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– Seokjin, parte I
Seokjin
non si è mai sentito sbagliato o fuori luogo. La
sensazione di non appartenere ad un luogo gli è solo vagamente
familiare – ma la sua capacità di adattamento, unita ad
una vita passata senza mai trasgredire le regole imposte dalla sua
famiglia o dall'ambiente scolastico, gli ha sempre permesso di vivere
senza mai risultare inopportuno.
La
prima volta in cui sente di aver commesso un errore è quando
compone il numero che un talent scout ha elegantemente scribacchiato
sul suo biglietto da visita, prima di ficcarglielo in tasca quasi con
forza – per permettergli di “saltare le tediose
selezioni” e presentarsi direttamente nei loro uffici. A
sentire lui, ha un volto troppo particolare per essere sprecato
dietro ad una scrivania, o a corsi di recitazione.
Il
provino è un disastro, ma Seokjin ha la sensazione che non sia
a causa sua. Forse pretende troppo da un mondo che vuole dargli
troppo poco – forse quel sistema lo spaventa, forse non è
ciò di cui ha bisogno; in ogni caso, quando si inchina uscendo
dall'ufficio, per la prima volta in vita sua sente di aver commesso
un errore troppo grande per poter essere sistemato senza rimescolarsi
del tutto, senza ricomporre ed analizzare le proprie priorità
e i propri obiettivi.
Quel
colloquio gli ha mostrato esattamente ciò che sospettava da
tempo: c'è di più, oltre i voti e i complimenti dei
professori – e qualunque cosa sia, Seokjin non può fare
a meno di desiderarla. Non può fare a meno di voler sbagliare,
ancora e ancora, fino a trovare la giusta soluzione a quel neonato
dubbio.
Tocca
l'apice dell'inadeguatezza – più che toccarlo, si lascia
schiacciare completamente da esso – il giorno in cui finalmente
firma il contratto con la BigHit Entertainement. Suo padre fissa il
plico di documenti con lo sguardo severo che gli è tanto
familiare, legge ogni clausola – e non commenta, non dice
niente, per un tempo che sembra infinito. Seokjin avrebbe preferito
vederlo furioso; sarebbe stato più facile affrontarlo.
Alla
fine rassetta i fogli dando loro un colpetto secco sulla scrivania e
li lascia scivolare di nuovo verso di lui, valutando ciò che
ha appena letto. - È una piccola agenzia. -, è la sua
battuta d'esordio. Seokjin sa che si sta trattenendo, ha imparato a
leggere tra le righe; ciò che suo padre intende dire è:
“È un'agenzia sull'orlo della bancarotta, che non ti
garantirà mai un futuro solido quanto potrei fare io,
quanto potrebbe fare il dedicarti anima e corpo agli studi.”
-
Lo so. -, risponde. È sicuro che la voce tradirebbe la paura,
se solo pronunciasse una sillaba in più.
Suo
padre si gratta il mento, poi incrocia le mani sul petto. - È
questo che vuoi, Seokjin? Far parte di un gruppo musicale? -
Ciò
che non dice è: “Mi hai deluso. Dammi una ragione per
pensare che tu non abbia commesso un grave errore.”
-
Sì, papà. -, risponde. È un gioco a cui possono
giocare in due, e ciò che Seokjin non dice è: “Non
so se sarò in grado di farlo.”.
L'abitazione
è al sesto piano di un complesso di appartamenti che sfugge
appena alla definizione di casa popolare, ma Seokjin si guarda
attorno comunque meravigliato da ogni dettaglio. È piccola, e
ogni angolo è un caos di oggetti stipati fino al soffitto –
magliette posate su ogni superficie definibile tale, e all'ingresso
scaffali su scaffali di scarpe da ginnastica rendono quasi sgradevole
l'aria.
La
adora già.
-
Davvero possiamo vivere qui? -, domanda, e subito si rende conto di
quanto suoni stupido. Il manager ride, divertito dal suo stupore.
-
È un po' piccolo per sette ragazzi, me ne rendo conto. -,
risponde, interpretando male la sua reazione. Bussa di nuovo a quella
che Seokjin ha dedotto essere la porta della camera da letto,
spazientito. - Ah, gli avevo detto di farsi trovare in piedi per
accogliere il nuovo arrivato. Che figura... -
-
Non importa. -, si affretta a mormorare – ed è in quel
momento che la porta della stanza si apre, e un ragazzo allampanato e
alto esce dalla camera con indosso una maglia bianca di almeno tre
taglie più grandi e dei pantaloncini che hanno visto giorni
migliori. Sta ancora sistemandosi gli occhiali sul volto abbronzato,
e Seokjin lo fissa colto alla sprovvista. Lui non si accorge neppure
della sua presenza.
-
Manager, mi dispiace, la sveglia non ha suonato... -, borbotta il
ragazzo. Ha la voce ancora impastata di sonno, roca e bassa e
piacevole da ascoltare. È quasi un crimine che il manager lo
interrompa, sollevando una mano e indicando successivamente l'orario
sul suo orologio da polso.
-
Se fosse stata una giornata di prove questa sarebbe stata una nota di
demerito, Namjoon. Sei il leader, sai che è la tua
responsabilità assicurarti che tutto vada come deciso. -, lo
rimprovera; Namjoon rimane ad ascoltare in silenzio, chiaramente
dispiaciuto. Le labbra grandi sono strette in un segmento rigido,
reprimono il fastidio che gli causa essere rimproverato; solo quando
il manager gli da una pacca forte sulla spalla e gli indica Seokjin
le sue labbra si dischiudono in un sorriso esitante.
Non
c'è che un secondo di dilazione tra il momento in cui si volta
a guardarlo e il momento in cui si fa avanti per stringergli la mano,
ma Seokjin sente quell'unico momento come fosse un ceffone forte sul
volto. Eccoli lì, Kim Namjoon – intelligente, di
talento, intento a incanalare i propri ideali chiari e forti in
musica, in arte – e Kim Seokjin – fortunato abbastanza da
essere reclutato da un'agenzia di modelli durante un saggio di
recitazione, sfacciato al punto da decidere di gettare via una vita
sicura per puro spirito di ribellione adolescenziale.
Si
sente tanto sbagliato da pensare di non meritare neppure di stringere
la sua mano – ma quando lo fa trova una stretta calda, decisa e
confortevole. Osserva le loro man confuso e poi torna a guardarlo in
volto, piacevolmente disorientato.
Quando
Namjoon sorride sul suo viso compaiono due fossette profonde.
Le
adora già.
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Hello
again~
Ho
notato chle la yoonseok che analizzava l'inizio del loro rapporto è
piaciuta a un po' di persone, quindi ho pensato di scrivere qualcosa
di simile per un'altra delle mie OTP, ovvero la NamJin! La storia
sarà composta da 6 capitoli molto brevi, i primi 3 dal POV di
Jin e gli ultimi 3 scritti dal POV di Namjoonie~
Ci
tengo a specificare che niente di quanto scritto qui pretende di
rispecchiare la realtà, ma solo una versione fittizia di essa!
Non mi permetterei mai di presumere di sapere che carattere abbia il
padre di Seokjin, per esempio :')
Spero
vorrete seguirla e commentarla, il secondo capitolo arriverà
il 26/01~
Alla
prossima!
-Joice
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