Gianmarco, un ragazzo di 23 anni, chiuso in una stanza, al buio, da
solo, con le cuffie nelle orecchie, senza nessuno vicino e solo la
Playstation accesa sulla scrivania di camera sua, ormai gioca senza
soste da ore e in pratica la sua vita è fatta solo di questo
e nient'altro. All'inizio era un hobby come ce ne sono essere tanti,
ogni tanto qualche partita a "Pes", qualche partita a "Call of duty" o
"Mass effect" ma nulla di più, delle cose per riempire buchi
qua e la nelle giornate noiose o di pioggia, un hobby momentaneo che
sarebbe diventato in breve tempo una vera e propria ossessione morbosa.
Gianmarco non esce più con nessuno dei suoi amici, tutti
sono stati accantonati a discapito dei videogiochi, quando qualcuno li
chiedeva:" Andiamo al cinema o a mangiare la pizza fuori, vieni anche
tu?". La risposta era sempre un secco e deciso:" No!". Lui voleva
giocare con la Playstation senza che ci fossero scocciature di mezzo,
era la sua passione è vero ma quando una cosa diventa una
mania di passione non si può più parlare. Piano
piano la vita di Gianmarco andò in una fase di stallo, la
fidanzata Sofia la mollato perchè non solo lui non la voleva
più vedere ma quelle rare volte che si vedevano lui giocava
con i videogiochi riuscendo anche ad ignorare le sue attenzioni, pure
quelle sessuali. Il lavoro andò sempre peggio, spesso si
presentava in ritardo, con la barba incolta, vestito con abiti sporchi
di macchie di unto o cose del genere, non riusciva a stare concentrato
e in breve tempo fu licenziato dal suo datore di lavoro che li disse
espressamente:" Non possiamo avere nella nostra azienda uno zombie come
lei!". Da qui in poi la vita di questo ragazzo peggiorò a
talpunto da non uscire più dalla sua stanza, i videogiochi
riuscivano in qualche modo a riempire i vuoti di una vita non proprio
facile, un padre che c'era e non c'era in casa essendo un pilota
d'aereo di linea e sopratutto l'evento più stroncante per
Gianmarco, la morte della sorella maggiore di 26 anni, perita
all'Aquafan di Riccione dopo un malore avuto in piscina. Quell'evento
così tremendo e così ingiusto aveva segnato
profondamente Gianmarco, la sorella maggiore era la sua migliore amica,
l'unica persona che c'era in qualche modo sempre stata per lui,
ovviamente sentiva il peso di questa perdita molto sulla sua coscienza,
la sua vita era cambiata in un modo totalmente inaspettato da un giorno
all'altro. La morte della sorella maggiore per lui è stata
dura da superare, in realtà non l'ha mai superata e
Gianmarco ormai non ha più alcuno stimolo ad andare avanti,
a pensare che il mondo possa essere un posto migliore. Ogni giorno
diventa sempre più isolato, sua madre si era affidata al
miglior psicologo della città ma ottenendo solo una grave
perdita economica per pagare le sedute, Gianmarco giocava semplicemente
alla Playstation e un giorno sua madre li chiese:" Guarda che fuori
c'è un mondo tutto da vivere, perchè sono mesi
che stai chiuso in casa, quella macchina infernale ti frigge il
cervello!". Gianmarco guarda la madre con occhi assenti tanto da non
sembrare nemmeno umano, il suo volto si fece più deciso, non
disse parola, nessuna, nemmeno un piccolo accenno, continuo a giocare
tenendo il joystick saldamente tra le sue mani, ogni tanto guardava la
madre senza dire nulla e sua madre le disse sorridendo:" Non penso che
Carlotta vorrebbe vederti così! Pensa a lei, devi andare
avanti per lei, lo so che la tua vita è finita durante quel
giorno d'estate ma devi pensare che lei è come se fosse
ancora qui con noi!". A quel punto quasi come se fosse successo
qualcosa, Gianmarco posò il joystick per terra e
guardò sua mamma dicendoli:" Non sai quanto mi manca
Carlotta mamma, la vorrei qui con me la vorrei abbracciare!". La madre
abbracciò il figlio come non aveva mai fatto il figlio, la
Playstation aveva colmato un vuoto lasciato da un lutto tremendo e la
madre con poche ma semplici parole disse al figlio:" Devi pensare che
lei è qui con te, non vorrebbe vederti in questo modo,
dobbiamo essere forti per lei tesoro!". Gianmarco si mise a piangere
tra le braccia di sua madre.
Il ragazzo si lascia cullare da sua mamma e le dice con la voce
strozzata dal dolore e dalle lacrime che cadevano copiose sul suo
giovane viso:" Dimmi come si fa a morire in quel modo in parco
acquatico? Dimmi come è possibile?". La verità
è che Carlotta è morta semplicemente per un
malore, l'autopsia non era riuscita a capire bene le cause del decesso
ma alla fine i medici erano arrivati alla conclusione che la ragazza
fosse morta per una grave occlusione intestinale, Carlotta era abituata
sia al mare che in piscina ad andare in acqua poco dopo aver mangiato,
quella volta evidentemente le fu fatale, svenì nellla grande
piscina ad onde davanti a tutti i presenti, al fidanzato e alla
migliore amica, una giornata di relax e divertimento si
trasormò in tragedia, i soccorsi non tardarono e fecero
tutto quello che era possibile per salvarla, Carlotta morì
all'aquafan di Riccione dopo 15 minuti dal suo malore, la ragazza non
riprese mai più conoscenza, il giorno del funerale Gianmarco
si sentì male alla camera mortuaria, il ragazzo si chiuse
come un riccio dentro alla sua corazza, il mondo era
diventato un posto ostile, i videogiochi mandavano via l'ansia, la
paura di ricordarsi che bisognava andare avanti, ma lui senza Carlotta
non era niente. Purtroppo Gianmarco si tolse la vita il giorno
dell'anniversario della morte della sorella, si sdraiò sui
binari della ferrovia e si lasciò travolgere dal
Frecciarossa che arriva a fortissima velocità, un urto
impressionante che non diede scampo al giovane, il convoglio lo
trascinò per oltre 15 metri, purtroppo il macchinista si
accorse tardi del tragico evento e finì in terapia a causa
di un forte stress post traumatico che l'aveva toccato dopo questa
esperienza. Gianmarco aveva cercato di colmare il vuoto lasciato da
Carlotta con la Playstation, senza avere più nessuno, nessun
amico, nessuna fidanzata a cui dire "ti amo", nessuna persona con cui
parlare del più e del meno, la solitudine aveva vinto
insieme alla depressione, aveva deciso di finire la sua partita ma nel
modo peggiore possibile.
Poco prima di buttarsi sotto al Frecciarossa Gianmarco aveva lasciato
un breve ma conciso biglietto ai genitori scrivendo:" Non posso
più vivere senza Carlotta, voglio tornare ad abbracciarla,
perdonatemi, sono stato un pessimo figlio ma rivoglio mia sorella, ci
saremo sempre per voi, vi voglio bene. Gianmarco!". E la sua vita
finì esattamente il giorno in cui era scomparsa a soli 26
anni Carlotta, il ragazzo era così tornato dalla sorella e
le loro anime sarebbero state unite per sempre. Ora tutto quello che
è rimasto è una famiglia che piange su due tombe,
io quel giorno ero li su quella ferrovia, la madre intanto ha scritto
un libro che è diventato in breve tempo un besteseller,
quello che ho raccontato qui lo so grazie a questa opera, quel giorno
ho capito come la vita possa essere ingiusta, come da un lutto non ci
si possa mai riprendere, capisco Gianmarco, persi mio padre due anni fa
e ancora oggi ne sono totalmente devastato, quel maledetto giorno ero
in servizio, arrivai sui binari della morte e quello che vidi ancora
adesso mi tormenta, purtroppo questa storia non ha un lieto fine, ma
solo una grande tristezza che ha portato via in brevissimo tempo due
giovani ma sopratutto due figli, ho due figli che hanno la stessa
età di Carlotta e di Gianmarco e non oso pensare cosa avrei
fatto se questa tragedia fosse successa a me, sono un semplice agente
che quel giorno faceva il suo lavoro ma ciò che vidi non lo
dimenticherò mai. Ora vicino a quei binari abbiamo messo un
ceppo commemorativo e in collaborazione con l'Acquafan faremo la stessa
cosa anche li per ricodare Carlotta, quando si è giovani
è strano poter pensare che la nostra sorte arrivi e ci
prendi per mano, questa storia purtroppo mi ha sconvolto e ancora
adesso che sono passati molti mesi ci penso ancora. Agente Guido
Collaferri. Fine prefazione, inizio prima capitolo:" La tragica fine
sui binari della morte!".
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