La voce familiare era indubbiamente di Sherlock; a Molly prese il panico ed ebbe un fugace pensiero di darsela a gambe. Fece qualche respiro profondo cercando di calmarsi. Quello che la preoccupava era cosa dire, come comportarsi, come guardalo in faccia. A Molly questi imbarazzi non piacevano la facevano sentire ancora pi๙ piccola. Stava pero diventando tardi per il lavoro, cosi dopo un altro paio di profondi respiri spinse la maniglia e apri la porta, sperando nell improvvisazione. Appena dopo aver messo piede nel laboratorio e aver chiuso la porta dietro di se, Sherlock la saluto con un < Buongiorno Molly > con voce piatta, probabilmente in imbarazzo anche lui; per lo meno non doveva subirsi le piccole critiche che Sherlock le riservava appena la vedeva come: < dovresti mettere il rossetto hai le labbra troppo piccole, hai messo su 2 kg vero? >. Molly rivolse a Sherlock solo un veloce e quasi sussurrato: < buongiorno > e senza aggiungere altro si mise al lavoro cercando di cacciare via tutti i pensieri, dopo un po lui abbandono il laboratorio con un veloce saluto.
Sherlock torno a sedersi sulla sua amata poltrona nel salotto del suo appartamento e si chiese il perche Molly quasi non l avesse notato, solitamente era gentile e premurosa di portarli una tazza di caffe , poi capi che se quello che si erano detti aveva turbato uno come lui, Molly doveva esserci rimasta malissimo.
Si chiese se non fosse stato meglio parlarne direttamente con lei. Poteva provare, voleva che tutto tornasse come prima. Decise di tornare all ospedale nel tardo pomeriggio affinche potesse con la scusa di accompagnarla a casa, riuscire a parlarle.
Molly fini di lavare l attrezzatura di laboratorio, si sfilo il camice e dopo aver indossato il cappotto usci dall edificio. Quando udi Sherlock pronunciare il suo nome, si senti bollire di rabbia. Lui non se ne accorse subito dato che la luce aveva iniziato a calare e inizio < Molly, ho pensato che forse avresti voluto una spiegazione. Beh insomma sai volevo chiarirmi con te, oggi mi sei sembrata triste e un po arrabbiata. Io.. > Non riusci a continuare che Molly si giro e si allontano furiosa. Lui la raggiunse e le prese il braccio bloccandola. Quando lei si giro vide il suo sguardo e si infurio ancora di pi๙ per quanto fosse lento a capire certe cose, che non riusci a trattenersi. Lo spinse verso un angolo della strada in modo da dare meno nell occhio possibile e gli disse: < Senti Sherlock, inizio ad averne abbastanza delle tua prese in giro. Ok? Tu lo sai da quella volta, durante lo scambio dei regali di Natale che provavo qualcosa per te, ma ormai mi avevi giเ abbastanza umiliato, altrimenti molto probabilmente mi sarei anche dichiarata. Ma sai una cosa? Sono contenta di non averlo fatto. Tu non saresti stato capace di comprendere. Sei egoista e ti importa nient altro che di te. Ora ho smesso di importarmene io. Quindi qualsiasi sia il motivo per il quale mi hai chiamato quella volta, non ha piu importanza, tu non esisti piu per me. > Lasciando Sherlock allibito, Molly sali su un taxi con le lacrime che le rigavano il viso. |