NOTA
DELL’AUTRICE:
Carissime e carissimi, penso che mi
attendevate con ansia. Non posso spingere oltre il mio sadismo, quindi
posto.
Vorrei rispondere ai vostri commenti, siete stati davvero carinissimi.
Vorrei
dedicare questo
cappy a Gazy (la mia Beta) e a Meticcia. Glielo devo!!!
Il
cap. non è ancora
betato, scusate gli errori.
ch_cullen:
Grazie, spero che la tua attesa sia valsa la pena…
Baci endif
francef80:
Ho fatto di peggio, credimi…! Questo cappy
esaudirà i vostri sogni più sfrenati (o quasi) !!!
sweetmoon:
Mi piacerebbe continuare con una nuova ff, in realtà
l’avrei già in mente, ma non posso promettere
niente, tra un po’ ci saranno un po’
di cambiamenti nella mia vita, quindi…, vedremo! Baci endif
titty88:
E non hai ancora letto questo cappy … sono
dolcissimi, Ed in particolare. Fammi sapere che ne pensi! Baci endif
keska:
Ciao cara, ho cercato di non cadere nella solita
trappola “prima notte con
tanto di pizzi
e merletti”. Sono contenta che l’hai apprezzato.
Spero anche che la mia visione
“dell’esperienza “ sia di tuo gradimento.
Io ho sempre pensato che fra loro sarebbe stato
così. Lasciami un
commento, mi interessa sapere cosa ne pensi. Baci M.Luisa
mistica88:
Tutte sotto il sole cocente eh?! E se questi sono
i risultati!!! Grazie per il tuo commento Baci endif
bigia:
Continuo, non temere… Ho ancora qualche cartuccia nel
mio pc!!!
anna cullen:
Non preoccuparti se non hai potuto recensire
(sigh!!!!), sono contenta che ti sei tirata tutti gli ultimi
aggiornamenti uno
dietro l’altro, c’è più gusto
no?!!! Ora, però, fammi sapere che ne pensi del
cappy saliente!!! Baci endif
lady cat:
Abbi fede cara, sono sadica, non st……upida! Ciao
endif
Meticcia:
Cara, non posso che dedicarti questo capitolo. Mi
sembra giusto, quasi doveroso. Mi spiace se
non sarà troppo soft, mi è venuto
testè e non credo corretto mitigarlo se è
uscito così di getto. Spero che apprezzerai cmq. Finalmente
arriviamo al sodo,
anzi al sodissimo…. Bacioni
endif
Cullenboy:
ma no che non lo fermo, mica
che sono così
cattiva!!! Leggi questo cappy, vedrai che riusciamo a farli contenti!
Baci endif
ATTENZIONE
CAPITOLO CON RATING ROSSO.
CAP.
35
INDIMENTICABILE
EDWARD
Capii
solo in
quell’istante perché quella piccola vampirella
aveva insistito tanto con Jasper
per voler rimodernare le nostre stanze nella casa di Hanover. Alice
doveva aver
visto qualcosa nelle sue visioni di cui mi aveva tenuto debitamente
all’oscuro,
ma in quel momento le fui estremamente grato per aver provveduto a far
installare un comodissimo letto matrimoniale nuovo di zecca nella mia
stanza.
Con
Bella tra le mie
braccia, completamente nudi, marciavo alla volta della mia camera da
letto.
Con
grazia aprii la
porta e la deposi delicatamente sulle lenzuola candide, dopo aver
scostato il
copriletto blu.
La
osservai dall’alto
per la prima volta completamente svestita. Le sue guance arrossate, il
suo
respiro affannato che faceva sollevare il suo seno velocemente, le
ginocchia
leggermente piegate che permettevano ai miei occhi di scorgere i suoi
più intimi
segreti, Bella sembrava un angelo.
Il
materasso si piegò
sotto il peso di un mio ginocchio, e mi distesi al suo fianco.
Mi
guardava con occhi
dolci ed innamorati, emozionata e confusa.
«E’
la tua stanza?» il
suo cuoricino batteva impazzito.
Le
sfiorai una guancia
con delicatezza: «No, è la nostra
stanza.» rettificai con un sussurro.
I
suoi occhi brillarono
di gioia.
Avrei
fatto in modo che
fosse un’esperienza indimenticabile per entrambi.
Potevo
farcela.
Cominciai
a percorrere
il suo corpo con la punta delle dita, sfiorandolo con venerazione. Lei
chiuse
gli occhi e dischiuse lievemente le labbra.
Guardai
il suo volto
rapito dal piacere che vi scorgevo e che sapevo di starle donando in
quel
momento. Una meravigliosa sensazione di benessere e di appagamento mi
avvolse,
mentre la sentii ansimare più rapidamente quando le mie dita
si chiusero su un
suo capezzolo. Desideravo darle di più, farle assaporare un
piacere sempre più
intenso, sempre più sconvolgente.
Scesi
con le mie labbra
su quella piccola punta protesa verso di me e la lambii con la mia
lingua
gelida. Al contatto sentii che Bella si inarcava contro di me,
mantenendomi
fermo il capo. Spinse il suo capezzolo turgido più
profondamente tra le mie
labbra e dovetti fare uno sforzo enorme per non morderglielo. Strinsi
gli occhi
e mi concentrai con evidente difficoltà.
La
sua pelle sapeva di
buono, sapeva di aria aperta e di freschezza.
Non
le avrei fatto
alcun male, sarei riuscito a controllarmi.
Le
sue gambe si
intrecciarono alle mie e la porzione superiore della sua coscia
sfiorò la mia
eccitazione pulsante. Sempre ad occhi chiusi, corrugai la fronte e le
mani mi
tremarono impercettibilmente per lo sforzo di trattenere la mia forza.
Lei
si fidava di me,
aveva messo nelle mie mani non solo il suo corpo, ma tutta la sua
stessa vita.
Calmo
Edward, stai andando bene.
Pensai cercando di
tranquillizzarmi.
Ma
quando sentii le sue
dita impertinenti sfiorarmi intimamente, fui sicuro che non avrei
resistito un
secondo di più. Già mi si erano formate nella
mente delle immagini di inaudita
violenza che mi avevano scurito gli occhi e l’animo, quando
la sua voce
esitante e rotta dall’emozione mi trafisse il cervello:
«Posso … posso
toccarti?»
Dolce,
dolcissimo amore
mio! Spostai le mie mani sui suoi fianchi e la issai a cavalcioni su di
me.
L’accarezzai lievemente sul ventre e terminai la discesa
posando i palmi ben
fermi sul materasso. Non mi sarei mosso di un millimetro, a costo di
morire di
piacere.
«Certo
che puoi, non
c’è nulla che potrebbe farmi più
piacere.» la rassicurai con un sorriso e
deglutii il veleno che mi era schizzato in bocca un attimo prima.
Pensai che in
quella posizione Bella si sarebbe sentita più sicura,
più padrona della
situazione e mi preparai a ricevere il prossimo supplizio.
Così,
con i capelli
disordinati, gli occhi lucidi, a gambe divaricate su di me, con il suo
delizioso e profumato intimo calore che mi schiaffeggiava il viso,
Bella era di
una bellezza indescrivibile. Se fossi morto in quest’istante,
non avrei
rimpianto nulla delle mie vite. Scese con i glutei quasi sulle mie
ginocchia e
accompagnò il gesto con una lieve carezza degradante dal mio
torace al mio
ventre.
Senza
indugiare troppo,
le mani della mia amata arrivarono direttamente alla fonte del mio
piacere.
Timida e delicata per timore di farmi male, sentivo che le muoveva
esitante, in
una carezza struggente e sensuale. Mi accorsi di aver digrignato i
denti e
cercai di rilassare l’espressione del volto. Non avrei mai
creduto possibile
che potesse esserci una tortura più dolorosa dal ricevere un
piacere così
grande.
Teso
fino allo spasimo
la fissavo in volto, mentre lei mi osservava con curiosità e
desiderio, le
labbra lievemente dischiuse.
«Bella,
io non … credo
di riuscire a resistere se continui ancora, mentre … mi
guardi così …» riuscii
ad articolare una frase tra un ansito e una parola strozzata.
«Davvero?»
la voce le
uscì dalle labbra atteggiate in una smorfia maliziosa.
«E,
così?» chiese
mentre si spostava più in su con il bacino fin quasi a far
toccare le nostre
intimità.
Contrassi
il ventre con
forza e le mie mani le afferrarono i fianchi decise.
No,
non era ancora il
momento. Dovevo prima prepararla.
Con
un rapido movimento
la portai sotto di me, ma mi mantenni da lei discostato quel tanto da
permettermi di poterla toccare e guardare con facilità.
«Tu
vuoi farmi
impazzire …» le dissi in un soffio. Bella giocava
con il fuoco, ma era felice e
a suo agio. Proprio ciò che volevo per lei. Pensai
febbrilmente che la prima
volta di una ragazza poteva essere molto dolorosa se non fosse stata
completamente rilassata, e sapevo che mio malgrado avrebbe sofferto per
la mia
intrusione nel suo corpo. Ma sapevo anche che il mio autocontrollo
stava
vacillando. Entro breve avrei potuto perdere tutta la delicatezza che
mi ero
imposto, e sarei potuto diventare brutale.
No,
non volevo che
Bella ricordasse la sua prima volta come un’esperienza solo
dolorosa. Ci avevo
pensato ogni attimo da quando avevamo deciso di fare l’amore,
chiedendomi come
fosse meglio per lei. Non ero riuscito a darmi una risposta. Ma sapevo
che il
suo piacere doveva venire prima del mio.
Perciò,
guidato solo
dal mio istinto, scesi con la mano tra le sue gambe e la sfiorai piano.
Era molto
bagnata e calda.
Si
irrigidì un po’.
Introdussi
delicatamente un dito che scivolò senza attrito dentro di
lei. La sentii
ansimare forte e aggrapparsi con le unghie alle mie spalle. Le feci
scorrere
una mano sulla schiena sostenendola senza sforzo e continuai a toccarla
intimamente. Man mano sentivo che Bella si lasciava andare contro di
me, che i
suoi muscoli si abituavano al contatto con le mie dita e con la mia
temperatura, fin quando la sentii sussurrare con voce rotta
dall’emozione contro
la mia guancia: «Edward, non ce la faccio più
…»
Allora
le divaricai
gentilmente le gambe e mi sistemai con il bacino verso la sua apertura.
La
guardai negli occhi intensamente, aspettando un suo cenno. Mi
guardò con amore
ed annuì con il capo.
Presi,
quindi, un
respiro profondo e le dissi: «Bella, ti amo.
Perdonami» e spinsi a fondo,
penetrandola in un solo colpo.
La
vidi sgranare gli
occhi, e mi impietrii afflitto mentre cominciavano a luccicare, colmi
di
lacrime.
BELLA
Una
lacrima scese sul
mio volto, mentre affondai il viso nell’incavo del collo di
Edward mordendomi
forte il labbro per non urlare.
Un
dolore lancinante mi
invase dal centro del mio corpo pervadendomi tutti i muscoli.
Sapevo
che avrei
provato dolore, ma non ero preparata ad affrontarlo. Il primo istinto
fu quello
di chiudere le cosce e rannicchiarmi in posizione fetale.
Sentii
che Edward si
era immobilizzato concedendomi il tempo di far scemare
l’intensità del dolore e
con una mano mi sosteneva la schiena. Aveva l’altra puntata
sul materasso e ci
teneva uniti senza sforzo, un po’ rialzati.
Tratteneva il respiro, non
si muoveva di un millimetro.
Cominciò
a deporre
piccoli baci sulla mia spalla, nel tentativo di rilassarmi. Rimasi
ferma per
paura di provocare qualche altra fitta e lui fece altrettanto.
Quando
mi sentii
abbastanza sicura
accennai un timido
movimento con il bacino.
Ancora
un po’ di dolore
ma, per lo più, indolenzimento.
Rilassai
le spalle e
divaricai un po’ più le gambe. Lo sentii scivolare
dentro di me più
profondamente. Un gemito mi uscì dalle labbra.
«Amore,
è … passato?»
mi chiese con voce tesa e tremante.
Senza
avere la forza di
pronunciare nemmeno una parola, annuii piano con il capo e lo sentii
immediatamente rilassarsi. Si mosse un po’ dentro di me e un
altro gemito mi
uscì dalle labbra. Cominciai a muovermi aumentando un
po’ in più il ritmo e ai
miei movimenti mi accorgevo che seguiva qualche sua spinta.
Ma
era come se Edward
trattenesse i suoi muscoli, la sua forza.
Aveva
paura di farmi
ancora male.
Un
calore prese a
diffondersi nel mio ventre e mi aprii decisa verso di lui, spingendolo
verso di
me: «E’ tutto ok, non mi farai male. Mi
… mi piace … sentirti.» Percepii un
sospiro al mio orecchio e capii che aveva finalmente liberato i polmoni
e
ripreso a respirare.
«Bella,
se provi dolore
devi dirmelo subito.» mi disse con voce roca e non appena
assentii, prese a
muoversi dentro di me, prima lentamente, poi sempre con maggiore foga.
Puntò
le mani ai lati
del mio viso sul materasso e potei vedere i suoi occhi neri
dall’eccitazione.
Della
nostra
eccitazione.
Senza
staccare gli
occhi l’uno dall’altra, prendemmo a muoverci in
perfetta sincronia.
Il
mio respiro divenne
il suo respiro, i miei mormorii si fondevano con i suoi, il battito del
mio
cuore divenne il suo.
Persi
la percezione del
tempo e dello spazio.
Io
e lui. Un solo
corpo, una sola anima.
I
sospiri divennero
ansiti, gli ansiti divennero gemiti.
Il
piacere esplose in
me e raggiunsi l’orgasmo urlando il suo nome ed il mio corpo
accolse il suo
piacere esattamente un attimo dopo.
«Sì,
Bella … amore,
amore mio …» percepii le sue parole
soffocate dall’emozione nell’estasi del momento.
Poi,
non ci fu altro
nella stanza che non fossero i nostri respiri affannati.
Mi
accorsi solo
vagamente delle sue mani tiepide che mi stringevano al suo petto, prima
di
scivolare beata nell’incoscienza.
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