Sleeping
beauty
Lunedì
26 gennaio 1931
Nella vita non si finisce
mai di imparare.
Dopo un anno che stava con
Credence, Percival aveva imparato che l'amore esisteva, che durava
più di quanto lui avesse creduto possibile, e che non aveva
nessun limite.
Aveva imparato anche che i
week end gli sembravano troppo brevi e che avrebbe desiderato una
domenica in più per stare con Credence.
Aveva anche imparato quanto
fosse bello restare a poltrire a letto quando si aveva la fortuna di
svegliarsi qualche minuto prima dell'Incanto Surgeo.
Credence si era già
alzato, ma il materasso aveva ancora l'impronta calda del suo corpo.
Percival restò ad
indugiare e ad accarezzare la forma invisibile con le mani, mentre un
sorriso affiorava dalla sua espressione ancora insonnolita.
C'era pochissima luce fuori,
in quella fredda mattina di fine gennaio. Il tempo doveva essere
coperto. Forse avrebbe nevicato.
Tempo di formulare questo
pensiero e l'Incanto Surgeo diede la sveglia con delle note basse e
calme prese in modo casuale dalla sua raccolta personale di musica
classica.
Percival sospirò e si
rigirò tra le coperte.
Aveva anche imparato che i
lunedì non gli piacevano.
E tuttavia, finché
qualcuno non avesse modificato il calendario, a lui toccava alzarsi
per andare al lavoro.
Con un gesto della mano fece
tacere il piccolo globo di vetro che ancora suonava allegramente e
poi si dedicò a cercare qualcosa con cui vestirsi.
Si infilò la casacca
del pigiama ed un paio di boxer presi dallo sgabello dal suo lato del
letto, ma al momento di completare il tutto con un paio di pantaloni
scoprì che non erano dove li lasciava lui ogni sera.
Perché lui,
aveva la decenza di preparare un pigiama o altro indumento che
servisse a fare colazione con addosso qualcos'altro oltre la propria
pelle, Credence invece no.
E spesso Percival si era
trovato a dover andare in giro in mutande o a dover prendere un
pigiama completo dal cassetto nonostante ne avesse preparato uno la
sera prima.
Perché, ormai aveva
imparato anche questo: Credence prendeva sempre i pantaloni.
Percival gli aveva chiesto
più volte di prendere la vestaglia, così sarebbero
stati coperti entrambi, e Credence l'aveva trovata un'ottima idea, ma
poi, al dunque, la mattina finiva per prendersi i suoi pantaloni.
Troppo assonnato per aprire
il cassetto e prendere un'altro pigiama ed anche per togliersi la
giacca che senza il pantalone era inutile, Percival si infilò
la vestaglia; se fosse stato più coscente si sarebbe reso
conto di quanto era ridicolo, ma in quel momento il suo cervello non
era ancora completamente connesso. Il sonno sembrava volergli restare
appiccicato addosso più del solito quel lunedì, ed
iniziare la settimana con le cosce al vento non era la sua idea di un
buon inizio.
Ne avrebbe riparlato con
Credence, chiedendogli se, per favore poteva evitare di
lasciarlo in quelle miserevoli condizioni.
Arrivato in cucina però
il malumore che lo aveva colto si scontrò con qualcos'altro,
perché Credence, la peste con cui viveva, la meraviglia di
ventisei anni di cui lui era innamorato, era chino sul tavolo e stava
scrivendo.
Tipico di Credence. Si era
svegliato prima di lui ed aveva già in mente una delle sue
fantasie da rincorrere.
E scriveva con gli occhi
ancora semichiusi, a torso nudo e con i suoi pantaloni di pigiama che
gli stavano larghi e scendevano appena un po' sotto la linea dei
fianchi.
I capelli, che non aveva mai
tagliato nell'ultimo anno, erano liberi e gli sarebbero caduti
attorno al viso se non li avesse tenuti raccolti con una mano mentre
con l'altra scriveva chissà cosa.
Percival decise di farsi
notare. A modo suo. Gli era fin troppo facile giocare sleale e
sorprendere Credence, ma aspettò un momento in cui lui ebbe
posato la penna per stropicciarsi gli occhi stanchi.
Allora Percival stese
gentilmente la mano e dovette sforzarsi pochissimo per sentire la
pelle di Credence.
Dall'altro lato della
stanza, la reazione fu il suo compagno che sussultava e rimaneva
inarcato all'indietro con le labbra leggermente dischiuse in un
ansito.
Era bellissimo in quel
momento, e Percival si sentiva un po' più disposto a
perdonargli il fatto di averlo lasciato per l'ennesima volta in
mutande.
-Buon giorno, enfant
terrible- Gli disse non appena lo ebbe raggiunto ed ebbe sostituito
al tocco magico il vero tocco della sua mano.
-Buon giorno anche a te-
Credence si alzò e,
nel tentativo di avvicinarsi per baciarlo, quasi gli cadde addosso e
dovettero aggrapparsi entrambi al tavolo della cucina per non
rovinare a terra.
-Siamo ancora addormentati-
rise Credence -Che ne dici, torniamo a letto?-
-Non tentarmi, enfant
terrible. Ho una classe a cui dare il buon esempio-
-Capisco... in questo
caso...- Credence stese la mano ed una cuccuma fumante si sollevò
dal fornello per avvicinarsi al tavolo della cucina, seguita con
grazia da una tazza -Caffé?-
Percival riuscì solo
ad annuire.
Perché Credence aveva
fatto il caffé apposta per lui ed aveva avuto la premura di
versarglielo, perché lui era tremendamente sensibile a questo
genere di attenzioni e perché dopo essersene privato per tanto
tempo non le dava per scontate, anzi lo emozionavano ancora di più.
Per un attimo ebbe l'idea di
come dovessero apparire: due idioti mezzi addormentati e troppo
storditi persino per pomiciare come si deve.
Prese la tazza che lo
aspettava a mezz'aria ma prima riuscì a passare un braccio
attorno alla vita di Credence e di fare attenzione nell'attirarlo a
sé per baciarlo.
-Grazie-
-Di niente. A proposito,
scusami: credo di averti di nuovo preso i pantaloni. Giuro che non lo
faccio apposta-
Percival scosse la testa.
-Lascia perdere. Anzi, sai
che ti dico? Prendili tutte le volte che vuoi-
Perché non gliene
importava niente di essere un idiota rimasto in mutande, non se
Credence lo amava anche in quelle condizioni e gli faceva trovare
pronta una tazza di caffè.
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Nel Cerchio della
Strega
Salve, sono io! Sono
tornata! Ero in viaggio intorno al mondo insieme a Newt, ma poi
questi due idioti innamorati mi mancavano troppo e allora sono
tornata da loro.
Ormai sono distante milioni
di anni luce dal canon, lo so, ma appunto perché sono tanto
lontana, tantovale... giusto?
Il brano di oggi è
"Il valzer della Bella Addormentata"
https://www.youtube.com/watch?v=2Sb8WCPjPDs
.
La canzone della Disney che
tutti conosciamo è basata su uno dei movimenti del valzer
composto da Čajkowsky,
ed a me è sembrata adatta perché mi piaceva presentare
Credence e Percival come due "begli addormentati".
Per
quanto riguarda questa nuova parte della serie ho due cose da dire:
1-
L'aggiornamento non sarà costante. Scusate, ma non potrei
mantenere l'appuntamento fisso della domenica e allo stesso tempo
fare un buon lavoro, per cui vi chiedo pazienza.
2-
Non è una storia con trama. Accadranno delle cose che legano i
vari capitoli, ma più come slice of life che come una trama
ordinata che inizia e finisce.
3-
All'inizio di ogni capitolo c'è la data, e le date sono tutte
vere. Sto consultando il solito calendario.
4- Si comincia così,
con tanto domestic fluff e tanta dolcezza, e quindi state attenti.
Cave inimucum.
Grazie per esservi aggregati
a questa nuova parte della serie.
Lady Samhain
Ps: vi lascio Percival e Credence belli e addormentati. E con il
caffè. In una fanart che non è mia e di cui lascio
tutto il credito all'autore.
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