Eros kai Thànatos

di GeoFender
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Author's note: Occhio, questa è un'AU in un futuro alternativo. È la seconda parte, a giorni arriverà la prima. 23 dicembre Obbligo: Scrivi una flash-fic. Angst. "Avrei voluto festeggiare con te ogni Natale della mia vita."


25 Dicembre 2040
 
 
La landa di Gotham, un luogo desertico, fuori dalla città, ora trasformatosi in una distesa di verde carico, così innaturale da sembrare kryptonite. Le formazioni rocciose erano sparite da tempo, inghiottite da una pianura verde smeraldo, che si estendeva fino al confine della cittadina di Blüdhaven, protetta ancora da un anziano e instancabile Nightwing e da suo figlio, che presto avrebbe preso il suo posto. Quel mare d’erba era costellato da macchie bianche, lapidi che spezzavano la serenità di quella natura silenziosa. Solo due anime, avvolte in pesanti cappotti scuri, popolavano l'abbandonato cimitero.
 
 
«Non dovevi farlo, lo sai. Potevo benissimo venire da sola.» Parlò una donna sulla trentina, i capelli scuri stretti in un apparentemente doloroso in uno chignon. Sul suo naso un paio di occhiali dalla montatura spessa e con essi osservava una lapide che recitava Katherine Rebecca Kane, Batwoman. Purtroppo non erano candida come le altre, portava incisi e dipinti insulti di vario genere, molti dei quali riguardavano la sessualità della vigilante o il suo credo.
 
 
Questi insulti non l'avrebbero scalfita in vita. Li avrebbe portati con orgoglio, pensò la Principessa delle Amazzoni, posando un mazzo di viole sulla sua tomba. Estrasse un fazzoletto e pulì con vigore tutta la sporcizia possibile, non le importava che l'avrebbero insozzata di nuovo ma doveva farlo. Era l'unico modo che le restava per prendersi cura di lei. 
 
 
«Diana, sei invincibile fisicamente ma il tuo cuore è umano. È la stessa cosa che mi ha detto Lois tanto tempo fa. So cosa provi, non so ancora come questo pianeta non sia in cenere dopo averla persa.» Replicò Clark con voce tenue ed empatica, poggiando una mano sulla spalla di Diana. Come Wonder Woman, stava maledicendo mentalmente quella loro condizione simile all'immortalità che, ormai, pesava come una maledizione sulle loro spalle.
 
 
«Lois era una donna saggia, Clark. È solo che... per gli Dèi, Katherine! Avrei voluto festeggiare con te ogni Natale e Hanukkah della mia vita!» Una lacrima scese lungo la guancia abbronzata di Diana, gli occhi scuri erano lucidi nel tentativo di trattenerle altre. Stava per crollare su quel pezzo di marmo ma l'Uomo d'Acciaio la afferrò per la vita, tirandola su. 

 
«Diana...» Ma l'Amazzone non rispose, i suoi occhi e il suo cuore pieni di dolore, superiore persino a quello provato per la dipartita di Steve Trevor. Ma forse, avrebbe riflettutto anni più tardi e a mente lucida, quella sensazione lacerante provata quel Natale era legato alla scomparsa delle due persone più amate in tutta la sua esistenza. 
 
 
 
 
 




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