I
Like Lois Lane
Marinette pov
Ogni tanto mi chiedo come abbia fatto ad arrivare intera fino
all'ultimo anno di liceo.
No,
seriamente, come diavolo ci sono riuscita?!? Tra Papillon che non ci
lascia tregua da quattro anni, la mia balbuzie nervosa ogni volta che
Adrien è nei paraggi ed il mio non riuscire a non inciampare
da ferma... beh, insomma due domande me le porgo.
Certo,
essere l'eroina di Parigi è tremendamente stressante e lo
studio non aiuta affatto.
-Dio
Mio, non posso reggere un'altra versione di latino!- alzo gli occhi
dal mio Liber
Catullianus, giusto
in tempo per vedere la testa della mia migliore amica, sbattere sul suo
libro, seguita da un grugnito di disapprovazione. Fa strano vedere
quella nuvola rossa, sparpagliata sulla mia scrivania...
-Alya,
di questo passo finiamo male...- sbuffo sonoramente, passando una mano
tra i suoi capelli , scompigliandoli -Sono stanca anche io ma,
ammettiamolo, facciamo schifo in latino-
Lei
alza un sopracciglio -Quindi mi stai dicendo che non lo fai per avere
una media alta... e far si che i tuoi genitori ti permettano di venire
in gita- a malapena trattengo una risata nervosa -Non provare a
nascondermelo! Sarebbe il momento perfetto per dichiararti ad Adr...-
in un istante le tappo la bocca con un biscotto alla cannella, mentre
mia madre fa capolino dalla scala.
-Come
va lo studio ragazze?- ci osserva, quasi divertita, dalla botola che
porta nella mia stanza. Raramente studio sola, e lei ha la meravigliosa
abitudine di portare sempre qualcosa dalla pasticceria, per allietare
le sessioni di studio. Accenno a qualcosa sulla
complessità delle opere di Catullo e della sua visione
dell'amore, tutt'altro che tradizionalista ed Alya per poco non fa
cadere il biscotto dalla bocca, aggiungendo qualcosa e sputacchiando
briciole. -Complimenti ragazze, state lavorando sodo! Ricordo che
latino era la materia in cui riuscivo, a malapena, ad arrivare alla
sufficienza... continuate così. Ah! Vi porto altri biscotti?
Alya, sembra apprezzarli- la rassicuro ed entrambe
decliniamo l'offerta dei biscotti. -Allora nessun problema. Ti
avviso solo che io e tuo padre stiamo per uscire- Entrambe le auguriamo
buon divertimento, per poi fingere di tornare sui libri.
-Non
Farlo Mai Più, se ci tieni alla vita!- sibila la mia amica
non appena i passi di mia madre sembrano allontanarsi. Il suo indice
accusatore è sospeso a pochi centimetri dal mio naso.
-Cerca
di capirmi... fa troppe domande! Da quando Adrien ha iniziato a venire
qui ad aiutarmi con l'inglese, i miei genitori hanno cominciato ad
essere ancora più invadenti... E NON GUARDARMI COSI', A
VOLTE SONO ANCHE PEGGIO DI TE!- la vedo alzare le mani in segno di resa
e scuotere la testa, ridendo si spinge leggermente sulle punte dei
piedi e scivola indietro con la sedia, afferrando la matita che tenevo
tra i capelli.
-Sono
quattro anni che sei follemente innamorata di quel ragazzo e non sei
ancora riuscita nemmeno a farglielo intendere! Pensa che si vorrebbe
mettere in mezzo anche Nino... coraggio, in tutti questi anni non
è nemmeno uscito con una ragazza e tu nemmeno ci provi?!?-
Alzo gli occhi al cielo, cercando di riprendere la mia matita, mentre
Alya tamburella con le dita sul bracciolo della sedia -Lo sai che ho
ragione- sfodera il suo ghigno sghembo.
-Non
ricominciamo! Per ora sto cercando di dare il massimo per
questo viaggio a Londra, poi si vedrà- riafferro la matita,
mostrando la lingua alla mia migliore amica che in risposta scoppia a
ridere.
-In
ogni caso, tra poco me ne vado- dice ridacchiando- ho un appuntamento
con Nino.- la vedo arricciarsi i capelli con le dita e mi sembra di
rivederla anni fa, quando la loro storia era ancora agli inizi .
-Ah
già, domani è sabato, dunque stasera dormirai da
lui-
-Esatto!
Le piccole conquiste della maggiore età- annuisce dandomi un
buffetto sulla spalla - potresti scoprirle presto!-
-PIANTALA!-
arrossisco violentemente, gonfiando le guance e facendola scoppiare a
ridere.
-Coraggio,
Mari aiutami a ritrovare la giacca, almeno evito di farlo aspettare
troppo.-
Mi
secca ammetterlo, eppure non posso darle torto. Ma
la situazione non è poi così rosea per me:
potrò anche essere
innamorata, ma sarei una ragazza scostante, pronta a scappare dalla
finestra del bagno non appena un'akuma fa capolino in
città... e poi è
sorto in un problema in più. temo di avere, ANCHE, una cotta
per un
altro ragazzo. E la situazione sta sfuggendo di mano. Dio non so
più
dove sbattere la testa...
Sono
una tale frana nelle relazioni personali! La mattina spero di vedere
Adrien al suono della campanella ed attendo il martedì quasi
quanto il Natale, come i bambini, per passare il pomeriggio con lui,
tra grammatica inglese e risate... ma ogni sera aspetto impaziente il
crepitio dei passi sul mio balcone ed il suono sordo delle nocche sul
legno. Forse perché ha il sapore del proibito o
perché è così familiare. Eppure
è comico, rifiutare Chat Noir quando sono Ladybug, ma
lasciarlo entrare quando sono solo io. Solo Marinette,
Non
so come sia iniziata...
Forse
da Tikki, che stranamente ha iniziato a dirmi di dare una
possibilità anche a lui,
forse da quella sera sulla terrazza davanti a Notre Dame.
Iniziò
una sera a settimana, poi due, poi quattro. Un crescendo tale da farmi
arrivare a sperarlo qui ogni sera, Ironico. Lascio
la finestra aperta per agevolargli l'ingresso. Mi ricorda
Adrien, a tratti, ma lo vedo più aperto e sicuro, forse per
via della maschera.
Entra
a passo felpato, passa ore ad ascoltarmi e ci ritroviamo a parlare di
tutto e di nulla o ad ammirare la luci che si rincorrono sulla Senna,
dal mio balcone, con una tazza di tea. Nulla di più.
Ogni
tanto mi ritrovo a pensare se Alya mi scoprisse... lei ed il suo
LadyBlog che mi danno vita dura! La vedo già sbraitare e
cercare di chiedermi di convincerlo a concederle un'intervista. Quasi
fossi Peter Parker con le foto di Spiderman!
Un
fruscio improvviso mi fa voltare verso la finestra, lo riconoscerei tra
mille.
-Sei
in ritardo- cerco di fingermi distaccata e mostro il peggior falso
broncio della storia. Ma il risultato ovviamente non è
quello sperato, visto che mi ritrovo Chat Noir seduto sul ciglio del
mio letto.
-Bonsoir
Princesse, sai anche tu che non potevo presentarmi prima.-
sorride alludendo alla mia amica, allungandosi per poggiare le sue
labbra sul dorso della mia mano.
-Non ti stancherai mai di farlo vero?- mi compiaccio del gesto
arrossendo, come ogni volta
-Assolutamente no, vale la visione- sorride sornione -Giornata
impegnativa eh? Catullo e la sua visione dell'amore. Non mi dispiace il
latino sai? Odi
et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et
excrucior.- si
gonfia come un pavone, portando un pugno al petto, e devo mettere tutta
la mia buona volontà per non scoppiare a ridere,
-Vai sul classico eh? In realtà
preferisco la morte del passero... ma lasciamo perdere, ti prego, ho
passato tutto il pomeriggio su questo dannato libro- scrollo il capo e
gli faccio cenno di seguirmi in cucina per un tea.
Si accomoda su una sedia, mentre cerco la teiera in ghisa di mia madre.
Guai ad avere un bollitore in casa mia, finirei diseredata anche solo
per averlo pensato.
-Sai, nella mia classe si sta parlando di un viaggio a Londra. Ho
sempre voluto vederla... Quindi temo che ti toccherà
sopportare qualche serata senza la mia compagnia-
Improvvisamente mi cinge la vita con le sue braccia, appoggiando il
viso sulla mia spalla, sento il respiro sul mio collo -Ma Chère,
ammettilo che sentirai la mia mancanza- sussurra al mio orecchio, dopo
avermi spostato i capelli con la punta del naso. Chat Noir ha
la capacità di farmi irrigidire e sbottare senza
difficoltà: possiede questa innata sfacciataggine e quel
carisma tale, che non mi stupisco come possa avere un fan club,
prettamente al femminile e con gli ormoni impazziti.
-Gattaccio! Non farmi prendere lo spruzzino come la volta scorsa!- lo
vedo scoppiare a ridere mentre il mio indice tremante ed inquisitore
sta ancora sospeso a mezz'aria. Ma la strigliata ottiene l'effetto
sperato ed il gatto torna al suo posto senza troppe cerimonie. Eppure
senza smettere di ridere.
-Ci riprovo per la ventesima volta di fila, come va con quel ragazzo-
il gelo. Ultimamente ha preso questo vizio: voler sapere di Adrien a
tutti i costi, utilizzando la scusa del parere maschile.
-Mi pare di avertene già parlato...-
Lui corruga la fronte un secondo per poi scrollare il capo -Non
proprio...- arriccia il naso, tanto da sembrare quasi infastidito -Hai
solo accennato qualcosa. Eppure sono anni che te lo chiedo-
-In realtà hai cominciato ad insistere da qualche mese a
questa parte... sembri quasi geloso, Chat- ridacchio poco convinta
della frase che ho appena detto -Ricordati, la curiosità
uccide il gatto!-
-Non è così!- gracchia di rimando, sentendosi
punto nel vivo - Sono solo curioso, non hai mai voluto dirmi il nome...
tutto qui- lo vedo chiudersi nelle sue spalle, quasi sconsolato.
Il vapore comincia a sbottare fuori dal camino della teiera, poco prima
che possa aprire bocca. Non capisco il senso di questo muso lungo ora,
e non comprendo nemmeno la mia ostinazione a non parlare apertamente:
che male ci sarebbe nel Fare il nome di Adrien? Le
possibilità che Chat lo conosca sono davvero basse,
eppure... ho quasi paura di ferirlo.
Sospiro, versando il liquido nelle tazze e facendo segno al mio ospite
di seguirmi in terrazza. In religioso silenzio.
La brezza serale ci carezza dolcemente il viso cullando anche il
pensiero più audace... e devo ammettere che non sono pochi
al fianco del mio ignaro compagno di battaglie.
Ed il suo abbracciarmi, ogni volta che siamo seduti accanto, non aiuta
affatto. Forse perché in realtà non mi
dispiacerebbe avere qualcosa di più.
-Sono un paio di giorni che penso ad una cosa... forse stupida. Per
come siamo, ehm intimi, se qualcuno dovesse vederci così,
potrebbe pensarci come una coppia- sorride sornione e compiaciuto
-Potrebbero vederti come la mia Lois Lane?- E per un istante non mi
dispiace e crogiolo nella sua risposta e spero, per un secondo di
essere la sua Lois... sotto al suo sorriso sornione, e a quello sguardo
che sta riconfermando quello che ha appena detto.
No, Fermi...
Cosa... cosa voleva dire questo? E quello sguardo? Panico. Puro e
gelido panico. Non ero pronta a questo?
-Agreste- sospiro senza preavviso, tutto d'un fiato, facendo trasalire
il ragazzo. Senza pensare... Maledetta me e le me reazioni a caldo. Che tempismo Marinette!
-C-che hai detto, Marinette?!?- sembra visibilmente turbato -Intendi
Adrien Agreste? Il modello?!?-
-No, Chat... il padre...
Ma certo che parlo di Adrien! Che diavolo di domande ti saltano in
testa?!?- mi porto istintivamente una mano alla fronte - Ma
perché te lo sto dicendo?-
Chat resta impalato, lo sguardo rivolto verso il vuoto -Da quando?-
-Da sempre, a dire la verità. Come fosse la cosa
più naturale del mondo. Come se non lo meritassi.- Chat mi
osserva sorridendo dolcemente
-Non hai mai pensato di parlargliene? Insomma, non hai mai pensato che
potesse ricambiare...?-
-Chi? Io?!? Sei davvero spassoso! Premettendo che non ne sarei in
grado, visto che solo negli ultimi due anni sono riuscita ad arrivare a
dire più di una frase sconclusionata, in sua presenza...
probabilmente avrei bisogno un paio di birre prima di farlo, o l'intero
birrificio, conoscendomi! E NON RIDERE, è davvero una
situazione disagiante! In secondo piano, troviamo il fatto che , da
quel che so, lui ha in mente un'altra ragazza. E probabilmente
diecimila volte meglio di me... ma Nino non ha voluto fare nomi.- Cerco
di alzarmi dalla coperta su cui eravamo seduti, ma lui mi ferma e con
un leggero strattone mi fa capitolare, ad arte, tra le sue braccia per
poi schioccarmi un bacio in fronte.
E resto così, con i brividi a fior di pelle, ad osservare il
guizzo che saetta nei suoi occhi, quello che lui pensa di aver donato a
due ragazze, ma so che appartiene solo ed unicamente a me.
Mi ritrovo a chiedermi se le mie parole gli hanno spezzato il cuore
come ho già fatto in passato, inconsapevolmente, dietro alla
maschera... ma prima che possa aprire bocca, il suo anello bippa
nervosamente, riportandoci alla realtà: lui dovrà
correre presto a casa, come nelle più banali favole.
E fa male, stranamente, come ogni volta. Una parte di me vorrebbe
chiedergli di restare. Di spegnere ogni luce in stanza e restare seduti
sul letto, pur di non vederlo detrasformarsi, ma per tenerlo con me.
Il suo anello si fa sempre più nervoso, ma Chat non accenna
a mollare la stretta -Non ne
esistono meglio di te- sussurra nel mio orecchio, riportando gli stessi
brividi di poco prima, nella cucina - cerca di mettertelo in test, Lois e non
dimenticartelo- E schioccandomi un bacio pericolosamente vicino alle
labbra, allunga il bastone, pronto a balzare nella notte -Bon
Nuit Ma Chèrie-
To
be Continued...
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