosuke si sente sempre in conflitto con se stesso quando la vede vestita così, gli shorts sono sin troppo corti per i suoi gusti, ma da pallavolista sa che le uniforme devono essere comode.
«Nee-chan, posso venire a vedere la partita anche io, vero?»
Natsu si intromette, ora timida, tra i due; ha ormai finito la sua colazione e prima di ricevere una risposta, il suo sguardo ricade ancora sul viso di Tanaka, come a voler chiedere anche a lui permesso.

«Abbiamo bisogno di più tifo possibile, no?»
«Puoi venire Natsu-chan, basta che fate i bravi, tutti e due




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