Tu ci sei

di id_s
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Tu ci sei.

 

 

Mi sveglio e non ci sei, Shura.
Non ci sei in questo letto disfatto, tra l’odore di disinfettante e gli occhi stanchi dei feriti, non ci sei in quest’ospedale così pieno di volti, ma vuoto senza il tuo. Stringo un bambino tra le braccia che è talmente identico a te da farmi male.
Dove sei andato, mio Alexander? Dove t’hanno portato?

M’hanno detto che sei morto – mentono, amore mio, mentono.

Io lo so, me lo sento nel cuore che batte frenetico in petto, che non vuole fermarsi nonostante le lacrime, il dolore, la sofferenza di una vita in solitudine che non è quella che sognavo.
Continua a battere anche quando vorrei solo lasciarmi andare, dimenticare chi sono, me stessa e pure te – continua, perché lui lo sa. Anche quando io perdo la speranza lui lo sa, lo sente.

Tu ci sei. Tu sei vivo, mio Shura.

Ogni notte la mia mente stanca mi regala ricordi crudeli e incandescenti della nostra Lazarevo. Nei miei sogni hai gli occhi colmi d’amore e il volto felice, sei ancora con me, tra le mie braccia, nella casa che ha visto compiersi la nostra felicità. Nei miei sogni il tuo corpo è caldo, il sangue ti scorre nelle vene, posso toccarti e stringerti, restare ferma in eterno in quest’attimo in cui il mio sorriso si spegne sulle tue labbra, in cui i nostri corpi uniti sono una cosa sola, come lo siamo stati sin dall’inizio, quand’io ero solo una ragazzina con l’abito con le rose e tu un soldato dall’altra parte della strada.

Tu ci sei.

Guardo Perseo alto in cielo, sento l’eco della tua risata.
Nella voce del vento io sento ancora te – ti sento, Alexander.
Mi riporti indietro a Lazarevo.





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