Guarda come ballo nella mia bolla di sapone

di SparksFly13
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Ho incontrato una donna col rossetto rosso sulle labbra ed il mare riflesso nei suoi occhi. L’ho vista ridere delle sue sfortune, quando il cielo era grigio e la terra arida.
Una donna che mi parlava della sua adolescenza con l’amarezza di chi guarda il treno fischiare mentre si dirige lontano. La vidi sussultare al ricordo dei balli giovanili quando le gambe danzavano, i fianchi ondeggiavano e la musica suonava lenta. 
Era una donna bella, dal volto perlato, sicura di sé e senza rimpianti. 
“So chi sono, e questo mi basta” mi sussurro l’ultima notte di autunno. 

Ho conosciuto un uomo con rughe profonde sul suo volto. 
Ognuna segnava le illusioni sfumate col tempo, le gioie svanite, le sconfitte subite, gli amori persi e quelli ritrovati. 
Ognuna era la testimonianza del calore di una mano amica, lo sguardo cauto di una madre, i passi lenti di un bambino, il coraggio di un ragazzo, il sapore del dolore quando giunge la vecchiaia. 

Chi saremo noi tra cinquant’anni? Cosa ci porteremo appresso? Siamo continuamente in viaggio verso un porto sconosciuto. 
Conosciamo persone, visitiamo luoghi, balliamo a notte fonda svegliandoci all’alba. 
Cantiamo quando abbiamo voce e voglia di farlo. Cerchiamo il silenzio quando cerchiamo noi stessi. Amiamo correre, ma abbiamo bisogno di rallentare. 
Camminiamo sempre avanti, mai indietro, protendendoci verso una meta lontana, un bagliore all’orizzonte. 
Amate dunque ogni passo verso la vostra meta, assaporata e la bellezza della strada sotto i vostri piedi, rincorrete l’orizzonte lontano a passi lenti e cauti, protendete le mani verso il futuro, ma non arrabbiatevi se non riuscite immediatamente ad afferrarlo, piuttosto cercate in voi la forza per continuare a camminare.
Incontrate persone, abbracciate la vita che vi si presenta davanti, assaporate profumi e sapori di luoghi nuovi e diversi. 
Apprezzate la bellezza del viaggio così come egli è: pieno di insidie, ma ricco di gioie.

Con l’augurio di trovare se stessi in fondo al bivio e di poter urlare al mondo, alla fine del vostro viaggio, “So chi sono, e questo mi basta.”




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