Il Matrimonio di Cerys

di telesette
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Le prigioni sotto Kaer Trolde erano state ricavate da un insieme di grotte naturali che, scendendo nel cuore della montagna, odoravano costantemente di salsedine e muffa sia con la bassa che con l'alta marea. Secondo il vecchio Crach, che le riteneva "micidiali" per i suoi reumatismi, l'umidità di quelle celle avrebbe sciolto la lingua anche al più ostinato dei prigionieri. Tuttavia gli aggressori di Cerys, che pure erano rinchiusi là sotto con l'acqua alle caviglie da settimane, non si decidevano a fare il nome del loro mandante.
Geralt confidava che, con un buon paio di segni Axii, avrebbe sciolto loro le lingue in meno di un attimo. Del resto, anche la guardia all'ingresso li aveva lasciati passare senza troppi problemi, anche senza un ordine scritto della regina. Ciri e Geralt si fecero dare il numero e la chiave della cella in questione e porsero la loro visita di cortesia ai prigionieri. Costoro erano incatenati spalle al muro, con rivoli d'acqua che scorrevano incessantemente attraverso la roccia sui loro piedi nudi, eppure sembravano delle statue di marmo con sguardi rabbiosi ed espressioni di insofferenza dipinte sul volto.
Erano chiaramente degli ossi duri, su questo non vi era alcun dubbio, e i due Witcher si resero conto immediatamente che con la gentilezza e la persuasione non avrebbero ottenuto granché.

- Che vuoi, dannato mutante? - esclamò uno dei sicari, non appena Geralt entrò nella cella.
- Solo fare quattro chiacchiere - spiegò Geralt.
- Ti sembra forse un salotto questo? - sbottò l'altro irritato.

Geralt scosse la testa.

- No, ma ho visto assassini tenuti in condizioni peggiori - osservò. - Non state poi così male, dopotutto!
- Fottiti - sputò il prigioniero con disprezzo.
- Porta il tuo culo altrove e cercati qualche bagascia per chiaccherare, mostro!

Per tutta risposta, Geralt tracciò i consueti segni all'altezza delle loro facce e il potere sprigionato li calmò seduta stante.

- Cominciamo daccapo - mormorò Geralt calmissimo. - Non è molto carino cercare di assassinare la regina delle isole, non siete d'accordo?

Vittime del potere ipnotico, le espressioni vuote e confuse, i due si limitarono a farfugliare qualcosa di incomprensibile e ad annuire. Ciri osservò la scena in silenzio, lasciando a Geralt il compito di condurre l'interrogatorio, sia pure con una punta di invidia per quegli utili trucchetti che lei non avrebbe mai imparato.

- Suppongo che vi abbiano pagato bene, no?
- Sì...
- Esatto... Ci hanno... pagato molto...
- Duemilacinquecento corone... l'anticipo... e altrettante a cose fatte...

Geralt fischiò.

- Una gran bella sommetta - esclamò. - E come si chiama questo datore di lavoro tanto generoso?
- Non... Non lo sappiamo...
- Non ce lo ha detto...

I due spiegarono così che l'ignoto individuo, col volto nascosto da un ampio cappuccio, era venuto ad ingaggiarli presso una squallida taverna di Spikeroog. Costui era a conoscenza di ogni dettaglio sui movimenti pubblici della regina, così da stabilire con precisione il momento più favorevole per assassinarla in pubblico, ma aveva avuto anche l'accortezza di proteggere la sua identità nel caso che i due sicari venissero presi vivi ed interrogati.
Geralt sciolse l'effetto dell'ipnosi e uscì dalla cella assieme a Ciri.

- Da questi due non otterremo niente di più - fece Ciri con disappunto. - E' chiaro che, dietro di loro, non abbiamo a che fare con uno sprovveduto!
- No - ammise Geralt.
- Da dove potremmo cominciare ad indagare, allora?

Geralt si fermò di scatto, fulminandola con un'occhiataccia, al che Ciri tacque e rammentò i princìpi-base del manuale del Witcher.

- Regola numero quattordici, pagina tre, paragrafo otto: "quando la pista non è chiara, il Witcher deve ricostruirla mettendo assieme ogni traccia a disposizione"...
- E dove comincia la pista da seguire, in questo caso?
- Nel punto dove è stata aggredita Cerys, suppongo!
- E allora la caccia prosegue - tagliò corto Geralt.

***

Dal giorno dell'aggressione era trascorso troppo tempo, le orme lasciate dai sicari erano confuse dalle moltitudini di piedi che vi avevano camminato sopra, tuttavia Geralt poteva basarsi sull'odore dei due uomini e ricostruire il percorso da loro fatto. Non era facile isolare un odore in particolare, in mezzo a tutta quella puzza di pesce e carni salate che ammorbava la piazza antistante la baia principale, ma tramite l'olfatto Geralt era abituato a seguire le tracce anche in mezzo ad un cumulo di escrementi.
Seguendo a ritroso la scia lasciata giorni addietro da quei farabutti, i Witcher individuarono una pista che conduceva dalla piazza ad un sentiero lungo la costa. Sapevano che i due erano giunti via mare dall'isola di Spikeroog e, anche solo ritrovando l'imbarcazione con cui erano attraccati, potevano sperare in qualche indizio supplementare. Circa mezz'ora più tardi, infatti, trovarono la barca tirata in secco e malamente nascosta sotto un mucchio di frasche.

- Probabilmente, speravano di farla passare per un relitto - esclamò Ciri.
- Forse - rispose Geralt. - Avevano poco tempo a disposizione, dovevano allontanarsi in fretta dalla spiaggia per raggiungere la cerimonia, tuttavia dovevano anche fare in modo che la barca restasse al sicuro per garantirgli la fuga in ogni caso!

Ciò detto, il Witcher si accinse ad esaminarla.
Dentro non vi era nulla, a parte lievi tracce di piscio, alcool e avanzi di cibo... Niente di utile, purtroppo.

- Siamo di nuovo ad un punto morto - sbuffò Ciri, passandosi la mano dietro la nuca.
- Lo sai, anche Vesemir faceva il piantagrane, quando c'era da lavorare di concetto!
- Strano - sorrise lei con una smorfia. - A me risulta che eri tu quello impaziente!

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Geralt la osservò.
Come al solito, Ciri non poteva fare a meno di rispondergli a tono. Era la stessa adorabile sfacciata di sempre, svelta con la lingua come con la spada, e non si faceva problemi nel punzecchiare il suo mentore non appena le si presentava l'occasione. Non era più la bambina di un tempo, Geralt lo comprendeva bene, il loro rapporto non era più quello tra un maestro e la sua allieva... Piuttosto si sentivano compagni alla pari, con lo stesso sarcasmo tipico dei Witcher della Scuola del Lupo.
Poche persone potevano rivolgersi a lui con tanta leggerezza, e Ciri era senza dubbio tra questi.

- Cambiando discorso - esclamò Geralt, tornando a concentrarsi sulla situazione. - E' vero, le tracce fino a qui non ci dicono molto, però... Ssshhh!
- Cosa?

Geralt strinse gli occhi e mise la mano attorno all'elsa della sua spada d'acciaio.
Il suo istinto lo avvertiva del pericolo incombente: rametti spezzati nei cespugli, passi pesanti e stivali chiodati, almeno sei o sette uomini in agguato e l'aria era pregna di tensione e intento omicida.
Anche Ciri percepiva che qualcosa non andava, dal momento che gli animali erano scomparsi dalla radura circostante, cosicché si affrettò ad imitare il compagno e sguainò la spada con un unico ed elegante movimento. In quella, come in risposta ad un segnale convenuto, gli aggressori uscirono allo scoperto armati fino ai denti e con intenzioni fin troppo chiare nei loro confronti.

- UCCIDETELI - ringhiò il loro capo, brandendo un'ascia sopra la testa. - Non devono lasciare vivi questa spiaggia!

continua )...





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