11. Incubo
11. Incubo
" Nemmeno tu riesci a vedere attraverso le ombre di questa lunga notte?
Non ti preoccupare, sono sicura che sentiremo a vicenda le voci di entrambi"
Non riusciva a capire niente, ogni parola, ogni movimento era disperso
nell'aria e non la raggiungeva, come se fosse caduta in un'altra
dimensione, che la opprimeva.
- Fra poco arriveranno - l'informò L, che si era accorto del suo stato - Mi hai sentito? -
- S...Sì - rispose con un fil di voce.
Nessuno disse niente.
Wammy arrivò e prese il piattino della
torta per sostituirlo con un cono di gelato. Ryuzaki lo prese e lo
scrutò con espressione assente per qualche minuto.
- Ne vuoi un po'? - domandò vedendo il colorito pallido della
ragazza, forse aveva bisogno di zuccheri. Sì, decisamente: i
zuccheri risolvono sempre tutto.
- N... non voglio incontrarli, L - disse ignorando del tutto l'offerta del detective.
Lui leccò il gelato, godendosi il delicato sapore della fragola.
- Non voglio - ripeté posizionando le sue mani sulle
ginocchia e abbassando la testa. - Per favore... io non ce la faccio...
-
- A fare cosa? - domandò lui insensibilmente.
- A vederli... ad affrontarli... io non voglio incontrarli... - sussurrò - semplicemente non ce la faccio -
- Scusate, ma i signori sono arrivati, vado ad aprire? - intervenne Watari.
L non rispose limitandosi a ridare il gelato al maggiordomo. Prese la
ragazza per un braccio e la tirò. Hikaru si alzò e lo
seguì.
- Stai qui, finché non se ne vanno - disse lasciandola in una stanza e chiudendo la porta dietro di sé.
Si lasciò cadere sui ginocchi con le braccia tese in avanti per non sbattere la testa contro il pavimento.
Piangeva in silenzio, da sola in una stanza buia, senza nessuno che ci
fosse a dirle qualche parola di conforto. Non che queste sarebbero
servite a qualcosa, ma fa sempre piacere sentirle.
Ma era da sola al mondo. Quando era stata adottata, si era illusa di
aver trovato un appiglio, un luogo al quale poter fare ritorno.
Perché abbiamo sempre bisogno di aggrapparci a qualcosa per
continuare a crescere, come gli alberi. Lei aveva affondato le sue
radici nella giustizia di L, ma non era ciò che si
aspettava... E quando la base su cui poggiano le radici inizia a
traballare, l'albero, inevitabilmente, cade.
***
Dall'inizio dei tempi, aveva visto nomi e durate vitali; aveva visto la
gente morire, scomparire; senza che in lui si creassero particolari
emozioni, dopotutto era quello il suo compito: ucciderli per continuare
ad esistere.
Ma da tempo tutto era cambiato.
Un giorno aveva finito per posare i suoi occhi su una ragazzina esile e
graziosa che aveva catturato la sua attenzione, non come vittima, ma
come rapporto di altro tipo.
La aveva osservata sin da quando la ragazzina aveva compiuto tredici anni.
E piano piano si era sentito sempre più attratto da lei, dalla
maniera in cui affrontava le difficoltà, dal suo carattere.
Gli dispiaceva moltissimo vederla ora lì, piangere da sola,
senza nemmeno più Dalil che in qualche modo l'aveva accompagnata
e protetta. Come poteva aiutarla? Come poteva salvarla dalla sofferenza?
- Signore - chiamò una voce, che riconobbe come quella dello shinigami Jastin - vorrei intervenire.... -
- Riguardo a cosa? - domandò lui senza distogliere lo sguardo dalla ragazza, tanto lo shinigami non poteva vederlo.
- Vorrei uccidere tutti coloro coinvolti nel così chiamato caso
Kira - rispose riprendendo aria per spiegare tutta la vicenda, sicuro
che il re non avrebbe mai sprecato il suo tempo a guardare giù
nel mondo umano.
- Uccidere tutti? - chiese fingendo indifferenza.
- Sì -
- Per quale motivo? Non mi sembra così necessario -
replicò guardando i diversi gioielli che ricoprivano il suo
corpo scheletrico.
- Il segreto del nostro mondo rischia di venire svelato -
affermò Jastin con voce mal ferma, non era quello il vero motivo.
-Non mentire, shinigami Jastin Armonia; non ti conviene. Tu vuoi solo
farlo per salvare la vita di Dalil. E' da sempre stata la tua preferita
fra tutti gli shinigami, perché è
stata l'unica a compiere il suo dovere come si deve. Ma Dalil non
vorrebbe la morte di quella umana, sta facendo di tutto per salvarla-
- Questo lo so! Potrebbe salvare quella ragazza a
costo di morire! La vita di nessun umano vale quanto quella di uno
shinigami, ancor peggio se quello è Dalil. E lei questo lo sa
perfettamente -
- E' vero, Jastin. Ma lo sai che per poter ucciderla dovresti ottenere il quaderno di Dalil, ma non te lo darà mai. -
- E' proprio per questo che sono qui. Per chiederle di costringerla a darmi il suo quaderno o ad uccidere la ragazza. -
- Vivere o morire è una decisione che aspetta ad ogni shinigami,
se Dalil desidera proteggerla a costo della vita lo farà e a
quel punto noi non potremmo interferire. Riconosco anch'io che la sua
morte sarebbe un grande peso per tutti noi, ma credo che sia importante
rispettare la sua volontà. E con questo abbiamo finito. Quindi
non provare nemmeno a scendere sulla terra, altrimenti mi vedrò
costretto a punirti con la morte -
***
Le manette le stingevano i polsi, ma non provava alcun dolore, era come
anestetizzata. La sua mente, i suoi sensi erano annebbiati.
Le persone si comportano sempre seguendo un loro schema, dettato dalle
esperienze e dalle verità che credono di possedere; di fronte a
qualunque situazione si reagisce in maniera logica rispetto a
ciò che si è visto prima di allora. Non importa cosa
facciamo, il nostro comportamento sarà sempre in funzione a
ciò che si è vissuto, alle verità in cui si crede.
Singhiozzò, un piccolo timido singhiozzo che aveva cercato di
reprimere senza successo. Dopotutto,le ragazze esili come lei era
normale che piangessero, no? Oppure era loro dovere abituarsi al dolore
ed imparare ad accettarlo senza lamentarsi? In ogni caso, le due
alternative non le piacevano per niente. Lei non era debole e non
voleva abituarsi alla sofferenza, non voleva rassegnarsi, non doveva
farlo. E poi perché piangeva? Perché il suo "super eroe"
non era ciò che si aspettava? Lo sapeva bene che nessuno era
perfetto.
Che vergogna!
Si rimise in piedi cercando di asciugare le guance. Si sarebbe
comportata in base al suo desiderio, a ciò che lei riteneva
giusto.
Le voci erano sparite lasciando spazio a un silenzio disertante. Quanto ci avrebbe messo ad arrivare?
Sentì lo scricchiolio della porta e la luce proveniente dal
corridoio la colpì violentemente, strizzò gli occhi.
L la prese per un braccio è la condusse di nuovo nel salotto
ormai vuoto, Hikaru si sedette nello stesso posto, tenendo la testa
china.
- Se ne sono andati - constatò, alzando leggermente lo sguardo.
Il detective non disse niente, forse aspettava che fosse lei ad iniziare il discorso.
- Stai forse aspettando che sia io ad iniziare il discorso, Ryuzaki san? - domandò.
- Chi sei? Perché sei ancora viva? - *
- Mi preferisci morta? - replicò con ironia.
- Ci sono delle vite in gioco, c'è la tua vita in gioco: pensi
che questo comportamento ambiguo ti aiuterà? - quella ragazza
gli faceva proprio perdere la calma. Mise più zollette di
zucchero nella tazzina. Lo aiutavano a calmarsi.
- La mia... vita? quale vita? avrai fatto delle ricerche su di me, no?
Tu la chiami a questo vita? - rispose con acidità e rabbia.
- Pensi che il dolore che hai provato ti autorizzi a proteggere
Kira? Il dolore non giustifica niente, è un sentimento
fine a sé stesso come lo sono tutti -
- Allora cosa suggerisci di fare? Di guardare in disparte i crimini? di non reagire? -
- Così non risolvi il problema, lo nascondi -
- Non c'è bisogno di risolverlo, se lo elimini -
- Eliminare un problema così grosso? Pensi che uccidere i
criminali basterà? Pensi che uccidendoli non ci saranno
più vittime? -
- E di certo meglio che stare in una poltrona a fare ragionamenti -
L la guardò di sbieco.
- Quindi devo dedurre che tu aiuterai Kira, vero? -
- Mi hai fraintesa, Ryuzaki san. Io volevo solo dire che non ti
aiuterò, non me la sento. Nel momento in cui decidiamo di
salvare una vita ne diventiamo i responsabili; non voglio aiutare dei
criminali, non voglio farmi carico delle loro colpe. -
- Ti assumerai la responsabilità delle azioni di Kira, comunque -
- Non mi farai cambiare idea, Ryuzaki, non ci riuscirai; perciò decidi che vuoi fare: vuoi uccidermi? -
- Perché hai così tanta poca voglia di vivere, Hikaru san? -
***
Era accucciato sulla poltrona. La espressione vacua del suo viso preoccupò Wammy.
Il maggiordomo si avvicinò e si sedette di fronte a lui
sorseggiando, soprappensiero, il tè inglese che aveva preparato
poco prima.
Chiuse gli occhi sospirando.
- Io vedo... io capisco, L. - disse. Poi posò la tazzina, aveva
guadagnato l'attenzione del detective - te l'ha fatta ricordare, vero? -
Si girò di scatto e guardò con spavento l'inventore. Ogni
volta che quel argomento veniva toccato, i suoi nervi diventavano
suscettibili.
- Probabilmente, quella volta avresti potuto essere di aiuto, ma... -
- Ti prego Watari, mi sento già abbastanza in colpa, non c'è bisogno che tu affondi di più il coltello -
- Le persone sbagliano, ma è proprio grazie a questo che poi
cambiano e diventano migliori, tu sei migliore di quando avevi 15 anni.
-
- Probabilmente è così, ma nessuno commetterebbe un errore
del genere! - Guardò verso la finestra - lei quella volta voleva
parlare con me, non ci eravamo mai visti prima, ma era l'unica persona
con cui potesse parlare, ma io... io me ne sono andato dicendogli di
avere da fare e di risolvere i suoi problemi da sola -
- Avevi solo 15 anni! non potevi fare molto, Rose aveva deciso di
suicidarsi da molto tempo e se anche se tu quel giorno ti fossi fermato
ad ascoltarla, forse non sarebbe cambiato niente! -
- Ma forse sì. E' vero io non la conoscevo, non l'avevo mai
notata prima di quel pomeriggio; ma credo che chiunque si sarebbe
fermato ad ascoltare una ragazza che piangeva: è a questo che
chiamano umanità, io non lo feci -
- Anche i sensi di colpa sono sentimenti umani. Ma credimi L, noi per
Rose non potevamo fare molto, persino io che le sono sempre stato vicino
non sono riuscita ad aiutarla, e piano piano lei andò
allontanandosi da me e da tutti. Quella volta era solo un urlo di aiuto
disperato, niente di più non ci avrebbe messo molto ad
allontanarsi da te. -
- Ciò non toglie che io quella volta, potevo fare qualcosa,
qualunque cosa... non aveva importanza, ma le mie parole i miei
gesti.... -
- Se davvero ti sentì così male, perché non provi
a parlare con Hikaru, dopotutto le loro storie si assomigliano,
potrebbe farti sentire meno in colpa-
L si alzò dalla poltrona.
- Non posso, te ne sarai accorto anche tu, no? - replicò il detective.
- Di cosa? - chiese il maggiordomo seguendolo con lo sguardo
- Lasciamo stare -
- Ultimamente ti comporti in modo strano, L -
- Era proprio a quello che mi riferivo - disse a denti stretti il ragazzo guardando di sbieco il suo vecchio tutore.
Wammy per poco non sorrise: anche da piccolo, L aveva avuto problemi
per parlare dei suoi sentimenti. In quel senso non era cambiato per
niente.
- Come ho già detto prima, prova a parlare con Hikaru, magari... -
- Lo hai detto tu stesso che mi sto comportando in modo strano; parlare con Hikaru non mi aiuterà -
- Ma potrebbe aiutare lei -
***
Stava correndo per corridoi intricati, non sapeva dove andare ne che
direzione prendere; doveva solo correre per scappare, doveva
solo continuare a correre senza voltarsi, senza pensare.
Destra o sinistra? Destra, la prossima lo avrebbe preso quello a sinistra.
- Hikaru mi senti? - era una voce che conosceva - Non mi riconosci?
Sono io!Non puoi esserti dimenticata di me... - sì la conosceva
bene, il suo respiro si fece più agitato, e non per la corsa -
dopotutto io sono morta per colpa tua... - si fermò di colpo,
cadendo in ginocchio.
- Mi dispiace... mamma... ma io -
- Brava... vedi che se ti sforzi... ricordi delle tue vittime? -
- Io non so di che stai...-
- Non ti preoccupare... capirai... perché proverai il mio stesso
dolore. TU MALEDETTA!! TI SEI PRESA LA MIA VITA... IL SACRIFICIO DI
KODOKU DOVEVA ESSERE PER ME!!!! DOVEVI CREPARE TU!!! -
- Ma di che... Urgh! - portò le mani al petto.
-BASTA!!!! -
- Eh?! - Ryuzaki si girò, spaventato.
La ragazza sussultò, era tutta sudata e aveva ancora il fiatone. Guardò le sue mani e poi L.
- Un incubo? - chiese lui.
- Che ci fai qui? - domandò preoccupata cercando di creare con le coperte una specie di barriera.
- Ti osservo dormire - rispose guardando il portatile.
- Pervertito!!!! - ululò.
Lui si girò.
- Guardava che ti prendevo in giro... - disse con espressione neutra.
- Deficiente! Come se fosse il momento di prendermi in giro! tu
dovresti torturarmi! dovresti minacciare di uccidermi! Strapparmi le
unghie! i denti! finché non ti dico tutto! -
- Sono brutte le prime volte -
- Ma di... -
- I primi incubi sono i peggiori, sembrano così reali...
poi, con il passare del tempo, ti ci abitui, però.... rimane
sempre quel senso di... -
- Paura - completò Hikaru per lui - hai ragione... i primi sono
davvero spaventosi... Ma tu come
fai a saperlo? -
- Vuoi? - disse mostrandole una fetta di torta.
- Sì - si alzò dal letto e la prese sedendosi di fronte
al detective. Quel pomeriggio, non appena avevano finito la loro
conversazione lui le aveva bendato nuovamente gli occhi, poi quando le aveva
tolto le bende si era trovata in quella stanza poco accogliente.
- ma non hai ancora risposto alla mia domanda -
L non rispose, continuando a fissare il computer e cliccando ogni tanto.
- Suppongo che se me lo dici poi dovresti uccidermi -
- No -
- Dovresti ridere! era una battuta! ehm... non importa, non sono brava a fare le battute -
- Invece faceva ridere -
- Davvero?!- chiese sollevando la testa.
- No -
- Antipatico! -
- Ogni volta che provo a dormire ho un incubo - disse mordendosi
il pollice, mentre osservava il tetto della povera abitazione
- Ecco perché non dormi! - disse entusiasta saltando sulla sedia e indicandolo.
- Qualche volta sembri così intelligente, ma adesso sei solo una
idiota - commentò il detective sorseggiando tranquillamente una
tazzina di tè.
- Ah!... ecco... sì, hai ragione - ammise la ragazza
facendo un salto verso il letto. L la guardò spostarsi... era
così... così...
< Così come?! insomma, L! è ancora una ragazzina!
> pensò tornando a concentrarsi sul tetto della "accogliente
stanza"
- Però prova a darmi ancora dell'idiota... e non esci vivo da
qui - lo minacciò - comunque... la torta era buona - aggiunse
sorridendo.
- Sì, lo so -
- Annichili ogni possibile traccia di conversazione... sei
maledettamente troppo diretto! - evidenziò Hikaru - le persone
come te vivono poco. -
- Grazie -
- Vedi?! potevi dire: Perché? e allora io te lo avrei spiegato -
- Sinceramente non m'interessa -
- Era questo che volevo dire! sei troppo sincero! -
- Meglio che nascondere la verità per paura -
- Antipatico - borbottò tirando la coperta sul suo corpo. Ma si pentì quasi subito. - Mi spiace -
L si girò a guardarla, senza capire.
- Tu stai facendo il tuo lavoro e sei stato così bravo da
arrivare fino a me... vorrei poterti aiutare... vorrei poterti dire:
bravo continua così!... dirti tutto ciò che so... ma io
non so che cosa è giusto o sbagliato. Non so nemmeno se il fatto
che sia ancora in vita...sia giusto o se era meglio che io
morissi quel giorno. Ad ogni modo... io voglio comportarmi bene.. io
voglio aiutare la gente... nessuno deve soffrire, nessuno deve morire
assassinato da un suo simile perché è una morte banale...
da tutte due le parti ci saranno persone che soffriranno... mi
dispiace... ma io non capisco... io non voglio salvare la vita a dei
criminali che potrebbero far soffrire altra gente... probabilmente la
maniera in cui Kira lo fa non è la più giust... -
- Grazie, Hikaru -
- Eh?!-
- Tu sei... -
Beep beep
- Sono Watari. Ci sono novità, devi venire -
- Arrivo - chiuse il portatile e si avviò alla porta.
- Riceverai tutti i giorni i tuoi pasti completi, mangiali, sei un po'
pallida. - disse prima di aprire la porta di acciaio e sparire dietro di essa.
"Ho sempre avuto paura di rimanere da sola e ho fatto di tutto
affinché ciò non accadesse; ma ora che mi guardo in torno,
ho un così tremendo terrore di questo vuoto deserto."
* la sua scomparsa è di dominio
pubblico, per questo L si chiede perché lei non sia morta,
tuttavia questo particolare sarà spiegato meglio nel prossimo
capitolo. Scusate il disturbo >_<
Angolino di Hoshimi
Ebbene è arrivato il sole, il caldo... e le zanzare XD... Okay
lo ammetto: sono in un ritardo mostruoso, inoltre questo capitolo non
è poi così bello... vi ho fato aspettare per niente!!!!!!
Mi dispiace. Perdonatemiiiiiiiiii. Cercherò di rifarmi con il
prossimo capitolo (che spero di postare presto).
Grazie a tutti quelli che mi seguono... anche se ultimamente ho questi
spaventosi ritardi... (non preoccupatevi... mi sono già
picchiata da sola T_T).
valerya90 : Grazie!!!! Ti piace la filastrocca? Evviva!! l'ho
creata durante l'ora di matematica XD. Si vede che il mio cervellino ha
qualcosa che non va X. Moto arigato!!!
BeRRy_aPPle : Mi dispiaceeeeeee!!! ti ho fatta aspettare
più del previsto... scusa... (gomennasai!!!). Sì anch'io
adoro la parte dove si picchiano: quando avevo iniziato la storia mi
ero ripromessa di scrivere una scena così... quindi sono molto
contenta che tu l'abbia apprezzata. ^^ . Grazie mille per la
recensione. ^^
sara chan 92 : ç_ç semimasen (spero che sia giusto
non sono molto brava con il giapponese...) Se l'altro era bello tanto
da valere quanto l'attesa... questo non vale proprio niente... diciamo
che è un po' di passaggio... scusaaaaa!!! ç_ç. Non
arrabbiarti... grazie per i complimenti ^^ alla prossima ^^
_NeMeSiS_ : *-* te ne sei accorta!! Sono contenta che ti piaccia il
cambiamento del nostro caro detective... in questo capitolo, il tutto
è un po' più esplicito ... ihihih!!! Ti chiedo scusa non
ho aggiornato presto... e questo capitolo non va avanti con la trama...
ha solo rallentato il ritmo narrativo... T_T (piange sconsolata). Mi
rifarò al più presto.... Hai!!!. Arigato!!!
Acido_Muriatico : Grazie mille anche a te per la recensione ^^ sono
contenta che ti piaccia come scrivo *piange commossa*. Non ti
preoccupare non smetterei mai di scrivere Netsuranari ^^. Alla prossima
e grazie ancora ^^
Allora vi lascio a godervi l'estate... ^^cercherò di potare un
nuovo capitolo prima di metà Luglio... C'è la posso
fare!! Hai!!!.
Un bacio dalla vostra Hoshimi: Good Luck!!!
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