Sembra un giorno normale come gli altri per me, eppure oggi non mi
sento tranquila, ho un gran brutto presentimento. Mi chiamo Sarah e ho
23 anni, faccio la hostess sulla Norwegian, la compagnia aerea della
Norvegia. Per me essendo norvegese è un grande onore servire
la mia compagnia di bandiera e volare con la compagnia che rappresenta
la mia terra e la mia nazione. Sono in aeroporto ad Oslo tra poco mi
imbarcherò su un volo di routine da Oslo a Londra Heatrow,
un volo che faccio tutti i giorni o quasi, ci sono abituata ma oggi ho
paura, sento che qualcosa non andrà come previsto. Io e i
miei colleghi ci imbarchiamo, insieme c'è la mia migliore
amica Margot anche lei hostess, Olsen che è uno stewart
molto carino e gentile, Anita l'assistente di volo più
anziana non che mio capo e poi ci sono Thomas e Daniel, il pilota e il
copilota dell'aereo. Viaggiamo su un nuovissimo 777, questo aereo da un
perfetto comfort ai suoi occupanti e anche noi assistenti di volo siamo
molto soddisfatti. Siamo pronti per imbarcarci ma al gate mi fermo,
osservo quel bestione dove tra poco mi imbarcherò, ho paura
e non posso nasconderlo, guardo quel maledetto aereo impotente e
confusa e Olsen viene da me dicendomi:" Sarah va tutto bene?
Andiamo faremo tardi, dobbiamo preparare tutto a bordo!". Sono
spaventata per la prima volta da quando faccio l'hostess, la gente
pensa che noi assistenti di volo siamo abituati a salire e scendere
continuamente da questi enormi mezzi di trasporto ma la
verità che tu sei su un aereo, se si rompe qualcosa
è finita, game over, preghi che ci sia un pilota davvero
molto bravo altrimenti puoi organizzare il tuo funerale se mai
troveranno il corpo una volta a terra. Olsen mi prende per mano
dicendomi:" Andrà tutto bene, facciamo questa rotta ogni
giorno, vieni dai! Fidati di me". Sorrido e insieme ad Olsen salgo sul
777, l'aereo si fa sempre più grande, percorro il tunnel,
osservo alcuni aerei che stanno partendo, un Lufthansa rulla
velocemente sulla pista mentre l'Air France per Parigi lo segue a
ruota, tra poco toccherà a noi lasciare l'aeroporto e
partire alla volta di Londra, non sarà un viaggio troppo
stancante ma comunque ci metteremo un pò. Prepariamo il
neccessario per fare in modo che i nostri passeggeri trovino tutto
pronto e a loro disposizione quando saliranno. La gente sugli aerei
è molto difficile, c'è chi lo usa spesso e vive
l'aereo come una sorta di seconda casa viaggiante ma c'è chi
lo vive come una sorta di posto dove tutto gli è dovuto
perchè lui ha pagato il biglietto e quindi vuole un servizio
che non si trova nemmeno in un resort di lusso, tante volte cerco di
non pensare alla melducazione di certi soggetti perchè il
mio lavoro di hostess mi impone di sorridere sempre e cercare di
soddisfare il passaggero, non posso essere scortese altrimenti sarei
stata licenziata almeno 47 volte.
Arrivano le 10:23, abbiamo imbarcato tutti i passeggeri, è
agosto è molti occupanti sono famiglie con i figli che vanno
a godersi una bella e meritata vacanza a Londra, Thomas mi saluta
dandomi un bacio veloce sulle guance, sorrido imbarazzata
perchè è un gran burlone con le assistenti di
volo ma è il miglior pilota che io conosca, gli sorrido
dicendoli in modo ansioso:" Mi devi promettere che arriveremo
giù tutti interi Thomas, oggi ho un ansia incredibile, non
mi sento al sicuro per niente!". Thomas mi sorride e mi abbraccia
dicendomi:" Andrà tutto bene come sempre Sarah, tu pensa a
far felici i passeggeri io e Daniel penseremo a portarvi a terra sani e
salvi, questo aereo è nuovo ed è il fiore
all'occhiello della nostra flotta, vedrai arriveremo a Londra senza
problemi!". Ci abbracciamo ed è tutto pronto per partire.
Iniziamo a rullare sulla pista dell'aeroporto di Oslo. L'aereo
è finalmente pronto per partire, dopo il decollo
dovrò far vedere come da ruotine le varie istruzioni di
sicurezza da usare in caso di emergenza, peccato di avere il talento
recitativo di una saponetta e non come quella tizia inglese che non
ricordo come si chiami, so so che è molto giovane. E' tutto
pronto, Thomas mette i motori al massimo e partiamo. Vedo l'aereo che
corre pazzamente sulla pista e finalmente ci alziamo, ho il cuore in
gola e in breve tempo vediamo la Norvegia che diventa sempre
più piccola, il decollo è sempre la parte
più emozionante di un volo aereo, vedi tutto da un altra
prospettiva, siamo in volo, adesso inizia ufficialmente il mio turno di
lavoro.
Il volo procede bene, non ci sono problemi di nessun tipo e dopo 2:20
ore siamo in procinto di arrivare al mega aeroporto di Londra Heatrow,
più che un aereoporto una grande gabbia di matti dove la
gente corre senza sosta come se fossero dei criceti impazziti, odio
quell'aeroporto perchè c'è talmente tanto casino
che non riesci nemmeno a parlare con qualcuno che senti il rumore anche
a chilometri di distanza, per non parlare del casino che ci sono nei
vari terminal, mamma mia! Una vera e propria tortura. Ormai ci siamo ma
all'improvviso tutto cambia, sentiamo un rumore potentissimo e un
esplosione, vetro si spacca e il risucchio d'aria è
impressionante, mi guardo la mano e vedo del sangue, sono ferita e cado
a terra, vengo subito soccorsa e Olsen informa subito il capitano
dell'incidente, non ho visto se qualcuno è stato risucchiato
fuori dall'aereo, ma il botto che ho sentito è stato
spaventoso. Olsen mi osserva dicendomi:" Sarah respira,
andrà tutto bene, siamo quasi arrivati!". Olsen è
molto agitato e io sto morendo dissanguata, ho schegge di vetro
ovunque, il mio collega prova a tamponarmi le varie ferite che ho sul
corpo ma il sangue esce troppo copioso, sto iniziano a sentire freddo e
i miei occhi piano piano iniziano a chiudersi e Olsen mi fa:" Sarah
resta vigile, guardami e non chiudere gli occhi per nessun motivo!".
Osservo Margot che piange dietro Olsen, capisco che sto morendo, non
voglio morire su un aereo, no! Devo essere forte, Sarah combatti, tieni
aperti gli occhi, ce la puoi fare, vedo il motore che fa un gran
rumore, non so cosa sia capitato ma se c'è un sguarcio
nell'aereo rischiamo di andare in pezzi come un pezzo di carta,
dobbiamo atterrare subito. Chiudo gli occhi, forse adesso posso
finalmente rivedere i miei familiari, i miei amici e sopratutto Matt il
mio ragazzo che mi ha lasciato nemmeno 4 mesi fa a causa di un
incidente stradale, ora potrà riabbracciarli tutti.
Quando riapro gli occhi vedo delle persone che mi guardano, non riesco
a capire dove mi trovo, vedo quelli chge sembrano medici correre come
dei pazzi, sono su una barella, sto perdendo ancora sangue, non so
quanto sia stata in questa situazione ma evidentemente siamo atterrati
e mi hanno tratto in salvo, ho paura di morire come non mai, chiedo di
Olsen, di Thomas, di Margot, dei passeggeri e se ci sono vittime,
nessuno mi dice nulla, tutti urlano in inglese, capisco che sono in una
situazione pessima e poi da qui ho il vuoto totale, sento freddo, forse
una puntura e poi di nuovo il buio, sono morta di nuovo.
Qualche giorno dopo mi accorgo di essere viva e nel mio letto
d'ospedale, guardo fuori dalla finestra e capisco che sono a Londra, la
Norvegia è troppo lontana, mi metto a piangere, mia madre
avrà saputo che cosa è successo e sarà
spaventata a morte, non riesco a credere a quanto sia successo, era un
viaggio che facevo ogni giorno e ora sono ridotta malissimo, ho ferite
ovunque e mi dicono che per poco ho rischiato di morire dissanguata.
Osservo il cielo grigio di Londra dalla finestra della mia camera
d'ospedale, capisco che forse le cose non potranno mai tornare come
prima e in quel momento li vedo li, Daniel, Thomas, Olsen, Margot e
Anita, i miei amici, l'equipaggio del volo 245 della Norwegian Shuttle
Air è qui con me. Thomas si avvicina a me e mi abbraccia
piangendo dicendomi:" Sarah che bello che sei viva, pensavamo di
perderti per sempre, sei qui con noi invece, ci hai fatto stare con il
cuore in gola!". Osservo Thomas che mi abbraccia e dico singhiozzando:"
Quante vittime sull'aereo? Ci sono stati dei morti? Ditemelo vi
prego!". Thomas e tutti gli altri assumono uno sguardo triste e di
rassegnazione e Thomas mi dice:" 4 persone sono volate fuori al momento
dell'esplosione del finestrino Sarah, non avremo potuto fare niente, tu
sei rimasta sull'aereo per miracolo!". 4 persone sono morte, poteva
essere una strage, sono volate fuori da un aereo, che morte orribile,
tutti mi osservano in modo triste e mi metto a piangere, Anita si
avvicina a me e mi dice:" Sarah, va tutto bene ora, ci siamo qui noi
ok? Sei stata forte tesoro, sei stata forte! Ti voglio bene". Sento il
calore dei miei colleghi ma sopratutto dei miei amici, mi sento al
sicuro tra le braccia di Anita e di Margot, penso che la vita in
qualche modo mi ha dato una seconda possibilità e forse
l'unica cosa che dobbiamo fare è coglierla immediatamente,
da oggi vivrò la mia vita come non ho mai fatto prima.
Un anno dopo a Oslo si svolge la commemorazione dell'incidente, le
vittime sono tutte di nazionalità norvegese, vicino
all'aeroporto viene inagurato un monumento che le ricorda, indosso
ancora la mia divisa, osservo composta la commemorazione, mi ricordo
dei tragici momenti vissuti a bordo, del boato infernale che ha
distrutto una parte dell'aereo come se fosse uno scontrino di carta,
penso al sangue che mi usciva copiosamente, ai medici in ospedale a
Londra che correvano come dei pazzi per salvarmi la vita, penso che
sono ancora qui e che qualcuno mi ha dato una seconda chance e io non
voglio deluderlo in alcun modo, mi chiedo ancora come sia riuscita a
stare sopra l'aereo e come diavolo abbia fatto Thomas a farlo
atterrare, lui è il miglior pilota della Norwegian e la cosa
non mi sorprende di certo. Ho l'incarico di portare una corona di fiori
ai parenti delle vittime, gli abbraccio tutti uno per uno e capisco
quanto dolore, quanta tristezza e quanta rabbia ci sia nei loro occhi,
piangono e piangiamo tutti, una nazione si è fermata, oggi
è un giorno di dolore per la Norvegia e 4 morti sono
già un bilancio pesantissimo, dopo il mio omaggio a tutti i
parenti e dopo l'evento non c'è più tempo di
piangere, si torna in volo, si torna su un aereo, da quell'incidente la
mia voglia di fare questo lavoro non è cambiata, ho sempre
adorato gli aerei, mio padre era un pilota e lui voleva che io
diventassi hostess e non ho voluto deluderlo, a carnevale quando le mie
amiche si vestivano da principesse o da fatine io mi vestivo da
hostess, adesso lo sono diventata davvero e dopo un ultimo pianto
liberatorio davanti ad una birra, che si sa bere aiuta a dimenticare,
si sale, percorro il tunnel che mi porta all'aereo, nonostante
l'incidente e nonostante la tragedia che ha visto il brutale decesso di
4 miei connazionali questa esperienza mi ha fatto diventare
più sicura di me stessa, un donna che non ha paura di
niente, una donna che può affrontare qualunque cosa, sono
pronta a ripartire ma per questa ripartenza sono stata in terapia un
anno per stress post traumatico prendendomi una pausa dal servizio,
l'aereo è li che mi aspetta, volo 345 Oslo Gardermoen -
Paris Charles De Gaulle, assistente di volo Sarah Freiberg. si
ricomincia e non mi resta che allacciare le cinture per il decollo
verso la capitale francese, si vive una volta sola ma solo pochi la
vivono volando.
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